E-book italiani: quale bibliodiversità? Lo stato dell’arte 2011

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Laura Testoni

Abstract

L’e-book è un oggetto digitale con contenuto testuale e/o di altro tipo, risultato dell’integrazione del familiare concetto di libro con alcune caratteristiche tipiche dell’ambiente elettronico.
Il mercato italiano sembra accogliere positivamente questo supporto, ma la diffusione dell’e-book sconta elementi strutturali propri del nostro sistema-paese: tra tutti una diffusione di Internet e del commercio elettronico ancora molto al di sotto delle medie europee.

L’analisi condotta su alcune piattaforme di retail atomico di e-book (negozi online) e su alcune biblioteche digitali che offrono gratuitamente libri digitali di pubblico dominio evidenzia questi elementi: le piattaforme commerciali “generaliste” (non mono-editore) offrono mediamente dai 10 mila ai 14 mila titoli, mentre se si esclude Google libri (con i suoi 1.600.000 libri in italiano) l’offerta di titoli in italiano nelle biblioteche digitali non supera le 2.300 unità.

La presenza dei differenti editori nelle piattaforme commerciali dipende dall’intera catena distributiva; nelle piattaforme commerciali generaliste l’offerta va da poche decine a più di 400 editori. Nei negozi online prevalgono file protetti da Ade DRM (mediamente il il Social DRM si attesta non oltre il 35% dei titoli, e il “senza protezione” intorno al 10%).

La facilità di reperimento e l’esperienza di ricerca all’interno delle piattaforme che offrono e-book è stata analizzata in base a tre categorie mutuate da uno studio di Marcia Bates sull’information seeking: searching, browsing e monitoring.
I negozi online sembrano meno orientati delle biblioteche digitali ad offrire all’utente una esperienza di ricerca (searching) impegnativa, che richiede una strategia articolata e l’esatta conoscenza dei propri bisogni informativi. Poste di fronte ad un utente che cerca attivamente l’informazione senza tuttavia conoscere davvero il proprio bisogno informativo reale (browsing), le piattaforme commerciali offrono numerosi canali di indagine, permettendo così una forte personalizzazione dell’esperienza di ricerca. Viceversa, le biblioteche digitali offrono meno canali e sembrano offrire relativamente pochi appigli all’utente curioso ma che non ha le idee chiarissime su cosa sta cercando.

Per quanto concerne il monitoraggio (monitoring: l’atteggiamento passivo e senza sforzo rispetto alla ricerca, di chi tuttavia ha piena consapevolezza dei propri bisogni informativi) la possibilità di imbattersi nell’informazione specifica desiderata è più elevata nelle piattaforme non commerciali – a condizione però di fare un click in più (operazione non scontata) – mentre nelle piattaforme commerciali i temi specifici sono meno numerosi, in relazione al totale dei canali proposti, ma più “a portata di mano”.

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