Un'indagine sulla percezione del servizio bibliotecario pubblico in Italia

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Romano Vecchiet

Abstract

Tra il 23 e il 25 ottobre 1996, ad opera di un istituto di ricerca specializzato in sondaggi d'opinione, la SWG di Trieste, ha preso il via la prima indagine finora effettuata a livello nazionale sulla percezione del servizio bibliotecario pubblico in Italia.

L'indagine, finanziata dall'AIB, grazie a dieci domande poste ad un campione di mille intervistati, selezionato sulla base di tre livelli generali di stratificazione (zona geografica, classe di ampiezza demografica del Comune e sesso), e uniformato in un secondo momento ai dati ISTAT con riferimento all'età, alla scolarità e alla professione, ha fornito alcune importanti valutazioni sull'insieme del servizio erogato in Italia da parte delle biblioteche pubbliche, oltre ad ulteriori dati che riguardano il loro utilizzo.

Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, risulta che il 26,6% del campione intervistato dichiara di frequentare o di avere frequentato "almeno raramente" (con frequenze variabili da meno di tre volte l'anno a più di 25) la biblioteca pubblica, risultato ritenuto da un lato piuttosto soddisfacente se raffrontato con altri sondaggi precedenti sulle abitudini di lettura in Italia, ma dall'altro giudicato ancora modesto, perché non può che confermare la sostanziale marginalità della biblioteca pubblica nel costume sociale e nelle consuetudini culturali degli italiani.

Rispetto invece a un'indagine Eurisko di dodici anni prima, si può con cautela ipotizzare che la quota percentuale di utilizzatori non solo si sia sensibilmente accresciuta rispetto a chi non frequentava le biblioteche, ma abbia potuto annoverare - in percentuali non più così trascurabili - condizioni professionali tra i propri utenti che si configurano non esclusivamente come studenti e insegnanti, o classi di età anche superiori ai 24 anni, segno di una maggiore vitalità della biblioteca intesa come servizio pubblico proposto a tutti.

Le domande mirate alla valutazione del servizio sono state, da parte del subcampione che frequenta le biblioteche pubbliche, molto positive: quasi la totalità del subcampione esprime un giudizio di sufficienza (il 93% circa), soddisfacenti appaiono anche le risposte sulla preparazione culturale e professionale del responsabile della biblioteca, sulla dotazione di libri e sugli orari di apertura. L'indagine si è conclusa con due domande sulla gratuità del servizio (sulla quale la quasi totalità del subcampione si pronunciava positivamente) e sulla disponibilità a finanziare, mediante un contributo in denaro proporzionale al reddito, un progetto di potenziamento della biblioteca pubblica della città dell'intervistato. Quest'ultima domanda ha visto più favorevoli i giovani e gli anziani (che avevano valutato con maggiore magnanimità anche il servizio nel suo complesso), mentre i soggetti che attualmente subiscono maggiormente la pressione fiscale (35-54enni) si sono dimostrati più cauti o contrari.

Permangono, comunque, le grandi differenze fra Nord e Sud del paese, non solo sull'utilizzo ma anche sulla valutazione del servizio (nonostante la sorprendente eccezione delle Isole), segno di una condizione di insufficienza ancora lontana dal raggiungimento di un punto di equilibrio. Tra le condizioni professionali, accanto alla maggioritaria presenza di studenti e insegnanti che da sempre connotano il mondo delle biblioteche, emergono sia tra gli utilizzatori sia tra coloro che ne danno una valutazione spesso positiva varie categorie. Se agricoltori e imprenditori permangono tra i non utilizzatori, varie professioni si affacciano, sia pure timidamente, fra i frequentatori della biblioteca pubblica: per esempio, il 15,4% dei liberi professionisti dichiara di frequentarla spesso, mentre il 39,7% definisce buono il servizio offerto. È un debole ma significativo segnale che anche nell'universo da tempo chiuso e impermeabile della biblioteca pubblica in Italia, legato a doppio filo alla scuola e all'università, comincia a mutare sensibilmente l'utenza, oggi più variegata e attenta ai servizi innovativi che la biblioteca è in grado di offrire e proporre.

ROMANO VECCHIET, Biblioteca civica "V. Joppi", piazza Marconi 8, 33100 Udine.

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