I contratti di licenza di uso dei periodici elettronici

Contenuto principale dell'articolo

Maria Cassella

Abstract

Questo contributo analizza i contratti di licenza di uso dei periodici elettronici, un argomento ancora poco approfondito nel panorama della letteratura professionale italiana, nella quale la riflessione sulle licenze di uso è stata sovente ancillare a quella sui consorzi e, più in generale, a quella sulle risorse elettroniche e sulla comunicazione scientifica.
Dall'analisi svolta emergono luci ed ombre del sistema licenze. Dieci anni e più di negoziazioni hanno consentito al mondo delle biblioteche di risolvere a proprio favore alcuni aspetti problematici dei contratti di licenza (ad esempio, quelli relativi alle clausole sugli utenti autorizzati), mentre restano grosse incognite intorno al servizio di document delivery elettronico e sul tema dell'accesso a lungo termine. Tra le altre criticità dei contratti, è stata evidenziata quella della cosiddetta clausola di confidenzialità o di non divulgazione (non-disclosure clause). Si tratta, infatti, di una clausola che «vieta alle biblioteche di scambiare con altri informazioni sul prezzo, l'utilizzazione ed altri termini o condizioni significativi».
Per chi opta per il modello commerciale "cartaceo+ elettronico" resta ancora anche il problema di gestire il mantenimento degli abbonamenti cartacei (non cancellation clause) con un margine minimo di dismissioni concesse a fronte di un' esigenza, fortemente sentita dalle biblioteche e già più volte sottolineata, di passaggio al solo elettronico .
L'opzione e-only prevista ormai per la grande maggioranza dei contratti continua comunque ad essere una scelta economicamente svantaggiosa dati gli sconti esigui proposti dagli editori per chi opta per questo tipo di contratto.
Grazie a queste nuove tipologie di contratti sempre più frequentemente adottate dai consorzi, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa, il problema del mantenimento degli abbonamenti vincolati comincia a diventare un tema obsoleto e sta lasciando il passo a numerosi altri interrogativi: primo tra tutti, quello della conservazione e preservazione del digitale.
Nel complesso mondo del digitale il "quotidiano contatto" con gli utenti remoti ha insegnato alle biblioteche ed ai consorzi ad affrontare, valendosi anche della consulenza dei propri uffici legali, nel modo più professionale possibile tutte le implicazioni di un contratto di licenza di uso.
In un futuro non troppo remoto è possible per le biblioteche auspicare che «license terms will become so standard for various categories of content (such as e-journals) that we will need them much at all; all that will be left will be a pricing agreement - for as we all know price continue to be the greatest area of dissent and disagreement between libraries and their suppliers».

Dettagli dell'articolo

Sezione
Articoli