The LCSH century: one hundred years with the Library of Congress Subject Headings System
Contenuto principale dell'articolo
Abstract
The LCSH century: one hundred years with the Library of Congress Subject Headings System, Alva T. Stone editor. Binghampton: The Haworth Press, 2000. 249 p. ISBN 0-7890-1169-7. Pubblicato anche in «Cataloguing & classification quaterly», 29 (2000), n. 1/2. $ 34,95.
A.T. Stone (The LCSH Century: a brief history of the Library of Congress Subject Headings, and an introduction to the centennial essays) ci introduce alla raccolta di saggi, pubblicati per celebrare il centenario della nascita sul sistema di soggettazione della Library of Congress, ricordando i festeggiamenti avvenuti in tale occasione, nella estate del 1998, e culminati nella degustazione di una grande torta a forma di libro rosso. Così si presentano fisicamente nel loro supporto a stampa le LCSH (Library of Congress Subject Headings), soprannominate perciò Big Red (una curiosità: Black and White sono denominate le Medical Subject Headings della National Library of Medicine anch'esse per il colore della loro copertina libraria). La nascita del sistema di soggettazione della Library of Congress è in realtà anteriore al 1898, anno in cui la biblioteca statunitense produceva il suo primo catalogo a dizionario, nato sulle orme delle indicazioni teoriche di C.A Cutter e della loro prima applicazione effettuata dall'American Library Association con la pubblicazione della List of subject headings for use in dictionary catalogs (prima edizione, 1895).
Molte sono le altre date che rappresentano dei passaggi essenziali nello sviluppo della soggettazione della Library of Congress fino alla sua attuale configurazione, anch'essa in continua evoluzione per adeguarla ai nuovi assetti culturali e tecnologici. In tali anni il sistema di soggettazione, all'inizio semplice lista di termini, si è dotato di una struttura sindetica, di un apparato di sottovoci, di manualistica aggiornata, e si è aperto al contributo e all'arricchimento della ampia comunità bibliotecaria internazionale. E. Svetonio (LCSH: Semantic, syntax and specificity) analizza, attraverso un interessante excursus storico e teorico, il sistema di soggettazione come linguaggio e discute degli aspetti semantici, sintattici e pragmatici (politica di indicizzazione) e del suo indirizzarsi da una logica puramente enumerativa (tutti i soggetti autorizzati sono enumerati in un authority file) verso un'ottica sintetica (solo i termini fondamentali sono enumerati: in tal caso il catalogatore deve seguire delle regole sintattiche per definire i soggetti, coordinando le voci principali con le sottovoci e/o faccette, nel rispetto di un complesso ordinamento). Pur con tutti i problemi, il sistema di LCSH sembrerebbe, secondo l'autore, aver superato i confronti con altri sistemi (ad esempio il PRECIS) e lo dimostra il fatto che sia divenuto un potente strumento di controllo bibliografico a livello internazionale.
H.L. Hoerman e K.A. Furniss (Turning practice into principles: a comparison of the IFLA "Principles underlyng subject heading languages (SHLs)" and the principles underlyng the "Library of Congress Subject Headings System"), nell'ambito di uno studio più ampio di confronto tra gli undici principi elaborati dall'IFLA per la soggettazione e quelli sottesi a undici sistemi nazionali di indicizzazione, analizzano i principi applicati alle LCSH. Dal confronto analitico con i principi IFLA emerge un buon livello di somiglianza. La conclusione è che, di fatto, i principi IFLA non sono delle regole da applicare bensì una codifica a posteriori delle pratiche di indicizzazione. Una volta codificate tali pratiche in principi - spesso in latente conflittualità tra di loro - questi possono essere testati in un approccio non semplicemente teorico ma sulla base della loro capacità di soddisfare realmente ed efficacemente le necessità di ricerca dell'informazione da parte degli utenti finali, scopo vero della soggettazione.
Nel suo stimolante saggio H.A. Olson (Difference, culture and change: the untapped potential of LCSH), rileva che il sistema di soggettazione della Library of Congress è divenuto di fatto l'arbitro della pratica di soggettazione internazionale (solo tramite OCLC, ad esempio, più di 35.000 biblioteche in 64 paesi lo utilizzano). Il saggio discute, dunque, dell'influenza di tale sistema di soggettazione come agente di conservazione e nel contempo di cambiamento culturale, inserendosi in quel "terzo spazio" definito da Homi Bhabha, teorico del post-colonialismo, come strumento ambivalente di conservazione e al contempo di potenziale cambiamento. In particolare, viene posto il problema delle politiche di indicizzazione, espressione spesso della cultura americana e/o dominante.
Pur avendo origine tale fenomeno anche dal rispetto dei principi della garanzia letteraria, specchio del predominio della cultura dominante in letteratura, non si giustifica, per tale aspetto, secondo l'autore, la mancanza di alcuni soggetti in LCSH che invece risultano essere ben rappresentati in letteratura. Ad esempio, i concetti di femminismo, liberale, marxista, culturale, socialista, oggetto di numerose pubblicazioni, pur essendo identificabili e autonomi - requisiti richiesti dal Subject cataloguing manual: subject headings per la nascita di un soggetto - non sono presenti come soggetti nelle LCSH per evidente distorsione ideologica. La conclusione del saggio di Olson è che ogni bibliotecario è anche eticamente responsabile per l'applicazione delle LCSH. Occorre, dunque, seguire quanto affermato da J. Holzer e cioè usare ciò che è dominante di una cultura per cambiarla rapidamente.
P.A. Cochrane (Improving LCSH for use in online catalogs revisited: what progress has been made? What issues still remain?) analizza i progressi effettuati e ciò che resta ancora da fare per un uso ottimale delle LCSH negli OPAC. In particolare, l'autore esamina le strutture relazionali tra le voci e i collegamenti con la classificazione della Library of Congress e con altri sistemi terminologici. Ciò alla luce dei progetti di integrazione dell'informazione proveniente da diversi archivi verso la costruzione di biblioteche ibride, o meglio, di quelle già definite dallo stesso C.A. Cutter come "combined subject access systems". G. Wool (Filing and precoordination: how subject headings are displayed in online catalogs and why it matters) illustra, anch'egli attraverso un interessante excursus sul dibattito svoltosi nel tempo in materia, i vantaggi della pre-coordinazione, basata su precise regole sintattiche, rispetto alla post-coordinazione. L'autore lamenta la perdita in molti cataloghi in linea degli aspetti di pre-coordinazione (normalizzazione con uso di punteggiatura interna, sottovoci ecc.) che potenziano l'efficacia e la precisione nel reperimento dell'informazione. La sua conclusione è che sia un truismo che la tecnologia avanzata renda obsolete le vecchie pratiche. Un insieme confuso di parole chiave post-coordinate non può sostituire la logicità e precisione di termini pre-coordinati che devono essere perfettamente resi ricercabili in un catalogo elettronico.
S. Hearn (Machine-assisted validation of LC Subject Headings: implication for authority file structure) esamina l'ausilio dell'automazione applicata al controllo e alla validazione delle stringhe di soggetto dai più semplici sistemi di controllo delle parole applicate su qualsiasi videoscrittura a sistemi più sofisticati che consentono il controllo delle stringhe di soggetto e quindi degli aspetti strutturali (costruzione dei soggetti con uso di voci e sottovoci, punteggiatura appropriata, ordine delle voci nella stringa di soggetto ecc.). Se tali aspetti sono controllabili pienamente sulla base delle norme poste dalle LCSH, più difficile è l'esercizio dei principi di coerenza (uniformità nel trattamento di documenti simili) e di prevedibilità (capacità di prevedere come documenti che coinvolgono altri concetti similari saranno indicizzati sulla base del principio di coerenza). L'automazione, però, può essere utile anche in questo caso permettendo la verifica dei soggetti in documenti simili a quelli su cui opera il catalogatore.
Dalla sua personale esperienza di studente T. Mann (Teaching Library of Congress Subject Headings), cui nessuno ha mai insegnato a utilizzare sistematicamente il catalogo della Library of Congress, trae un saggio piacevole, stimolante e propedeutico per chiunque si accinga a fare didattica agli utenti sull'utilizzo di cataloghi o basi di dati. Il saggio sottolinea alcuni aspetti metodologici: primo fra tutti quello di insegnare i principi di base della soggettazione, tra cui fondamentale, quello della specificità. Il saggio è oltremodo interessante per la necessità che l'autore pone di coniugare l'utilizzo del soggettario a stampa con quello disponibile in linea (catalogo elettronico) e per l'interessante individuazione di quattro modalità di ricerca delle voci fondamentali (due da applicare sul soggettario a stampa e due sul catalogo elettronico). La conclusione è che un sistema di soggettazione non è mai così ovvio e intuitivo da non dover essere insegnato e che occorre, dunque, trasferire alcune fondamentali conoscenze bibliotecarie all'utente finale per metterlo in grado di usufruire pienamente delle informazioni disponibili.
L.J. Kreider (LCSH works! Subject searching effectiveness at the Cleveland Public Library and growth of Library of Congress Subject Headings through cooperation) illustra - attraverso l'esempio del contributo dato dalla biblioteca pubblica di Cleveland - come alcune collezioni speciali e una particolare tipologia di utenza possano influire sulla determinazione dei soggetti della Library of Congress. Ciò grazie soprattutto al programma SACO (Subject Authorities Cooperative Program) che ha consentito alle biblioteche che utilizzano le LCSH di contribuire alla proposta e definizione di nuove voci. Tale cooperazione nel campo della soggettazione permette la copertura più approfondita di ambiti specializzati ma anche l'internazionalizzazione di un soggettario nato in ambito statunitense e quindi originariamente molto influenzato da tale cultura.
H. Hemmasi e J.B. Young (Historical and empirical perspective) presentano la storia dello sviluppo delle intestazioni di soggetto relative alla musica, discutendo le preferenze della LC Music Division per un catalogo classificato. Emerge la distorsione presente a favore della musica occidentale nell'attuale pratica di soggettazione. Gli autori illustrano, dunque, il progetto del tesauro musicale (Music Thesaurus Project) da cui si evidenzia il ruolo fondamentale della Music Library Association nella revisione e integrazione delle voci di soggetto relative alla musica.
J. Miller e P. Kuhr (LCSH and periodical indexing: adoption vs. adaption) descrivono un'interessante esperienza in ambito editoriale e cioè l'uso e l'adattamento delle LCSH per l'indicizzazione in basi dati e repertori bibliografici, in particolare per lo spoglio di periodici. I due autori illustrano l'esperienza della casa editrice H.W. Wilson che, sin dal 1848, ha iniziato a indicizzare i propri periodici in maniera sistematica, utilizzando come base comune con le LCSH la List of subject headings for use in dictionary catalogs, prodotta dall'ALA nel 1895, sulla scia dei principi postulati da Cutter. La casa editrice ha adottato LCSH, ritenendo tale sistema ottimo per l'indicizzazione di materiale generale, ma provvede costantemente all'aggiornamento e all'arricchimento dei soggetti, laddove necessario, per adattare l'indicizzazione alla finalizzazione per l'uso in un catalogo editoriale e di spoglio di letteratura periodica.
D.P. Miller (Out from under: form/genre access in LCSH) fa il punto sulle problematiche relative al trattamento in LCSH delle voci di "forma" e di "genere" e ne illustra l'evoluzione con un accurato excursus storico contenente numerosi riferimenti anche alle soluzioni proposte dai padri della biblioteconomia. Momento essenziale nell'evoluzione delle LCSH al riguardo è costituito dalla definizione, avvenuta nel 1906, di circa 140 sottovoci relative alla forma e al genere che si accompagnano all'elaborazione di istruzioni per l'uso sempre più elaborate. Ciò a indicare l'importanza di definire in maniera non ambigua tale tematica di soggettazione per superare le difficoltà intrinseche nella definizione di tale importante aspetto.
M.H. Freiling (Survey on subject heading languages used in national libraries and bibliographies) riporta il risultato di un'indagine dell'IFLA sulle biblioteche nazionali che dimostra come le LCSH siano divenute, in inglese o nelle traduzioni in altre lingue, il linguaggio di base delle bibliografie nazionali in tutto il mondo. Il saggio riporta in appendice la situazione sulla soggettazione, come emersa dallo studio negli 88 paesi che hanno risposto a un questionario dell'IFLA. Di questi 25 utilizzano le LCSH, in particolare i paesi anglofoni, mentre diffusi risultano RAMEAU per i paesi di lingua francese e RSWK nei paesi di lingua tedesca. Come secondo sistema di soggettazione nei paesi anglofoni risulta molto utilizzata anche la Sears list of subject headings (ALA List).
A. MacEwan (Crossing language barriers in Europe: linking LCSH to other subject heading languages) espone gli obiettivi e il lavoro di un gruppo di studio che rappresenta quattro biblioteche nazionali europee (Swiss National Library, Deutsche Bibliotek, Bibliothèque nationale de France e British Library). Il gruppo ha studiato la possibilità di creare un tesauro multilingue che colleghi il soggettario della Library of Congress con quello dei sistemi tedesco (SWD/RSWK) e francese (Rameau). Si sono evidenziate corrispondenze notevoli nelle voci principali ma anche la necessità di ulteriori studi. Il gruppo di lavoro ha elaborato delle raccomandazioni per lo sviluppo di un prototipo che colleghi i tre linguaggi di indicizzazione nelle basi di dati delle quattro istituzioni.
A.Q. Solis, P.M.M. Jimenez e R.F. Servin (Automated authority files of Spanish-language subject headings), dopo aver descritto le esperienze di soggettazione effettuate in Spagna, Colombia, Cile e Messico, illustrano il progetto di un'importante biblioteca messicana, quella di El Colegio de Mexico, istituzione di ricerca specializzata nelle aree umanistiche e di scienze sociali. Il progetto è rivolto a tradurre in spagnolo il soggettario della Library of Congress ai fini di offrire uno strumento per la soggettazione al catalogo collettivo automatizzato di dieci biblioteche di Città del Messico. Il soggettario potrà anche essere utilizzato dalle biblioteche americane che servono comunità di lingua spagnola. In più l'apporto di tale progetto sarà l'arricchimento del soggettario della Library of Congress per concetti tipici della cultura latino-americana, sulla base del programma NACO/SACO (v. L.G. Kreider). I catalogatori dell'istituzione messicana hanno ricevuto, infatti, adeguata formazione in materia da parte della Library of Congress.
Dialettico, rispetto all'intervento di G. Wool, proiettato nel futuro e denso di stimoli è il saggio finale di L.M. Chan e T. Hodges (Entering the millenium: a new century for LCSH) in cui si sostiene la necessità di limitare l'eccessiva precoordinazione staccando i subheading non topici (formali, geografici ecc.). Ciò, oltre a consentire l'integrazione con altri archivi con uso di metadata, faciliterebbe il mapping con altri tesauri e linguaggi e la riduzione delle difficoltà di accesso da parte dell'utente finale alle diverse risorse informative, avvicinando sempre più, proprio nell'ottica dell'integrazione, l'uso del soggettario a quello dei tesauri di basi di dati. Attualmente tali innovazioni sono allo studio nel progetto CORC (Cooperative Online Resources Catalog) che sta sviluppando l'uso di una sintassi più flessibile "a faccette" per confrontarsi con i sistemi correnti di metadata, in primo luogo il Dublin Core.
L'opera, nel complesso, ha il pregio di offrire una panoramica ad ampio raggio su tutte le problematiche inerenti la politica di soggettazione della Library of Congress con una trattazione accurata in un'ottica sia storica sia attuale. Al di là dell'interesse per gli utilizzatori delle LCSH la lettura dell'opera risulta utile anche a chi non utilizza nella sua pratica routinaria tale sistema. Attraverso il confronto tra le diverse soluzioni adottate dai vari sistemi è infatti possibile, se non sempre risolvere, almeno evidenziare i nodi che la biblioteconomia moderna, nella sua costante e progressiva evoluzione tenta di sciogliere con elaborazioni sempre più avanzate e adeguate ai mutanti assetti concettuali e tecnologici. La riflessione su LCSH scopre l'universo sotteso a un qualsiasi sistema di soggettazione (de te fabula narratur...) sia quando, ad esempio, indaga nelle pieghe della sua influenza sui modelli culturali dominanti (v. H.A. Olson), sia quando indica modelli propedeutici all'insegnamento sul recupero dell'informazione indicizzata (v. T Mann), oppure quando segnala i problemi e i progressi verso l'integrazione delle risorse informative, di cui mezzo fondamentale è l'integrazione delle terminologie di indicizzazione. Soprattutto in tale ottica, moderna e innovativa, di integrazione e interoperabilità dei sistemi, nessuna biblioteca, qualsiasi sistema di soggettazione adotti, può fare a meno di confrontarsi con le LCSH.
A.T. Stone (The LCSH Century: a brief history of the Library of Congress Subject Headings, and an introduction to the centennial essays) ci introduce alla raccolta di saggi, pubblicati per celebrare il centenario della nascita sul sistema di soggettazione della Library of Congress, ricordando i festeggiamenti avvenuti in tale occasione, nella estate del 1998, e culminati nella degustazione di una grande torta a forma di libro rosso. Così si presentano fisicamente nel loro supporto a stampa le LCSH (Library of Congress Subject Headings), soprannominate perciò Big Red (una curiosità: Black and White sono denominate le Medical Subject Headings della National Library of Medicine anch'esse per il colore della loro copertina libraria). La nascita del sistema di soggettazione della Library of Congress è in realtà anteriore al 1898, anno in cui la biblioteca statunitense produceva il suo primo catalogo a dizionario, nato sulle orme delle indicazioni teoriche di C.A Cutter e della loro prima applicazione effettuata dall'American Library Association con la pubblicazione della List of subject headings for use in dictionary catalogs (prima edizione, 1895).
Molte sono le altre date che rappresentano dei passaggi essenziali nello sviluppo della soggettazione della Library of Congress fino alla sua attuale configurazione, anch'essa in continua evoluzione per adeguarla ai nuovi assetti culturali e tecnologici. In tali anni il sistema di soggettazione, all'inizio semplice lista di termini, si è dotato di una struttura sindetica, di un apparato di sottovoci, di manualistica aggiornata, e si è aperto al contributo e all'arricchimento della ampia comunità bibliotecaria internazionale. E. Svetonio (LCSH: Semantic, syntax and specificity) analizza, attraverso un interessante excursus storico e teorico, il sistema di soggettazione come linguaggio e discute degli aspetti semantici, sintattici e pragmatici (politica di indicizzazione) e del suo indirizzarsi da una logica puramente enumerativa (tutti i soggetti autorizzati sono enumerati in un authority file) verso un'ottica sintetica (solo i termini fondamentali sono enumerati: in tal caso il catalogatore deve seguire delle regole sintattiche per definire i soggetti, coordinando le voci principali con le sottovoci e/o faccette, nel rispetto di un complesso ordinamento). Pur con tutti i problemi, il sistema di LCSH sembrerebbe, secondo l'autore, aver superato i confronti con altri sistemi (ad esempio il PRECIS) e lo dimostra il fatto che sia divenuto un potente strumento di controllo bibliografico a livello internazionale.
H.L. Hoerman e K.A. Furniss (Turning practice into principles: a comparison of the IFLA "Principles underlyng subject heading languages (SHLs)" and the principles underlyng the "Library of Congress Subject Headings System"), nell'ambito di uno studio più ampio di confronto tra gli undici principi elaborati dall'IFLA per la soggettazione e quelli sottesi a undici sistemi nazionali di indicizzazione, analizzano i principi applicati alle LCSH. Dal confronto analitico con i principi IFLA emerge un buon livello di somiglianza. La conclusione è che, di fatto, i principi IFLA non sono delle regole da applicare bensì una codifica a posteriori delle pratiche di indicizzazione. Una volta codificate tali pratiche in principi - spesso in latente conflittualità tra di loro - questi possono essere testati in un approccio non semplicemente teorico ma sulla base della loro capacità di soddisfare realmente ed efficacemente le necessità di ricerca dell'informazione da parte degli utenti finali, scopo vero della soggettazione.
Nel suo stimolante saggio H.A. Olson (Difference, culture and change: the untapped potential of LCSH), rileva che il sistema di soggettazione della Library of Congress è divenuto di fatto l'arbitro della pratica di soggettazione internazionale (solo tramite OCLC, ad esempio, più di 35.000 biblioteche in 64 paesi lo utilizzano). Il saggio discute, dunque, dell'influenza di tale sistema di soggettazione come agente di conservazione e nel contempo di cambiamento culturale, inserendosi in quel "terzo spazio" definito da Homi Bhabha, teorico del post-colonialismo, come strumento ambivalente di conservazione e al contempo di potenziale cambiamento. In particolare, viene posto il problema delle politiche di indicizzazione, espressione spesso della cultura americana e/o dominante.
Pur avendo origine tale fenomeno anche dal rispetto dei principi della garanzia letteraria, specchio del predominio della cultura dominante in letteratura, non si giustifica, per tale aspetto, secondo l'autore, la mancanza di alcuni soggetti in LCSH che invece risultano essere ben rappresentati in letteratura. Ad esempio, i concetti di femminismo, liberale, marxista, culturale, socialista, oggetto di numerose pubblicazioni, pur essendo identificabili e autonomi - requisiti richiesti dal Subject cataloguing manual: subject headings per la nascita di un soggetto - non sono presenti come soggetti nelle LCSH per evidente distorsione ideologica. La conclusione del saggio di Olson è che ogni bibliotecario è anche eticamente responsabile per l'applicazione delle LCSH. Occorre, dunque, seguire quanto affermato da J. Holzer e cioè usare ciò che è dominante di una cultura per cambiarla rapidamente.
P.A. Cochrane (Improving LCSH for use in online catalogs revisited: what progress has been made? What issues still remain?) analizza i progressi effettuati e ciò che resta ancora da fare per un uso ottimale delle LCSH negli OPAC. In particolare, l'autore esamina le strutture relazionali tra le voci e i collegamenti con la classificazione della Library of Congress e con altri sistemi terminologici. Ciò alla luce dei progetti di integrazione dell'informazione proveniente da diversi archivi verso la costruzione di biblioteche ibride, o meglio, di quelle già definite dallo stesso C.A. Cutter come "combined subject access systems". G. Wool (Filing and precoordination: how subject headings are displayed in online catalogs and why it matters) illustra, anch'egli attraverso un interessante excursus sul dibattito svoltosi nel tempo in materia, i vantaggi della pre-coordinazione, basata su precise regole sintattiche, rispetto alla post-coordinazione. L'autore lamenta la perdita in molti cataloghi in linea degli aspetti di pre-coordinazione (normalizzazione con uso di punteggiatura interna, sottovoci ecc.) che potenziano l'efficacia e la precisione nel reperimento dell'informazione. La sua conclusione è che sia un truismo che la tecnologia avanzata renda obsolete le vecchie pratiche. Un insieme confuso di parole chiave post-coordinate non può sostituire la logicità e precisione di termini pre-coordinati che devono essere perfettamente resi ricercabili in un catalogo elettronico.
S. Hearn (Machine-assisted validation of LC Subject Headings: implication for authority file structure) esamina l'ausilio dell'automazione applicata al controllo e alla validazione delle stringhe di soggetto dai più semplici sistemi di controllo delle parole applicate su qualsiasi videoscrittura a sistemi più sofisticati che consentono il controllo delle stringhe di soggetto e quindi degli aspetti strutturali (costruzione dei soggetti con uso di voci e sottovoci, punteggiatura appropriata, ordine delle voci nella stringa di soggetto ecc.). Se tali aspetti sono controllabili pienamente sulla base delle norme poste dalle LCSH, più difficile è l'esercizio dei principi di coerenza (uniformità nel trattamento di documenti simili) e di prevedibilità (capacità di prevedere come documenti che coinvolgono altri concetti similari saranno indicizzati sulla base del principio di coerenza). L'automazione, però, può essere utile anche in questo caso permettendo la verifica dei soggetti in documenti simili a quelli su cui opera il catalogatore.
Dalla sua personale esperienza di studente T. Mann (Teaching Library of Congress Subject Headings), cui nessuno ha mai insegnato a utilizzare sistematicamente il catalogo della Library of Congress, trae un saggio piacevole, stimolante e propedeutico per chiunque si accinga a fare didattica agli utenti sull'utilizzo di cataloghi o basi di dati. Il saggio sottolinea alcuni aspetti metodologici: primo fra tutti quello di insegnare i principi di base della soggettazione, tra cui fondamentale, quello della specificità. Il saggio è oltremodo interessante per la necessità che l'autore pone di coniugare l'utilizzo del soggettario a stampa con quello disponibile in linea (catalogo elettronico) e per l'interessante individuazione di quattro modalità di ricerca delle voci fondamentali (due da applicare sul soggettario a stampa e due sul catalogo elettronico). La conclusione è che un sistema di soggettazione non è mai così ovvio e intuitivo da non dover essere insegnato e che occorre, dunque, trasferire alcune fondamentali conoscenze bibliotecarie all'utente finale per metterlo in grado di usufruire pienamente delle informazioni disponibili.
L.J. Kreider (LCSH works! Subject searching effectiveness at the Cleveland Public Library and growth of Library of Congress Subject Headings through cooperation) illustra - attraverso l'esempio del contributo dato dalla biblioteca pubblica di Cleveland - come alcune collezioni speciali e una particolare tipologia di utenza possano influire sulla determinazione dei soggetti della Library of Congress. Ciò grazie soprattutto al programma SACO (Subject Authorities Cooperative Program) che ha consentito alle biblioteche che utilizzano le LCSH di contribuire alla proposta e definizione di nuove voci. Tale cooperazione nel campo della soggettazione permette la copertura più approfondita di ambiti specializzati ma anche l'internazionalizzazione di un soggettario nato in ambito statunitense e quindi originariamente molto influenzato da tale cultura.
H. Hemmasi e J.B. Young (Historical and empirical perspective) presentano la storia dello sviluppo delle intestazioni di soggetto relative alla musica, discutendo le preferenze della LC Music Division per un catalogo classificato. Emerge la distorsione presente a favore della musica occidentale nell'attuale pratica di soggettazione. Gli autori illustrano, dunque, il progetto del tesauro musicale (Music Thesaurus Project) da cui si evidenzia il ruolo fondamentale della Music Library Association nella revisione e integrazione delle voci di soggetto relative alla musica.
J. Miller e P. Kuhr (LCSH and periodical indexing: adoption vs. adaption) descrivono un'interessante esperienza in ambito editoriale e cioè l'uso e l'adattamento delle LCSH per l'indicizzazione in basi dati e repertori bibliografici, in particolare per lo spoglio di periodici. I due autori illustrano l'esperienza della casa editrice H.W. Wilson che, sin dal 1848, ha iniziato a indicizzare i propri periodici in maniera sistematica, utilizzando come base comune con le LCSH la List of subject headings for use in dictionary catalogs, prodotta dall'ALA nel 1895, sulla scia dei principi postulati da Cutter. La casa editrice ha adottato LCSH, ritenendo tale sistema ottimo per l'indicizzazione di materiale generale, ma provvede costantemente all'aggiornamento e all'arricchimento dei soggetti, laddove necessario, per adattare l'indicizzazione alla finalizzazione per l'uso in un catalogo editoriale e di spoglio di letteratura periodica.
D.P. Miller (Out from under: form/genre access in LCSH) fa il punto sulle problematiche relative al trattamento in LCSH delle voci di "forma" e di "genere" e ne illustra l'evoluzione con un accurato excursus storico contenente numerosi riferimenti anche alle soluzioni proposte dai padri della biblioteconomia. Momento essenziale nell'evoluzione delle LCSH al riguardo è costituito dalla definizione, avvenuta nel 1906, di circa 140 sottovoci relative alla forma e al genere che si accompagnano all'elaborazione di istruzioni per l'uso sempre più elaborate. Ciò a indicare l'importanza di definire in maniera non ambigua tale tematica di soggettazione per superare le difficoltà intrinseche nella definizione di tale importante aspetto.
M.H. Freiling (Survey on subject heading languages used in national libraries and bibliographies) riporta il risultato di un'indagine dell'IFLA sulle biblioteche nazionali che dimostra come le LCSH siano divenute, in inglese o nelle traduzioni in altre lingue, il linguaggio di base delle bibliografie nazionali in tutto il mondo. Il saggio riporta in appendice la situazione sulla soggettazione, come emersa dallo studio negli 88 paesi che hanno risposto a un questionario dell'IFLA. Di questi 25 utilizzano le LCSH, in particolare i paesi anglofoni, mentre diffusi risultano RAMEAU per i paesi di lingua francese e RSWK nei paesi di lingua tedesca. Come secondo sistema di soggettazione nei paesi anglofoni risulta molto utilizzata anche la Sears list of subject headings (ALA List).
A. MacEwan (Crossing language barriers in Europe: linking LCSH to other subject heading languages) espone gli obiettivi e il lavoro di un gruppo di studio che rappresenta quattro biblioteche nazionali europee (Swiss National Library, Deutsche Bibliotek, Bibliothèque nationale de France e British Library). Il gruppo ha studiato la possibilità di creare un tesauro multilingue che colleghi il soggettario della Library of Congress con quello dei sistemi tedesco (SWD/RSWK) e francese (Rameau). Si sono evidenziate corrispondenze notevoli nelle voci principali ma anche la necessità di ulteriori studi. Il gruppo di lavoro ha elaborato delle raccomandazioni per lo sviluppo di un prototipo che colleghi i tre linguaggi di indicizzazione nelle basi di dati delle quattro istituzioni.
A.Q. Solis, P.M.M. Jimenez e R.F. Servin (Automated authority files of Spanish-language subject headings), dopo aver descritto le esperienze di soggettazione effettuate in Spagna, Colombia, Cile e Messico, illustrano il progetto di un'importante biblioteca messicana, quella di El Colegio de Mexico, istituzione di ricerca specializzata nelle aree umanistiche e di scienze sociali. Il progetto è rivolto a tradurre in spagnolo il soggettario della Library of Congress ai fini di offrire uno strumento per la soggettazione al catalogo collettivo automatizzato di dieci biblioteche di Città del Messico. Il soggettario potrà anche essere utilizzato dalle biblioteche americane che servono comunità di lingua spagnola. In più l'apporto di tale progetto sarà l'arricchimento del soggettario della Library of Congress per concetti tipici della cultura latino-americana, sulla base del programma NACO/SACO (v. L.G. Kreider). I catalogatori dell'istituzione messicana hanno ricevuto, infatti, adeguata formazione in materia da parte della Library of Congress.
Dialettico, rispetto all'intervento di G. Wool, proiettato nel futuro e denso di stimoli è il saggio finale di L.M. Chan e T. Hodges (Entering the millenium: a new century for LCSH) in cui si sostiene la necessità di limitare l'eccessiva precoordinazione staccando i subheading non topici (formali, geografici ecc.). Ciò, oltre a consentire l'integrazione con altri archivi con uso di metadata, faciliterebbe il mapping con altri tesauri e linguaggi e la riduzione delle difficoltà di accesso da parte dell'utente finale alle diverse risorse informative, avvicinando sempre più, proprio nell'ottica dell'integrazione, l'uso del soggettario a quello dei tesauri di basi di dati. Attualmente tali innovazioni sono allo studio nel progetto CORC (Cooperative Online Resources Catalog) che sta sviluppando l'uso di una sintassi più flessibile "a faccette" per confrontarsi con i sistemi correnti di metadata, in primo luogo il Dublin Core.
L'opera, nel complesso, ha il pregio di offrire una panoramica ad ampio raggio su tutte le problematiche inerenti la politica di soggettazione della Library of Congress con una trattazione accurata in un'ottica sia storica sia attuale. Al di là dell'interesse per gli utilizzatori delle LCSH la lettura dell'opera risulta utile anche a chi non utilizza nella sua pratica routinaria tale sistema. Attraverso il confronto tra le diverse soluzioni adottate dai vari sistemi è infatti possibile, se non sempre risolvere, almeno evidenziare i nodi che la biblioteconomia moderna, nella sua costante e progressiva evoluzione tenta di sciogliere con elaborazioni sempre più avanzate e adeguate ai mutanti assetti concettuali e tecnologici. La riflessione su LCSH scopre l'universo sotteso a un qualsiasi sistema di soggettazione (de te fabula narratur...) sia quando, ad esempio, indaga nelle pieghe della sua influenza sui modelli culturali dominanti (v. H.A. Olson), sia quando indica modelli propedeutici all'insegnamento sul recupero dell'informazione indicizzata (v. T Mann), oppure quando segnala i problemi e i progressi verso l'integrazione delle risorse informative, di cui mezzo fondamentale è l'integrazione delle terminologie di indicizzazione. Soprattutto in tale ottica, moderna e innovativa, di integrazione e interoperabilità dei sistemi, nessuna biblioteca, qualsiasi sistema di soggettazione adotti, può fare a meno di confrontarsi con le LCSH.
Dettagli dell'articolo
Fascicolo
Sezione
Recensioni e segnalazioni
Questo lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 4.0.