Re-constructing the book: literary texts in transmission
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Abstract
Introdotto da un'illuminante messa a fuoco dei propri obiettivi principali ad opera della curatrice Maureen Bell, docente al Dipartimento di Inglese dell'Università di Birmingham e nota studiosa di storia dell'editoria e del commercio librario, il testo pubblicato dalla casa editrice Ashgate offre una collezione di saggi critici di alcuni fra i maggiori studiosi inglesi contemporanei di letteratura, di storia del libro e dell'editoria e di scienze bibliografiche, scelti e reciprocamente organizzati per offrire al lettore la possibilità di comprendere fino a che punto la critica letteraria inglese degli ultimi decenni del secolo abbia assorbito il concetto di un'analisi del testo necessariamente inseparabile da una analisi del libro come oggetto fisico, avente una propria storia e una propria materialità in sé stesse significanti.
L'introduzione della curatrice ricostruisce su un piano storico le fila di questa evoluzione del pensiero critico moderno in ambito anglosassone analizzando come la critica letteraria degli ultimi decenni del secolo - sulla scia della nascita di un nuovo concetto di sociologia della letteratura influenzato soprattutto dalla storiografia francese e dall'applicazione delle teorie marxiste allo studio dei testi letterari - abbia allargato e approfondito il proprio ambito di ricerca, spostandone il centro di attenzione da quella che era la tradizionale analisi del testo inteso come segmento di linguaggio astratto dal contesto storico e sociale a un'analisi del testo esplicitamente e profondamente condizionata dallo studio dei processi di trasmissione e fruizione dell'informazione.
Il testo si propone nel suo insieme l'obiettivo di stimolare ulteriori ricerche in questo senso e di dimostrare su un piano concreto i risultati ottenuti e l'enorme potenziale insito in questo nuovo approccio critico, un approccio appunto caratterizzato da un nuovo rapporto reciproco tra discipline affini ma diverse, tradizionalmente parallele ma ora pensate come necessariamente convergenti. Da questa nuova azione sinergica di critica letteraria, analisi del testo, storia della print culture e scienze bibliografiche nasce la proposta di una rilettura accattivante di alcune tra le opere più significative dei vari periodi storici della letteratura inglese rivissute dal punto di vista di un'analisi multidisciplinare del testo, un'analisi del libro in quanto oggetto avente una propria "vita fisica" complessa, oggetto/soggetto in divenire e non scatola chiusa, condizionato nei modi di lettura e nell'analisi dei suoi significati dal contesto storico, sociale ed economico dei meccanismi della sua distribuzione e fruizione. L'elemento comune agli approcci teorici della moderna critica letteraria e delle moderne scienze bibliografiche diventa proprio questa nuova attenzione alla contingenza, al momento storico-sociale, al rapporto libro/lettore, alla fisicità dell'oggetto libro in quanto contenitore "vivo" di significati in evoluzione.
Re-constructing the book dimostra il cammino di questa evoluzione attraverso la presentazione di 17 saggi di eminenti studiosi inglesi - in particolare docenti delle Università di Leeds e Oxford - organizzati cronologicamente, in modo tale da facilitare anche un uso del testo per sezioni separate, ad esempio all'interno di singoli corsi di storia della letteratura dedicati a periodi storico-letterari precisi. In questa rassegna il libro abbraccia un vasto excursus temporale che va dall'analisi dei problemi editoriali del tempo di Shakespeare al postmoderno passando attraverso esempi che coinvolgono tutte le tradizionali suddivisioni cronologiche della letteratura inglese, dalla Restaurazione al Romanticismo, al Vittorianesimo fino alla letteratura britannica postcoloniale, esplorando a fondo lo straordinario potenziale di questa particolare interpretazione di critica del testo come analisi dei suoi meccanismi di trasmissione e comunicazione all'interno di particolari contesti storici, sociali ed economici. Le possibili tappe e i metodi di questa evoluzione del punto di vista critico vengono così analizzati per sezioni separate ma legate da un unico filo conduttore illuminante proiettato sull'"oggetto" libro.
Mentre nella critica letteraria degli ultimi decenni del secolo il concetto dell'esistenza di valori estetici universali viene variamente messo in discussione (pensiamo alla critica marxista ma anche allo storicismo e alla critica femminista) anche nel campo delle scienze bibliografiche si assiste contemporaneamente alla presa di coscienza di un nuovo concetto di libro come «entità intrinsecamente instabile» che si sostituisce alla vecchia ricerca utopistica di un testo ideale, mitico, un Urbuch mai esistito ma ricostruito in modo da rappresentare il più possibile da vicino l'idea originale dell'autore. Questa duplice evoluzione parallela delle due discipline trova ovviamente nell'epoca di Internet e dell'editoria elettronica il suo compimento emblematico e per certi versi paradossale: mentre da un lato la rivendicata fisicità del testo obbliga a una rilettura dei suoi significati dal punto di vista del contesto storico e sociale è proprio il supporto fisico del libro a sciogliersi e assumere una consistenza sempre più effimera, imponendo all'attenzione dei critici letterari e degli studiosi di storia dell'editoria l'analisi di ritmi totalmente nuovi di durata e di trasmissione dei contenuti.
L'accettazione dell'instabilità dell'oggetto libro, l'accettazione dell'importanza dei condizionamenti dell'involucro sui contenuti e sul modo della loro ricezione, diventa focale per comprendere il futuro dell'evoluzione delle discipline coinvolte nel processo. È proprio nel momento storico della massima metamorfosi concepibile dell'oggetto libro, nel momento storico del passaggio dall'editoria a stampa all'editoria elettronica e soprattutto all'editoria distribuita via rete, nell'attimo della sconcertante rivoluzione rappresentata dal concepimento dell'ipertesto elettronico, nell'istante in cui il libro si spoglia dei suoi limiti fisici tradizionali per diventare un nuovo insieme mutevole di link, bytes e metadati, di traiettorie infinite verso l'esterno di se stesso, che la comprensione della storia di questo processo diventa improcrastinabile. Senza questa necessaria transizione verso una rilettura dell'opera letteraria in quanto libro, in quanto oggetto fisico, non dotato di un significato intrinseco fisso, ideale, concluso in se stesso ma il cui significato nasce da successivi atti interpretativi da parte di chi scrive, di chi produce, stampa, vende e infine acquista e legge, l'evoluzione verso le problematiche dell'editoria del nuovo secolo resterebbe inafferrabile.
Re-constructing the book si propone di ricostruire, appunto, le fila di questo processo di transizione, al tempo stesso storico e critico, colmando il gap che renderebbe quest'evoluzione incomprensibile: ri-costruire, appunto, la materialità del testo per comprendere l'attimo storico della sua annunciata, imminente (definitiva?) smaterializzazione. Nel cogliere i momenti e i metodi di questa transizione il libro compie un ideale processo circolare che va dal saggio di apertura di Lynette Hunter sui problemi editoriali dei "bad quartos" di Romeo and Juliet alla Tempesta postmoderna dei Prospero's Books analizzati nel saggio di Martin Butler, dove il testo-culto shakespeariano diventa, nella rilettura di Greenaway, l'icona assoluta di questa transizione colta nell'istante storico della svolta: un Libro manipolato, trasferito da linguaggio a linguaggio, ri-costruito, estraniato, sviscerato, "aperto" nella sua consistenza fisica in tutti i modi e in tutte le direzioni possibili fino alla profezia di una sua magica capacità di sopravvivenza alle infinite metamorfosi di tutti i suoi innumerabili involucri possibili.
L'introduzione della curatrice ricostruisce su un piano storico le fila di questa evoluzione del pensiero critico moderno in ambito anglosassone analizzando come la critica letteraria degli ultimi decenni del secolo - sulla scia della nascita di un nuovo concetto di sociologia della letteratura influenzato soprattutto dalla storiografia francese e dall'applicazione delle teorie marxiste allo studio dei testi letterari - abbia allargato e approfondito il proprio ambito di ricerca, spostandone il centro di attenzione da quella che era la tradizionale analisi del testo inteso come segmento di linguaggio astratto dal contesto storico e sociale a un'analisi del testo esplicitamente e profondamente condizionata dallo studio dei processi di trasmissione e fruizione dell'informazione.
Il testo si propone nel suo insieme l'obiettivo di stimolare ulteriori ricerche in questo senso e di dimostrare su un piano concreto i risultati ottenuti e l'enorme potenziale insito in questo nuovo approccio critico, un approccio appunto caratterizzato da un nuovo rapporto reciproco tra discipline affini ma diverse, tradizionalmente parallele ma ora pensate come necessariamente convergenti. Da questa nuova azione sinergica di critica letteraria, analisi del testo, storia della print culture e scienze bibliografiche nasce la proposta di una rilettura accattivante di alcune tra le opere più significative dei vari periodi storici della letteratura inglese rivissute dal punto di vista di un'analisi multidisciplinare del testo, un'analisi del libro in quanto oggetto avente una propria "vita fisica" complessa, oggetto/soggetto in divenire e non scatola chiusa, condizionato nei modi di lettura e nell'analisi dei suoi significati dal contesto storico, sociale ed economico dei meccanismi della sua distribuzione e fruizione. L'elemento comune agli approcci teorici della moderna critica letteraria e delle moderne scienze bibliografiche diventa proprio questa nuova attenzione alla contingenza, al momento storico-sociale, al rapporto libro/lettore, alla fisicità dell'oggetto libro in quanto contenitore "vivo" di significati in evoluzione.
Re-constructing the book dimostra il cammino di questa evoluzione attraverso la presentazione di 17 saggi di eminenti studiosi inglesi - in particolare docenti delle Università di Leeds e Oxford - organizzati cronologicamente, in modo tale da facilitare anche un uso del testo per sezioni separate, ad esempio all'interno di singoli corsi di storia della letteratura dedicati a periodi storico-letterari precisi. In questa rassegna il libro abbraccia un vasto excursus temporale che va dall'analisi dei problemi editoriali del tempo di Shakespeare al postmoderno passando attraverso esempi che coinvolgono tutte le tradizionali suddivisioni cronologiche della letteratura inglese, dalla Restaurazione al Romanticismo, al Vittorianesimo fino alla letteratura britannica postcoloniale, esplorando a fondo lo straordinario potenziale di questa particolare interpretazione di critica del testo come analisi dei suoi meccanismi di trasmissione e comunicazione all'interno di particolari contesti storici, sociali ed economici. Le possibili tappe e i metodi di questa evoluzione del punto di vista critico vengono così analizzati per sezioni separate ma legate da un unico filo conduttore illuminante proiettato sull'"oggetto" libro.
Mentre nella critica letteraria degli ultimi decenni del secolo il concetto dell'esistenza di valori estetici universali viene variamente messo in discussione (pensiamo alla critica marxista ma anche allo storicismo e alla critica femminista) anche nel campo delle scienze bibliografiche si assiste contemporaneamente alla presa di coscienza di un nuovo concetto di libro come «entità intrinsecamente instabile» che si sostituisce alla vecchia ricerca utopistica di un testo ideale, mitico, un Urbuch mai esistito ma ricostruito in modo da rappresentare il più possibile da vicino l'idea originale dell'autore. Questa duplice evoluzione parallela delle due discipline trova ovviamente nell'epoca di Internet e dell'editoria elettronica il suo compimento emblematico e per certi versi paradossale: mentre da un lato la rivendicata fisicità del testo obbliga a una rilettura dei suoi significati dal punto di vista del contesto storico e sociale è proprio il supporto fisico del libro a sciogliersi e assumere una consistenza sempre più effimera, imponendo all'attenzione dei critici letterari e degli studiosi di storia dell'editoria l'analisi di ritmi totalmente nuovi di durata e di trasmissione dei contenuti.
L'accettazione dell'instabilità dell'oggetto libro, l'accettazione dell'importanza dei condizionamenti dell'involucro sui contenuti e sul modo della loro ricezione, diventa focale per comprendere il futuro dell'evoluzione delle discipline coinvolte nel processo. È proprio nel momento storico della massima metamorfosi concepibile dell'oggetto libro, nel momento storico del passaggio dall'editoria a stampa all'editoria elettronica e soprattutto all'editoria distribuita via rete, nell'attimo della sconcertante rivoluzione rappresentata dal concepimento dell'ipertesto elettronico, nell'istante in cui il libro si spoglia dei suoi limiti fisici tradizionali per diventare un nuovo insieme mutevole di link, bytes e metadati, di traiettorie infinite verso l'esterno di se stesso, che la comprensione della storia di questo processo diventa improcrastinabile. Senza questa necessaria transizione verso una rilettura dell'opera letteraria in quanto libro, in quanto oggetto fisico, non dotato di un significato intrinseco fisso, ideale, concluso in se stesso ma il cui significato nasce da successivi atti interpretativi da parte di chi scrive, di chi produce, stampa, vende e infine acquista e legge, l'evoluzione verso le problematiche dell'editoria del nuovo secolo resterebbe inafferrabile.
Re-constructing the book si propone di ricostruire, appunto, le fila di questo processo di transizione, al tempo stesso storico e critico, colmando il gap che renderebbe quest'evoluzione incomprensibile: ri-costruire, appunto, la materialità del testo per comprendere l'attimo storico della sua annunciata, imminente (definitiva?) smaterializzazione. Nel cogliere i momenti e i metodi di questa transizione il libro compie un ideale processo circolare che va dal saggio di apertura di Lynette Hunter sui problemi editoriali dei "bad quartos" di Romeo and Juliet alla Tempesta postmoderna dei Prospero's Books analizzati nel saggio di Martin Butler, dove il testo-culto shakespeariano diventa, nella rilettura di Greenaway, l'icona assoluta di questa transizione colta nell'istante storico della svolta: un Libro manipolato, trasferito da linguaggio a linguaggio, ri-costruito, estraniato, sviscerato, "aperto" nella sua consistenza fisica in tutti i modi e in tutte le direzioni possibili fino alla profezia di una sua magica capacità di sopravvivenza alle infinite metamorfosi di tutti i suoi innumerabili involucri possibili.
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