Fund raising: un'attività a 360 gradi. L'esperienza di due biblioteche dell'Università di Bologna
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Abstract
Il presente articolo scaturisce dalla riflessione sulle esperienze di fund raising portate avanti negli ultimi cinque anni da due biblioteche dell'Ateneo bolognese, la Biblioteca centralizzata del Polo scientifico didattico di Rimini e la Biblioteca centralizzata "Gabriele Goidanich" della Facoltà di Agraria. Entrambe afferenti all'Università di Bologna, le due biblioteche condividono la medesima mission, anche se il territorio in cui si trovano ad operare è diverso. In entrambe le aree infatti sono presenti piccole e medie industrie e aziende agricole, ma mentre il Riminese è caratterizzato da una spiccata vocazione turistica, Bologna si porta dietro una lunga tradizione universitaria.
Nelle esperienze descritte la fase di realizzazione è stata sempre preceduta da una fase preventiva di documentazione, pianificazione, progettazione e scelta che sembra utile condividere con altri bibliotecari – e più in generale addetti al fund raising – nella convinzione che, per quanto attiene al metodo, esse possano essere replicabili anche presso altre strutture.
Presupposto di ogni attività di fund raising è l'analisi dei punti di forza delle biblioteche e la valutazione delle risorse necessarie per mantenere un buon livello di offerta di servizi. Varie sono le modalità possibili per la raccolta di fondi: modalità dirette come donazioni, sponsorizzazioni, scambi, o indirette come sconti e contributi intellettuali; l'articolo le passa brevemente in rassegna con i relativi riferimenti normativi. Viene poi sottolineata l'importanza della comunicazione organizzativa sia verso l'interno che verso l'esterno, quale strumento per la costruzione di quella rete di relazioni che è essenziale per il fund raising. Seguono infine alcuni esempi di reperimento di risorse tratti dall'esperienza delle due biblioteche: dall'individuazione degli interlocutori e delle tecniche prescelte, all'analisi delle criticità emerse volta per volta.
Nelle esperienze descritte la fase di realizzazione è stata sempre preceduta da una fase preventiva di documentazione, pianificazione, progettazione e scelta che sembra utile condividere con altri bibliotecari – e più in generale addetti al fund raising – nella convinzione che, per quanto attiene al metodo, esse possano essere replicabili anche presso altre strutture.
Presupposto di ogni attività di fund raising è l'analisi dei punti di forza delle biblioteche e la valutazione delle risorse necessarie per mantenere un buon livello di offerta di servizi. Varie sono le modalità possibili per la raccolta di fondi: modalità dirette come donazioni, sponsorizzazioni, scambi, o indirette come sconti e contributi intellettuali; l'articolo le passa brevemente in rassegna con i relativi riferimenti normativi. Viene poi sottolineata l'importanza della comunicazione organizzativa sia verso l'interno che verso l'esterno, quale strumento per la costruzione di quella rete di relazioni che è essenziale per il fund raising. Seguono infine alcuni esempi di reperimento di risorse tratti dall'esperienza delle due biblioteche: dall'individuazione degli interlocutori e delle tecniche prescelte, all'analisi delle criticità emerse volta per volta.
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