Sergio Rossetti, Rome: a bibliography from the invention of printing through 1899. I: The guide books

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Flavia Cancedda

Abstract

Sergio Rossetti. Rome: a bibliography from the invention of printing through 1899. I: The guide books. Firenze: Olschki: 2000. xxxi, 275 p.: ill. (Biblioteca di bibliografia italiana; 157). ISBN 88-222-4823-6. Eur 36,14.
Attendiamo con grande interesse il completamento del repertorio di cui Sergio Rossetti ha editato per ora la prima tranche, nella quale si fornisce la descrizione - stringata ma completa - di quasi duemilacinquecento guide dedicate alla "città eterna". L'arco cronologico delle pubblicazioni prese in considerazione è assai ampio, poiché va dalle origini della stampa a tutto il XIX secolo, e per la prima volta - secondo quanto dichiarato dall'autore stesso - l'indagine non è stata circoscritta a specifici soggetti (come palazzi, vie, riti ecc.) o a tipologie bibliografiche definite. Infatti, tutti quei testi che hanno come focus Roma e la vita romana nei suoi differenti aspetti sono stati ugualmente ritenuti utili - anzi, indispensabili - a fornire un quadro il più vasto possibile dell'interesse che nei secoli gli scrittori hanno portato all'Urbe.
L'importanza di lavori bibliografici simili a questo ora pubblicato da Olschki non risiede naturalmente in modo esclusivo nell'abilità, sia pur assolutamente necessaria, dell'esercizio repertoriale che l'autore si impegna a svolgere nel modo più acribico, consapevole del fatto che quanto maggiore è la massa dei dati da riordinare (Rossetti qui denuncia per l'opera completa circa diecimila titoli!) tanto più sottile dovrà essere l'elaborazione metodologica: e a definire la base normativa assume particolare rilievo per la premessa scientifica l'esposizione dei criteri di scelta e di ordinamento. In realtà, aldilà dei problemi organizzatorî sottesi alla realizzazione di un catalogo - tematiche di grande spessore teorico ma destinate ai soli addetti ai lavori -, ciò che peculiarmente interessa colui che consulta è quanto sia ampia e approfondita la rassegna, cioè se e quanto essa rappresenti in modo esaustivo l'universo tematico preso in considerazione. A tale proposito, Rossetti fornisce alcuni ordini di grandezza che ci aiutano a "ponderare" meglio le caratteristiche della sua ricerca: ha proceduto allo spoglio di un centinaio di repertori e ha incrementato - per questa prima sezione - di oltre il settanta per cento il numero dei titoli raccolti nell'omologo e basilare lavoro dello Schudt (Le guide di Roma, Wien, 1930).
Il primo volume di quest'ambiziosa proposta editoriale raccoglie descrizioni di opere che furono pensate e scritte secondo le caratteristiche letterarie o bibliografiche delle guide "turistiche": la loro analisi fisica, i cui criteri sono esposti nelle pagine introduttive, è completata dalla citazione dei repertori o dei cataloghi nei quali i testi sono o non sono stati riscontrati. L'ordinamento cronologico consente, a chi voglia avventurarsi in una lettura sequenziale, di percorrere in modo fluido l'evolversi della tradizione libraria, che ci appare nel suo complesso fortemente conservativa, perché usa a riprodurre – talvolta con cadenze molto regolari – modelli espositivi e narratologici già collaudati.
Per la ricostruzione di un completo orizzonte editoriale non si può prescindere dall'utilizzo dei quattro indici che corredano il repertorio: autori, titoli, luoghi di stampa, stampatori. Scorrendo in successione le numerose occorrenze di titoli uguali, o comunque tra loro molto simili, si delineano in modo quasi automatico dei veri e propri stemmi bibliografici. Lo studioso la cui curiosità sia stata solleticata da tali o altre palesi similitudini avrà poi cura di verificare sul campo con più meditate indagini se quegli stessi stemmi costituiscano la proiezione di autentiche filiazioni testuali, o se non furono piuttosto innocenti artifici finalizzati a ridestare volta per volta la "memoria" del mercato.
Ci pare anche di particolare interesse una lettura trasversale di catalogo e indici per quantificare (e qualificare) la produzione non italiana. Già la vocazione internazionale dell'argomento "Roma" viene posta in risalto nell'introduzione dall'autore stesso, che spiega pure come la vastità ed eterogeneità del pubblico cui il repertorio è destinato ha fatto privilegiare nella stesura del testo l'impiego della lingua inglese, "franca" (tale scelta può in effetti anche aver orientato la metodica descrittiva).
Per scorrere quindi a ritroso nel tempo lungo le radici dell'attuale interesse sovranazionale per la nostra città appare stimolante indagare la molteplice provenienza geografica e culturale dei libri censiti. Infatti, incrociare adeguatamente le occorrenze straniere di autori, titoli e luoghi di edizione rende forse possibile aggiungere qualche inedito dettaglio bibliografico al profilo di una cultura paneuropea con cui abbiamo ormai una tale familiarità da smarrire la percezione della sua originaria dovizia. Di sicuro, gli esponenti di questa cultura hanno mostrato nei secoli - come vivacemente esemplifica Laura Biancini nel saggio introduttivo, suscitando nel lettore ulteriori curiosità esplorative - un forte interessamento per Roma: poiché essa rappresentava per loro, sì, il fulcro di una comune memoria storica continentale, ma soprattutto era, ed è, anche la sede di quella diuturna frequentazione con la sacralità, le cui pratiche talvolta devianti hanno sempre costituito per i forestieri materia d'attrazione, fascino e scandalo.

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