Conservazione di risorse digitali: quali sfide?

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Gloria Cirocchi

Abstract

 

Il ruolo e l'utilità delle risorse digitali sono oggetto di riflessioni e studi sempre più numerosi ed approfonditi; tuttavia oggetto di tali indagini sono molto spesso gli aspetti legati all'incremento delle possibilità di accesso e diffusione dell'informazione, o, tutt'al più, viene posto l'accento sui vantaggi apportati dalla digitalizzazione nel campo della conservazione di quelle raccolte di documenti che sono a rischio sia per la precarietà del proprio supporto sia per il loro valore intrinseco.

Viene al contrario scarsamente posto in rilievo che in questo settore esiste un problema di conservazione che $egrave; caratterizzato da un tasso estremamente alto di obsolescenza dei documenti elettronici e che, dall'altro lato, la digitalizzazione delle raccolte non costituisce, presa da sola, una strategia di conservazione che, al momento attuale, consenta ai bibliotecari di dormire tra due cuscini.

L'articolo intende sia delineare un quadro delle possibilità e dei limiti offerti dalla digitalizzazione a scopo di conservazione, sia, sulla falsariga delle linee guida contenute nell'autorevole rapporto della Task Force on Archiving of Digital Information, focalizzare l'attenzione su quelle che sono considerate attualmente le strategie valide per la conservazione dell'accesso a lungo termine all'informazione elettronica, e in particolar modo sul concetto di migrazione dei dati.

A questo scopo è necessario sia definire preliminarmente quale siano le caratteristiche dell'informazione digitale oggetto di conservazione a lungo termine sia cosa si debba intendere per archivio digitale e in cosa quest'ultimo differisca da una biblioteca digitale.

Viene posto in rilievo come il concetto di integrità dell'informazione oggetto di conservazione e quello di responsabilità e di funzione di salvaguardia attiva della permanenza dell'accesso, da parte degli archivi digitali, siano essenziali per la funzione di conservazione.

Solo alcuni brevi cenni vengono dedicati alla necessità da più parti sentita di un approccio coordinato alla creazione di metadati funzionali non solamente allo sviluppo di una funzione di ricerca "raffinata", ma anche di una strategia di conservazione a lungo termine.

I linguaggi di marcatura quali l'SGML e l'XML sono un altro possibile orizzonte per la soluzione dei problemi legati alla conservazione delle risorse digitali in forza proprio delle loro caratteristiche peculiari: la standardizzazione, elasticità, efficienza e riusabilità, e il non essere in formato proprietario. Particolarmente indicati per la conversione digitale di documenti testuali nei quali la rilevanza e complessità del contenuto informativo raccomandi la scelta di uno strumento che consenta una ricerca raffinata, essi sembrano mostrare un alto grado di efficienza anche per quanto riguarda l'archiviazione e l'accesso a lungo termine.

Passando poi a considerare la conservazione a lungo termine degli archivi di immagini digitali, l'articolo presenta quella che, con ogni probabilità, verrà considerata nel prossimo decennio la strategia preferenziale per la conservazione: si tratta dell'hybrid approach, basato sulla produzione sia di immagini digitali per le necessità di accesso, sia di master su microfilm per le esigenze della conservazione. Vengono riportati i risultati di due progetti, portati avanti rispettivamente dall'Università di Yale e da quella di Cornell, che esplorano possibilità e risultati di due diverse strategie, basate l'una sulla creazione di immagini digitali a partire da microfilm e l'altra sulla produzione di computer output microfilm da immagini digitali ad alta risoluzione.

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