K.G.B. Bakewell - Paula L. Williams, Indexing children's books

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Pino Buizza

Abstract

Insolito e prezioso questo booklet dall'aspetto dimesso tipico di certa editoria tecnica o professionale a diffusione limitata. Nel titolo indexing non significa creare gli accessi semantici per la ricerca dei libri in cataloghi e bibliografie, ma gli strumenti di consultazione interni al libro stesso che chiamiamo indice analitico o indice delle materie e dei nomi, con un preciso riferimento ai soli libri per l'infanzia.L'opera segue e richiama un'indagine promossa dalla British Library e condotta dalla Society of Indexers e dalla Liverpool Business School, Liverpool John Moores University, attraverso l'esperienza diretta coi bambini nelle scuole (ne rende conto un rapporto degli stessi autori Indexes to children's information books: a study of the provision and quality of book indexes for children at National Curriculum Key Stage 2, Wetherby : British Library Research and Innovation Centre, 1997).
Si deve a Gilfred Norman Knight (1891-1978) la fondazione nel 1957 della Society of indexers (SI) e l'anno dopo della rivista «The indexer», dal 1972 edita in comune con l'American Society of Indexers (ASI), ma una Index society esisteva in Inghilterra dal 1877. L'attività della SI rispecchia i suoi obiettivi originari: promuovere l'indicizzazione standard e assicurare uniformità nella tecnica di compilazione, mantenere elenchi di indicizzatori in ogni campo da cui editori e autori possano attingere, agire come consulente per le referenze e l'onorario degli indicizzatori, elevarne la condizione e tutelarne gli interessi, pubblicare documenti e note sull'argomento.Alla luce di questa tradizione professionale e del ruolo vitale svolto dalle biblioteche nella scuola britannica, si comprende la distanza tra il quadro, pure non ottimale, presentato da Bakewell e Williams e la situazione italiana.Sull'utilità dell'indice nel libro di divulgazione o informativo (è esclusa la fiction così come i testi propriamente scolastici) il consenso di principio è generale, ma se ne constata l'assenza frequente e la qualità variabile, spesso insoddisfacente. Da questo spunto si svolge il seguito del testo.Nel curriculum nazionale inglese (riferisce Elizabeth Wallis) si insegnano metodi e strumenti per trovare le informazioni nei libri attraverso i loro dispositivi organizzativi e l'uso di cataloghi e classificazioni e, fra 14 e 16 anni, la conoscenza di repertori e dei tipi di documenti.
L'indice facilita il reperimento delle informazioni senza dover leggere tutto sequenzialmente, dà accesso ordinato al testo e suggerisce un metodo di ricerca, può indurre interesse allo studio e indipendenza personale nella ricerca; da un punto di vista economico, il maggior costo per l'editore è bilanciato dalla preferenza d'acquisto: «Non consiglio libri che non abbiano l'indice» dichiara un'insegnante. Senza indice un libro perde capacità informativa e la difficoltà di consultarlo distoglie il bambino dalla lettura d'informazione orientandolo conseguentemente verso la sola fiction.Esaminando l'indice di un libro i bambini (7-11 anni) comprendono la funzione di localizzazione, riconoscono l'utilità dell'ordine alfabetico, anche se i più piccoli hanno qualche difficoltà, riconoscono la differenza e la maggior utilità rispetto all'indice sommario. Difficoltà derivano da errori di spelling (ma è un buon esercizio per correggere l'ortografia), da lunghi elenchi senza scansioni, dalla lentezza del processo nelle sue fasi successive (trovare la parola, scegliere la localizzazione, trovare la pagina, trovare la parola nella pagina) e basta un ostacolo per distrarre il bambino in modo irrimediabile: se non trova subito tende a dedurre che il soggetto non è trattato. Mostra peraltro sorpresa e disappunto se l'indice manca.
L'intervento con ragazzi fra i 13 e i 17 anni (ne riferisce Valeria A. Elliston), svolto in biblioteca con esercitazioni di compilazione, giochi e valutazioni di indici reali, analizza il valore dell'indice (per chi ha già letto e vuole ritrovare uno specifico soggetto come per chi prima di leggere vuole sapere che cosa può trovare), i problemi e le modalità di compilazione (compreso l'uso del PC). Risulta determinante la qualità dell'indice. Ecco quindi l'analisi meticolosa di ogni aspetto, materiale, linguistico, concettuale, grafico ecc., di come sono e come dovrebbero essere composti questi indici: la lunghezza e la scansione in sezioni con le lettere iniziali evidenziate, il carattere e il corpo tipografico, l'ordinamento alfabetico (meglio parola per parola che lettera per lettera), le suddivisioni all'interno dello stesso soggetto (possono non essere perspicue e non devono nascondere in seconda posizione soggetti importanti che non si trovano nell'ordine alfabetico), i rinvii che aiutano a familiarizzare con le relazioni fra concetti, ma non sono intuitivi, per cui va preferito il doppio accesso, la segnalazione delle pagine, che non crei sequenze troppo lunghe di numeri, perché frustranti, e naturalmente i problemi tipici di ogni linguaggio di indicizzazione (termini composti o fattorizzati, singolare o plurale...).
A queste osservazioni, in larga parte applicabili anche al libro per adulti, se ne aggiungono alcune più specifiche per l'infanzia: l'opportunità di indicizzare anche le illustrazioni (nella stessa sequenza, ma differenziando graficamente i numeri di pagina), di usare una terminologia adeguata (mentre le esercitazioni mostrano che i ragazzi scelgono termini diversi dall'indice), di rappresentare ogni tema trattato senza lacune, di offrire accessi multipli fornendo sia termini specifici che categorie più larghe (per esempio sia "animali" che i nomi delle specie trattate), perché vari sono gli approcci e le esigenze, senza dare mai niente per scontato per non mettere in difficoltà il bambino.Una nota introduttiva spieghi le caratteristiche ed eviti ogni confusione col glossario. La posizione sia ben chiara in pagine distinte, non appiccicata in fondo al testo senza rilievo autonomo. In ogni caso si suggerisce che i principi di fondo siano gli stessi dell'indicizzazione per adulti, anche per introdurre il giovane alle convenzioni degli adulti. Ne consegue che l'indicizzazione non può essere lasciata all'autore (che pure conosce la materia) o al redattore editoriale, ma richiede il professionista cui competono sia una conoscenza di base della materia sia delle esigenze del gruppo di età cui il libro è rivolto.
Le raccomandazioni degli autori sono riprese in 21 punti a partire dai cardini: tutti i libri d'informazione abbiano un indice di buona qualità compilato da un professionista e si insegni ad usarli come momento formativo per le competenze linguistiche e per l'avviamento alla ricerca. In area angloamericana l'interesse dell'opera sta nell'applicazione specifica all'editoria per l'infanzia di un tema noto (i precedenti titoli della collana sono dedicati agli indici delle pubblicazioni biografiche, di carattere legale, di biomedicina, e dei giornali, riviste e periodici in genere), ma per il pubblico italiano essa acquista un valore più ampio perché tratta in dettaglio un argomento del tutto trascurato (di scarso rilievo i rari frammenti rintracciati sul tema) e induce a promuovere una specifica professionalità e a verificare e migliorare pratiche editoriali approssimative.Sulla presenza di indici Vilma Alberani e Daniela Minutoli riferivano un dato quantitativo poco confortante, sebbene ricavato dal campo stesso dell'indicizzazione (La presenza di indici in testi italiani di scienze dell'informazione, «Bollettino AIB», 34, 1994, n. 4, p. 443-448). Nell'editoria per l'infanzia l'indice analitico al libro di divulgazione non è frequente; spiccano le traduzioni dall'inglese che hanno potuto usufruire dell'indice originale (esemplari le edizioni Dorling Kindersley, pubblicate da De Agostini e Fabbri, ma anche le francesi Gallimard Jeunesse tradotte da EL), mentre un buon esempio nostrano è rappresentato dalle produzioni Donati Giudici di Firenze per Giorgio Mondadori, seguito in anni più recenti da collane come «Discovery» di De Agostini e da qualche volume Idea Libri. È ancora poco e questo libretto può essere un'utile provocazione.

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