Gli incunaboli della Biblioteca provinciale di Salerno

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Marielisa Rossi

Abstract

Gli incunaboli della Biblioteca provinciale di Salerno, catalogo a cura di Giuseppe Gianluca Cicco e Anna Maria Vitale. Salerno: Provincia. Settore beni culturali Musei e biblioteche, Biblioteca provinciale, 2002. 246 p.: ill.
Non tragga in inganno il titolo del volume; non si tratta, infatti, solo del catalogo del patrimonio incunabulistico della Biblioteca provinciale di Salerno, bensì di un articolato resoconto dell'attento scavo compiuto sul fondo, sia dal punto di vista del contenuto letterario (autori e opere) sia dal punto di vista più squisitamente bibliografico. Precedono, infatti, il catalogo vero e proprio il contributo di Vittoria Bonani intitolato Andrea Sinno e il recupero del 'Patrimonio raro e di pregio', 1925-1944 che riferisce sull'attività di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio librario, svolta nel ventennio fascista dall'allora direttore della Biblioteca Andrea Sinno; l'Introduzione a cura di Cicco e Vitale, i quali evidenziano peculiarità bibliografiche degli esemplari (in particolare, varianti di edizione e carattere di rarità; quest'ultima deducibile anche dalla Tavola di confronto quantitativo tra gli incunaboli posseduti dalla Biblioteca Provinciale e quelli segnalati da IGI e ISTC); la ricostruzione delle stratificazioni della raccolta, consegnata nel saggio I fondi di provenienza e sinteticamente esplicitata nella Tabella dei possessori e, infine, come si diceva, un'analisi storico-letterario del fondo (Gli autori e le opere di Cicco), costituito per una buona metà da edizioni di opere di scrittori francescani, circostanza facilmente spiegabile se si pensa ai conventi dai quali in gran parte provengono i libri.E veniamo al catalogo: 78 edizioni descritte, databili nell'ultimo quarto del XV secolo, per un totale di 83 esemplari, la cui scheda è stata impostata in modo tale da presentare una zona di notizie normalizzata e abbreviata (intestazione e titolo, contributi secondari e note tipografiche) e una zona più ampia con la descrizione fisica, le note di edizione, le note di esemplare (esclusa l'indicazione di altre opere rilegate assieme all'edizione descritta, che risulta essere l'ultima nota nella scheda), le eventuali indicazioni di varianti (riportate in questo punto della descrizione e non all'interno delle note di edizione) e la bibliografia.Una ricca serie di rappresentazioni grafiche fa apprezzare le molte valenze di carattere editoriale rilevate negli esemplari e consente un'analisi quantitativa per: distribuzione cronologica delle edizioni e distribuzione delle edizioni per luoghi di pubblicazione e stampa; suddivisione delle edizioni per formato e loro distribuzione cronologica; suddivisione delle edizioni per formato bibliografico; suddivisione delle edizioni per lingua del testo principale; suddivisione cronologica delle edizioni per carattere tipografico principale). Seguono, infine, i consueti indici (tavola delle concordanze degli incunaboli, indice cronologico delle edizioni, indice delle intestazioni principali e secondarie; indice dei luoghi di pubblicazione o di stampa).Lo spirito critico con cui lo scavo è stato condotto e la struttura del catalogo hanno reso possibile il raggiungimento degli obiettivi proposti (1. assegnazione dell'individuo, esemplare, ad una classe bibliografica e ad eventuali sottoclassi; 2. conoscenza del fondo e della sua stratificazione); circostanza questa che fa accettare le scelte, se pur non tutte perspicue, operate in merito alla successione dei dati descrittivi e alla loro presentazione (per esempio, la trascrizione di porzioni di testo da altri esemplari, si veda la scheda n. 7, 13, 76) e alcune fastidiose alternanze lessicali ("secentesca" e "seicentesca"), che talvolta convivono anche all'interno di una stessa scheda, evidentemente sfuggite alla revisione finale.

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