Sette atti dopo la rivoluzione dell'Open Access: Le biblioteche (di ricerca) come media e centri di gestione della conoscenza

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Giuseppe Vitiello

Abstract

Questo articolo, basato sugli studi di Kuhn e Easton riguardanti rispettivamente la filosofia della scienza e il sistema politico, analizza l'impatto dell'accesso aperto come concetto bibliotecario e come forza innovativa in seno della comunicazione editoriale scientifica. 
Tradizionalmente le biblioteche (di ricerca) hanno dato risposta ai bisogni della comunità accademica fornendo servizi di carattere generale o speciale. Il loro lavoro si è fondato sull'acquisizione, sul trattamento e la diffusione delle pubblicazioni elaborate dagli editori, un agente, cioè, operante all'esterno della loro sfera operativa. In seguito alla rivoluzione dell'accesso aperto le biblioteche acquisiscono, trattano e diffondono il materiale elaborato all'interno dell'istituzione alla quale esse appartengono. 
Il loro paradigma fondamentale è mutato: esse hanno raggiunto il punto critico oltre il quale diventano incubatrici di sapere nella diffusione scientifica e un nuovo medium nell'universo della comunicazione. 
Nelle conclusioni, l'autore illustre la scenario per il prossimo decennio, facendo quattro previsioni, approfonditamente commentate:

  1. A breve termine, le biblioteche di ricerca diverranno mezzi di comunicazione e centri per la gestione della conoscenza; le biblioteche che non si adegueranno ai cambiamenti perderanno potere all'interno dell'istituzione e rimarranno ai margini dei flussi della conoscenza.
  2. A breve termine, le biblioteche di ricerca si indirizzeranno verso problematiche inerenti la gestione dei contenuti, piuttosto che la gestione dell'informazione.
  3. A medio termine, le biblioteche di ricerca apriranno dipartimenti specializzati nel marketing della conoscenza.
  4. A medio termine, le biblioteche di ricerca somiglieranno maggiormente a un caffé del diciottesimo secolo o alle case editrici del quindicesimo secolo.

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