Le biblioteche pubbliche alle soglie della società della conoscenza
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Abstract
Le biblioteche pubbliche, i cui clienti sono l'intera società, hanno percepito più di altre le possibili modificazioni derivanti dal mercato emergente della cosiddetta "informazione globale" e hanno iniziato un percorso di ridefinizione del loro posizionamento. Si capisce che le biblioteche pubbliche avranno nuovi concorrenti, ma non è facile trovare una strategia. Infatti, sono ancora molte le variabili interdipendenti, e molteplici i possibili scenari derivabili non solo dall'innovazione tecnologica, ma anche dai processi di mutamento economico, politico, sociale e culturale che si produrranno in conseguenza alla concorrenza fra i mercati, alle politiche dei governi, alle nuove legislazioni nel settore. È quanto mai evidente, quindi, che non c'è un solo futuro che dobbiamo sforzarci di prevedere. Del resto, se il cambiamento è posto al centro della riflessione sulla qualità dalle più aggiornate teorie di management, è importante pensare che non mancheranno certamente opportunità per il cambiamento. Questo sembra essere il dibattito attuale a livello internazionale, seguendo un processo che deve essere proseguito, un processo che, aldilà dell'irruenza con la quale Internet, ma non solo Internet, ha sconvolto il settore dell'informazione e della comunicazione, è molto più lento nel manifestare le sue conseguenze nei più vari aspetti dell'organizzazione sociale e quindi anche nell'organizzazione delle biblioteche.
Forti della certezza che lungo sarà il tempo durante il quale le risorse cartacee dovranno convivere con quelle elettroniche, i bibliotecari non hanno cessato di formulare ipotesi anche molto dirompenti sul futuro, e vi è chi pensa che la biblioteca virtuale annullerà le differenze fra diversi tipi di biblioteche.
Attraverso i contributi dei bibliotecari sulla realtà e le esperienze delle biblioteche danesi, inglesi, scozzesi, statunitensi, vengono mostrati i cambiamenti nell'organizzazione e nei servizi. Biblioteche digitali, reference a distanza, catalogo universale, prestito interbibliotecario su scala mondiale sono così le innovazioni, o le ipotesi di innovazione che impegnano i bibliotecari nel loro dibattito professionale. Emerge infine sopra ogni altro argomento il tema del management, la capacità sempre più necessaria di saper prevedere le aspettative degli utenti e corrispondervi velocemente, capire costi, fissare prezzi, recuperare risorse, gestire personale, dimostrare il valore di ciò che si vende. E poiché appunto le biblioteche sono espressione della società che devono servire, anche su questo occorre capire quali sono le aspettative che si stanno manifestando. È possibile allora immaginare le biblioteche pubbliche del futuro come luoghi di divertimento e di esperienze virtuali, ma anche come elementi fondamentali nella società della conoscenza, in cui diventerà diffusa l'applicazione delle tecnologie intelligenti.
Nel panorama internazionale la situazione italiana si colloca con difficoltà, per il fatto che è assente una programmazione politica nazionale per le biblioteche, mentre quella sull'informazione non assegna ad esse alcun ruolo. La Dichiarazione di Copenaghen richiama i governi a definire una politica nazionale dell'informazione, che riconosca il ruolo unico e vitale delle biblioteche pubbliche e le sostenga con un'adeguata legislazione, ma in Italia si sente fortemente la carenza di un coordinamento nazionale che definisca i diversi compiti e le forme di cooperazione tra i vari livelli istituzionali.
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