Fund raising e identità istituzionale della biblioteca: quale rapporto?
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Abstract
Nelle biblioteche italiane non sono mancate, negli ultimi anni, riflessioni anche approfondite sull'utilizzo del fund raising e serie iniziative di reperimento e raccolta sistematica di fondi. Nel frattempo, sono però intervenuti alcuni fattori di cambiamento (un'ulteriore contrazione delle risorse disponibili, un aumento delle organizzazioni non profit e culturali che competono sul mercato dei finanziamenti, l'invecchiamento di alcune tecniche del fund raising), che suggeriscono di sviluppare nuovi momenti di elaborazione, soprattutto degli aspetti culturali, etici e di comunicazione della raccolta di fondi, forse sin qui un po' trascurati.
L'articolo si propone, in particolare, di sottolineare il carattere strategico, cognitivo e non solo tecnico del fund raising, collegando quest'ultimo all'affermazione della verità sociale della biblioteca, della sua "buona causa", della sua identità istituzionale. Centrale diventa, a tal proposito, la nozione di accountability, vale a dire la necessità di rendere conto a tutti i soggetti interessati di ciò che si è realizzato, in particolare con risorse ricevute da finanziatori esterni. Più latamente, accountabilityè responsabilità e trasparenza insieme; in altre parole, obbligo di fornire tutte le garanzie necessarie circa la tenuta etica del proprio agire organizzativo. Nella società globale le biblioteche non possono ignorare queste condizioni. Anzi, un intreccio di management accorto, valutazione pertinente, comunicazione mirata e responsabilità etica può diventare, oltre che un autentico punto di forza del fund raising bibliotecario, anche una risorsa per una più estesa legittimazione sociale della biblioteca. A tal fine, l'adozione di una carta dei valori aiuterebbe le biblioteche a comunicare, diffondere e condividere socialmente la propria identità istituzionale, esplicitare il proprio impegno a confrontarla con gli stakeholders, prevedere specifici strumenti e percorsi di valutazione del proprio impatto sociale.
L'articolo si propone, in particolare, di sottolineare il carattere strategico, cognitivo e non solo tecnico del fund raising, collegando quest'ultimo all'affermazione della verità sociale della biblioteca, della sua "buona causa", della sua identità istituzionale. Centrale diventa, a tal proposito, la nozione di accountability, vale a dire la necessità di rendere conto a tutti i soggetti interessati di ciò che si è realizzato, in particolare con risorse ricevute da finanziatori esterni. Più latamente, accountabilityè responsabilità e trasparenza insieme; in altre parole, obbligo di fornire tutte le garanzie necessarie circa la tenuta etica del proprio agire organizzativo. Nella società globale le biblioteche non possono ignorare queste condizioni. Anzi, un intreccio di management accorto, valutazione pertinente, comunicazione mirata e responsabilità etica può diventare, oltre che un autentico punto di forza del fund raising bibliotecario, anche una risorsa per una più estesa legittimazione sociale della biblioteca. A tal fine, l'adozione di una carta dei valori aiuterebbe le biblioteche a comunicare, diffondere e condividere socialmente la propria identità istituzionale, esplicitare il proprio impegno a confrontarla con gli stakeholders, prevedere specifici strumenti e percorsi di valutazione del proprio impatto sociale.
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