Rino Pensato, La raccolta locale
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Abstract
Rino Pensato. La raccolta locale. Milano: Editrice Bibliografica, 2000. 230 p. ISBN 88-7075-556-8. Eur 15,49.
Un manuale pratico, un prontuario, viene definito dallo stesso autore questo libro. In ogni caso non si tratta di una nuova edizione del volume del 1984, Le fonti locali in biblioteca, di cui Rino Pensato era stato coautore con Valerio Montanari. In quello la trattazione era distesa, riportando le varie posizioni del dibattito sul tema della storia locale, della documentazione locale nel loro svilupparsi nel tempo, fino a occuparsi degli aspetti riguardanti il personale. Adesso sembra che finalmente sia giunto il momento di sistematizzare, sedimentare in una guida pratica i criteri della buona gestione di questa componente essenziale della missione di ogni biblioteca pubblica, tanto centrale quanto dibattuta e a volte insufficientemente valorizzata. Una guida pratica quindi, sia per le nuove generazioni che si affacciano alla professione, sia per chi decida solo ora di portare a compimento un progetto, non sempre e non in ogni biblioteca abbastanza curato in tutte le sue implicazioni.Proprio per questo quindi, prima di passare alla seconda parte, la più corposa del volume, quella dedicata alla gestione della raccolta, era doveroso e inevitabile riassumere e piuttosto diremmo portare a epilogo e sintesi i principi che danno motivo a una raccolta locale, come raccolta speciale nella biblioteca pubblica. Dopo aver esaurito in poche pagine del primo capitolo la rievocazione del dibattito storico sui temi della biblioteca e la memoria storica locale, dove si accenna agli antichi problemi dell'erudizione, alla cerniera fra le funzioni generali della biblioteca e quelle specializzate in storia locale, alla tensione necessaria non tanto verso la conservazione quanto verso la trasmissione del sapere e lo sviluppo delle conoscenze, l'attenzione si rivolge interamente ai temi di maggiore attualità.Chi non abbia dato importanza in passato allo sviluppo di questa raccolta e ai servizi che in essa trovano origine, forse oggi, nell'epoca di Internet, potrebbe sentirvisi ancor meno incline. È proprio su questo punto invece che l'autore riesce a essere innovativo rispetto alla tradizione e ai temi del volume del 1984, e allo stesso tempo anche convincente.La questione non era di poco conto e la letteratura cui fare riferimento si trova a uno stadio di elaborazione ancora iniziale, come lo sono di fatto le esperienze, in questa nostra attuale fase detta della “biblioteca ibrida”.I principi generali trovano il loro fondamento sia nel Manifesto Unesco sia nelle Linee guida per le biblioteche pubbliche dell'IFLA, che nella loro ultima edizione escono definitivamente solo un anno dopo questo libro, al quale sono note solo le versioni preliminari. Il punto di riferimento specializzato è sempre di ambito anglosassone, ed è il lavoro di John Hobbs, Local history and the library, risalente al 1962. Dopo l'avvento di Internet ci sono nuove esperienze, nuove idee, ma ovviamente è ancora presto perché si possa parlare di nuove soluzioni. La proposta del nostro autore, sullo stimolo di riflessioni, questa volta provenienti dalla biblioteconomia francese degli ultimi decenni, è molto semplice: l'unico modello possibile per affrontare il dilemma localismo-globalizzazione è la biblioteca pubblica localmente universale. Non ci soffermeremo qui su questo concetto per nulla togliere al piacere della lettura del testo integrale, al quale non potremmo rendere ragione in poche parole.La prima data in cui si iniziò a lavorare per una raccolta locale in biblioteca è forse il 1824, quando a Londra la Guildhall Library si dedicò ai documenti sulla City. A quasi due secoli di distanza, e dopo l'inizio dell'epoca di Internet, ha un senso riconfermare che la raccolta locale è un progetto che deve trovare volontà e riferimenti di continuità, e che deve prevedere l'affluenza costante in biblioteca di documentazione secondo un programma sistematico e coordinato, sulla cui base organizzare anche la fornitura di servizi specializzati e mirati. Principi e linee guida autorevoli, esempi di carte delle collezioni e statuti bibliografici costituiscono così, anche in un manuale pratico come questo, materiali utilissimi e riferimenti concreti, dei quali vengono proposte non solo le indicazioni bibliografiche, ma anche interi brani introdotti da commenti.
La seconda parte del volume, più cospicua, passa quindi a trattare in modo esauriente e sistematico ogni aspetto della gestione della raccolta e i suoi servizi. Il modello organizzativo interno suggerito è, secondo la tradizione più affermata, quello di dare alla raccolta una configurazione a sé stante all'interno della biblioteca. Sono descritti cinque modelli autorevoli ed effettivamente praticati: il dipartimento di studi locali, nel caso di biblioteche medio grandi; la raccolta locale chiusa o riservata nel caso di fondi o documenti antichi; lo scaffale aperto nel caso di raccolte di piccole dimensioni; la raccolta distribuita, ma recuperabile attraverso il catalogo; la raccolta mista e articolata in più sezioni. Esiste inoltre un modello di gestione che riguarda la cooperazione, che può presentarsi in tre modi: raccolta centralizzata, raccolta centralizzata con nuclei diffusi, varie raccolte con una centralizzazione di tipo virtuale. Nell'abbondante argomentazione, occorre dire che proprio il modello di gestione in rete resta quello meno accuratamente esposto ed esemplificato, a riprova del fatto che l'intera trattazione cui è dedicato questo volume posa non su teorie, ma su esperienze e su risultati concreti conseguiti e verificabili, cosicché dove le testimonianze si fanno meno copiose anche l'esposizione diventa più sintetica.La raccolta locale viene quindi affrontata nei suoi vari aspetti, tra i quali quello della copertura geografica è tra i più scottanti e delicati, e alla cui definizione vengono offerti parametri utili per chi abbia bisogno di risolvere concretamente il problema di delimitare la propria area di riferimento. Centrale alla trattazione inoltre l'ampio capitolo sulla connessione locale, corredato, come numerose altre parti del libro, e così come si conviene a un manuale pratico, di sintetiche tavole riepilogative. È qui, in sostanza, che viene stabilito cosa sia da ritenersi documento locale, lasciando tuttavia spazio a un'interpretazione più ampia rispetto a quella più propriamente intesa, tramite la definizione di uno schema a due livelli. Suggerimenti pratici per lo sviluppo della raccolta, esempi di statuti bibliografici, fonti, politica dei doni, controllo della produzione e metodi di censimento degli enti produttori, rapporto con archivi e musei, fanno parte delle indicazioni che, utilizzate come linee guida, o come liste di controllo, non risulteranno prive di utilità anche per chi abbia già al suo attivo una lunga esperienza professionale. Più sintetico invece il capitolo dedicato alla catalogazione, classificazione e indicizzazione, anche se non privo di interesse in particolare per la parte dedicata alla collocazione.
Concludono il libro alcuni capitoli sui servizi al pubblico e altre attività. Pur essendo una semplice sistematizzazione di pratiche più o meno diffuse, anche questa parte rappresenta tuttavia una forte utilità proprio per il valore di ricognizione dei vari tipi di servizi che trovano effettivamente fondamento nella raccolta locale: informazioni generali, speciali, personalizzate e inoltre pubblicazioni, promozioni, mostre, attività didattiche.Per chi operi nelle biblioteche pubbliche non può esservi quindi più scusante per rinviare la decisione. E per chi volesse pensare che la materia possa riguardare solo piccole biblioteche, o comunque solo comunità di limitate dimensioni, varie pagine del volume sono dedicate alle raccolte locali nelle biblioteche delle grandi città storiche, avvalorate dalla citazione delle raccolte delle città di Monaco, Lione, Londra (Guildhall Library), Liverpool, Birmingham, Leeds, Manchester, Cambridge, Derby, York.La raccolta locale ha ora una guida contenente la miglior pratica. Si potranno fare scelte diverse, altri percorsi, ma non si potrà comunque ignorarla. Per chi desideri innovare, Internet soprattutto è un capitolo quasi del tutto da scrivere. Il volume non trascura di suggerire qualche punto di partenza per la navigazione, soprattutto qualche sito da cui trarre ispirazione. Ma molto tempo e molti tentativi ancora pensiamo che ci separino dal momento in cui si potrà iniziare a sistematizzare la materia anche sui criteri di gestione delle raccolte digitali e dei servizi locali a distanza.
Un manuale pratico, un prontuario, viene definito dallo stesso autore questo libro. In ogni caso non si tratta di una nuova edizione del volume del 1984, Le fonti locali in biblioteca, di cui Rino Pensato era stato coautore con Valerio Montanari. In quello la trattazione era distesa, riportando le varie posizioni del dibattito sul tema della storia locale, della documentazione locale nel loro svilupparsi nel tempo, fino a occuparsi degli aspetti riguardanti il personale. Adesso sembra che finalmente sia giunto il momento di sistematizzare, sedimentare in una guida pratica i criteri della buona gestione di questa componente essenziale della missione di ogni biblioteca pubblica, tanto centrale quanto dibattuta e a volte insufficientemente valorizzata. Una guida pratica quindi, sia per le nuove generazioni che si affacciano alla professione, sia per chi decida solo ora di portare a compimento un progetto, non sempre e non in ogni biblioteca abbastanza curato in tutte le sue implicazioni.Proprio per questo quindi, prima di passare alla seconda parte, la più corposa del volume, quella dedicata alla gestione della raccolta, era doveroso e inevitabile riassumere e piuttosto diremmo portare a epilogo e sintesi i principi che danno motivo a una raccolta locale, come raccolta speciale nella biblioteca pubblica. Dopo aver esaurito in poche pagine del primo capitolo la rievocazione del dibattito storico sui temi della biblioteca e la memoria storica locale, dove si accenna agli antichi problemi dell'erudizione, alla cerniera fra le funzioni generali della biblioteca e quelle specializzate in storia locale, alla tensione necessaria non tanto verso la conservazione quanto verso la trasmissione del sapere e lo sviluppo delle conoscenze, l'attenzione si rivolge interamente ai temi di maggiore attualità.Chi non abbia dato importanza in passato allo sviluppo di questa raccolta e ai servizi che in essa trovano origine, forse oggi, nell'epoca di Internet, potrebbe sentirvisi ancor meno incline. È proprio su questo punto invece che l'autore riesce a essere innovativo rispetto alla tradizione e ai temi del volume del 1984, e allo stesso tempo anche convincente.La questione non era di poco conto e la letteratura cui fare riferimento si trova a uno stadio di elaborazione ancora iniziale, come lo sono di fatto le esperienze, in questa nostra attuale fase detta della “biblioteca ibrida”.I principi generali trovano il loro fondamento sia nel Manifesto Unesco sia nelle Linee guida per le biblioteche pubbliche dell'IFLA, che nella loro ultima edizione escono definitivamente solo un anno dopo questo libro, al quale sono note solo le versioni preliminari. Il punto di riferimento specializzato è sempre di ambito anglosassone, ed è il lavoro di John Hobbs, Local history and the library, risalente al 1962. Dopo l'avvento di Internet ci sono nuove esperienze, nuove idee, ma ovviamente è ancora presto perché si possa parlare di nuove soluzioni. La proposta del nostro autore, sullo stimolo di riflessioni, questa volta provenienti dalla biblioteconomia francese degli ultimi decenni, è molto semplice: l'unico modello possibile per affrontare il dilemma localismo-globalizzazione è la biblioteca pubblica localmente universale. Non ci soffermeremo qui su questo concetto per nulla togliere al piacere della lettura del testo integrale, al quale non potremmo rendere ragione in poche parole.La prima data in cui si iniziò a lavorare per una raccolta locale in biblioteca è forse il 1824, quando a Londra la Guildhall Library si dedicò ai documenti sulla City. A quasi due secoli di distanza, e dopo l'inizio dell'epoca di Internet, ha un senso riconfermare che la raccolta locale è un progetto che deve trovare volontà e riferimenti di continuità, e che deve prevedere l'affluenza costante in biblioteca di documentazione secondo un programma sistematico e coordinato, sulla cui base organizzare anche la fornitura di servizi specializzati e mirati. Principi e linee guida autorevoli, esempi di carte delle collezioni e statuti bibliografici costituiscono così, anche in un manuale pratico come questo, materiali utilissimi e riferimenti concreti, dei quali vengono proposte non solo le indicazioni bibliografiche, ma anche interi brani introdotti da commenti.
La seconda parte del volume, più cospicua, passa quindi a trattare in modo esauriente e sistematico ogni aspetto della gestione della raccolta e i suoi servizi. Il modello organizzativo interno suggerito è, secondo la tradizione più affermata, quello di dare alla raccolta una configurazione a sé stante all'interno della biblioteca. Sono descritti cinque modelli autorevoli ed effettivamente praticati: il dipartimento di studi locali, nel caso di biblioteche medio grandi; la raccolta locale chiusa o riservata nel caso di fondi o documenti antichi; lo scaffale aperto nel caso di raccolte di piccole dimensioni; la raccolta distribuita, ma recuperabile attraverso il catalogo; la raccolta mista e articolata in più sezioni. Esiste inoltre un modello di gestione che riguarda la cooperazione, che può presentarsi in tre modi: raccolta centralizzata, raccolta centralizzata con nuclei diffusi, varie raccolte con una centralizzazione di tipo virtuale. Nell'abbondante argomentazione, occorre dire che proprio il modello di gestione in rete resta quello meno accuratamente esposto ed esemplificato, a riprova del fatto che l'intera trattazione cui è dedicato questo volume posa non su teorie, ma su esperienze e su risultati concreti conseguiti e verificabili, cosicché dove le testimonianze si fanno meno copiose anche l'esposizione diventa più sintetica.La raccolta locale viene quindi affrontata nei suoi vari aspetti, tra i quali quello della copertura geografica è tra i più scottanti e delicati, e alla cui definizione vengono offerti parametri utili per chi abbia bisogno di risolvere concretamente il problema di delimitare la propria area di riferimento. Centrale alla trattazione inoltre l'ampio capitolo sulla connessione locale, corredato, come numerose altre parti del libro, e così come si conviene a un manuale pratico, di sintetiche tavole riepilogative. È qui, in sostanza, che viene stabilito cosa sia da ritenersi documento locale, lasciando tuttavia spazio a un'interpretazione più ampia rispetto a quella più propriamente intesa, tramite la definizione di uno schema a due livelli. Suggerimenti pratici per lo sviluppo della raccolta, esempi di statuti bibliografici, fonti, politica dei doni, controllo della produzione e metodi di censimento degli enti produttori, rapporto con archivi e musei, fanno parte delle indicazioni che, utilizzate come linee guida, o come liste di controllo, non risulteranno prive di utilità anche per chi abbia già al suo attivo una lunga esperienza professionale. Più sintetico invece il capitolo dedicato alla catalogazione, classificazione e indicizzazione, anche se non privo di interesse in particolare per la parte dedicata alla collocazione.
Concludono il libro alcuni capitoli sui servizi al pubblico e altre attività. Pur essendo una semplice sistematizzazione di pratiche più o meno diffuse, anche questa parte rappresenta tuttavia una forte utilità proprio per il valore di ricognizione dei vari tipi di servizi che trovano effettivamente fondamento nella raccolta locale: informazioni generali, speciali, personalizzate e inoltre pubblicazioni, promozioni, mostre, attività didattiche.Per chi operi nelle biblioteche pubbliche non può esservi quindi più scusante per rinviare la decisione. E per chi volesse pensare che la materia possa riguardare solo piccole biblioteche, o comunque solo comunità di limitate dimensioni, varie pagine del volume sono dedicate alle raccolte locali nelle biblioteche delle grandi città storiche, avvalorate dalla citazione delle raccolte delle città di Monaco, Lione, Londra (Guildhall Library), Liverpool, Birmingham, Leeds, Manchester, Cambridge, Derby, York.La raccolta locale ha ora una guida contenente la miglior pratica. Si potranno fare scelte diverse, altri percorsi, ma non si potrà comunque ignorarla. Per chi desideri innovare, Internet soprattutto è un capitolo quasi del tutto da scrivere. Il volume non trascura di suggerire qualche punto di partenza per la navigazione, soprattutto qualche sito da cui trarre ispirazione. Ma molto tempo e molti tentativi ancora pensiamo che ci separino dal momento in cui si potrà iniziare a sistematizzare la materia anche sui criteri di gestione delle raccolte digitali e dei servizi locali a distanza.
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