Internazionalizzazione della formazione universitaria dei bibliotecari: le problematiche del riconoscimento e dell'accreditamento di qualità

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Anna Maria Tammaro

Abstract

Il lavoro si propone di rispondere alla seguente domanda: può l'internazionalizzazione migliorare la qualità della formazione per i bibliotecari? L'internazionalizzazione della formazione è particolarmente importante in questo periodo: un primo approccio si basa sulla competizione, creata dalla liberalizzazione dei mercati e dalla attuale opinione che la formazione universitaria sia un servizio che deve rispettare dei criteri di qualità e di trasparenza per garantire i consumatori. Un altro approccio all'internazionalizzazione si basa sulla cooperazione tra le istituzioni universitarie per un accordo su criteri di qualità e sul reciproco riconoscimento delle qualifiche accademiche. Questo scenario internazionale pone una serie di problemi ed ha stimolato una serie di soluzioni, nessuna però finora completamente soddisfacente. In particolare per la formazione dei bibliotecari in Europa bisogna chiedersi: cosa è la qualità della formazione dei bibliotecari? chi può valutare la qualità della formazione? come può essere valutata la qualità della formazione?
Il lavoro illustra le soluzioni indicate da UNESCO ed OECD e dal Bologna Process, il processo di riforma delle università che ha preso il via dopo la Dichiarazione di Bologna; per la formazione dei bibliotecari prende in considerazione i risultati delle iniziative di IFLA Section Education and Training ed EUCLID (Associazione delle Scuole di Biblioteconomia europee).
UNESCO ed OECD hanno prospettato tre tipi di obiettivi:

 

  • trasparenza della qualità dei corsi e delle qualifiche accademiche;
  • cooperazione tra due o più nazioni per un accordo sui criteri di qualità dei corsi e sul riconoscimento delle qualifiche accademiche;
  • reti internazionali per il riconoscimento delle qualifiche e l'accreditamento della qualità.
Il Bologna Process persegue gli obiettivi di riconoscimento delle qualifiche accademiche ed accreditamento di qualità dei corsi ed ha cercato di mettere a punto degli strumenti, come l'European Qualifications Framework, che aiutano le nazioni europee al raggiungimento di questi obiettivi. Anche se i risultati raggiunti finora sono stati limitati, il Bologna Process ha stimolato vari metodi per il miglioramento di qualità della formazione universitaria, tra cui sono particolarmente interessanti:
  • la strategia minima: un set di indicatori che focalizzano i risultati e gli obiettivi formativi (learning outcomes) come criterio condiviso di valutazione;
  • il benchmarking internazionale: uno stimolo ad evidenziare le migliori pratiche, in uno spirito di competizione per migliorare la qualità;
  • l'internazionalizzazione della professione: stimolare le associazioni professionali a fissare standard di qualità della professione che siano riconosciuti a livello internazionale.
L'IFLA Section Education and Training ha studiato il problema della qualità della formazione e del riconoscimento delle qualifiche accademiche per anni ed ha elaborato una serie di Linee Guida e di pubblicazioni. Il focus è stato sul curriculum, sui criteri di qualità, sui modi per facilitare il riconoscimento e l'equivalenza delle qualifiche accademiche.
EUCLID ha stimolato una riflessione sul curriculum per la formazione dei bibliotecari in Europa ed ha avviato la discussione per un benchmarking internazionale sul curriculum. Ha messo in luce tuttavia una serie di problemi: diversi concetti di biblioteca, diversi principi metodologici che vengono insegnati, diversi approcci al cambiamento portato dalle tecnologie, indicando l'importanza di una didattica innovativa e il giusto equilibrio tra teoria e pratica.
Malgrado le numerose iniziative, tra cui alcune di certificazione individuale delle competenze, un sistema internazionale di qualità della formazione professionale dei bibliotecari ancora non c'è. La problematica che ostacola maggiormente il miglioramento della qualità nella formazione del bibliotecario sembra quella della diffusa mancanza di dialogo tra le università e le comunità professionali, in particolare le associazioni professionali. Questa comunicazione è stata spesso ostacolata da diverse percezioni della qualità della formazione del bibliotecario e soprattutto dal diverso approccio al problema della teoria vs. pratica. Il focus sui risultati formativi spinge a migliorare il dialogo tra i diversi interessati alla formazione del bibliotecario. Recentemente EUCLID ed EBLIDA (Associazione europea delle associazioni professionali bibliotecarie) hanno cominciato a collaborare, aprendo la possibilità di un reale miglioramento di qualità della formazione.

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