XML su tecnologia MOM: un nuovo approccio per i software delle biblioteche

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Santo Motta
Giuseppe Ursino

Abstract

L'avvento del Web ha prodotto nel mondo delle biblioteche una rivoluzione che non accenna a finire. Gli accessi agli OPAC in modalità Telnet sono ormai un ricordo lontano ed oggi tutti i software per biblioteca includono un OPAC Web nel loro pacchetto di funzioni. Gli OPAC permettono, tuttavia, di visionare i dati in modo non strutturato e ciò è dovuto al fatto che la struttura del linguaggio HTML è rigida e non può adattarsi alla capillarità di una descrizione bibliografica. Esistono tuttavia metalinguaggi con i quali è possibile strutturare i documenti in modo dettagliato.

Il progenitore di questi metalinguaggi è il linguaggio SGML (Standard Generalized Markup Language) nato alla fine degli anni Sessanta. Più recentemente il W3 Consortium ha sviluppato un nuovo metalinguaggio, cioè il linguaggio XML (eXtensible Markup Language), che pur mantenendo le potenzialità principali di SGML, ha una sintassi più semplice. Utilizzando XML come linguaggio atto alla definizione di nuovi tipi di documento, specializzati nella rappresentazione di informazioni bibliografiche, è possibile riprodurre al loro interno la struttura di un database abilitato alla conservazione di campi bibliografici (ad esempio campi del formato MARC) ed, infine, utilizzare questi documenti stessi come piattaforma unica per lo scambio dei dati tra il fornitore del servizio e l'utente.

Non a caso la Library of Congress ha iniziato un progetto chiamato MARC/SGML e in diversi siti Web si descrivono progetti analoghi per XML. Sebbene questi metalinguaggi siano ampiamente studiati anche nel mondo delle biblioteche, essi non sono affatto diffusi nei software installati. Il motivo di ciò va tuttavia ricercato in motivazioni più di ordine commerciale che tecnico; lo sviluppo di applicativi che possano leggere documenti XML rientra nei programmi delle più avanzate aziende produttrici di software.

I vantaggi di XML nelle applicazioni per il Web sono numerosi:
- ricerche molto più efficaci;
- sviluppo di applicazioni più flessibili;
- integrazione di dati provenienti da fonti diverse, attraverso la tecnologia MOM (Message-Oriented Middleware
- elaborazione e manipolazione locale dei dati;
- diverse visualizzazioni della stessa struttura dati;
- aggiornamenti intelligenti;
- maggiore scalabilità dei server.

Presso il CBD (Centro Biblioteche e Documentazione) dell'Università di Catania è stata sviluppata una semplice applicazione MOM, with a three-tier architecture, su un campione di registrazioni bibliografiche contenenti un sottoinsieme di campi USMARC. Il risultato è simile a un OPAC classico, con la differenza sostanziale che il file XML di risposta riporta la struttura MARC della registrazione catturata.

Lo sviluppo futuro dell'applicazione presentata qui prevede una descrizione completa USMARC/XML e la costruzione dei moduli per l'interazione con la base dati anche in modalità scrittura. Obiettivo di questa applicazione non è quello di costruire un software per le biblioteche, ma provare una metodologia che può rilevarsi utile in tutte le applicazioni locali che vengono sviluppate dalle singole biblioteche.

Un altro campo dove certamente i linguaggi strutturati troveranno ampia applicazione è quello dei documenti a testo completo, con una strutturazione standardizzata, e presso il CBD è in corso anche un esperimento per la produzione di tesi direttamente in formato elettronico utilizzando XML.

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