Il linguaggio SGML/XML e la descrizione di manoscritti
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Abstract
Il progetto MASTER (Manuscript Access through Standards for Electronic Records), sovvenzionato dalla Comunità Europea, sta elaborando una Document Type Definition per manoscritti medioevali in linguaggio SGML (Standard Generalized Murk-up Language) e sta approntando alcuni strumenti informatici compatibili con questo standard, che permettano di creare e gestire i file SGML contenenti descrizioni di codici. Leader del progetto è il Centre for Technology and the Arts della De Montfort University (Leicester) e vi partecipano la Koninklijke Bibliotheek dell'Aia, l'Arnamagnaean Institute di Copenaghen, l'Institut de recherche et d'histoire des textes francese, la Biblioteca nazionale della Repubblica Ceca (Praga), l'Università di Oxford, il Bildarchiv Foto Marburg e la IBM UK. L'esperienza procede in stretta collaborazione con quella realizzata negli Stati Uniti dalla Text Encoding Iniziative (TEI).
Dopo avere dato una visione di insieme della DTD elaborata da questo progetto, che può contenere sia dati precisamente strutturati sia informazioni discorsive, il presente contributo ne verifica la compatibilità con alcune schede di manoscritti recentemente pubblicate in cataloghi italiani.
Quindi vengono valutate le risorse necessarie ad una biblioteca che decidesse di catalogare i propri codici seguendo la traccia avviata da questa esperienza. Il mercato informatico offre una grande varietà di strumenti compatibili con lo standard SGML/XML che, per la loro semplicità, potrebbero essere usati anche in biblioteca per catalogare i manoscritti creando documenti del tipo descritto.
Infine sono descritte delle applicazioni sperimentali, realizzate all'Università di Milano, che permettono di importare schede di manoscritti in SGML/XML all'interno di MANUS (software di catalogazione dei manoscritti distribuito dall'Istituto Centrale per il Catalogo Unico) e contemporaneamente sono in grado di esportare descrizioni di MANUS in file SGML/XML.
Dall'analisi condotta risulta che tale formato permette di rispondere a molte delle esigenze tipiche della catalogazione dei manoscritti. Infatti esso consente di realizzare raccolte di informazioni passibili di correzioni, sviluppi e nuovi collegamenti, per esempio utilizzando lavori anche parziali come il recupero di cataloghi antichi o le schede realizzate in occasione di una mostra, in modo che nessun risultato, una volta raggiunto, vada mai perduto. Inoltre, gli strumenti informatici impiegati fino a oggi in Italia nella raccolta dei dati relativi a manoscritti non rispondono a tutte le esigenze dei catalogatori e degli studiosi, per esempio perché è spesso difficile forzare tante e tanto varie informazioni di natura storica all'interno delle griglie tipiche di un database. Il formato SGML/XML, invece, oltre a garantire la interscambiabilità dei dati, risponde sia alla necessità di strutturazione delle informazioni sia alla necessità di offrire testi contenenti informazioni non strutturate, senza imporre scomode e costose duplicazioni dei processi di immissione dei dati.
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