Servizi bibliotecari per utenti con disabilità motoria, visiva e uditiva: teoria e pratica

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Mimma De Gasperi
Valentino Callegari

Abstract

Da alcuni anni assistiamo, fortunatamente, all'aumentare della presenza di persone con disabilità all'esterno delle mura domestiche. Grande impulso a questo fenomeno è stato dato sicuramente dalla legislazione vigente, che ha consentito l'accesso e l'integrazione scolastica fino ai più alti ordini di scuola e alle università. Proprio traendo spunto dall'esperienza dell'Università di Padova è stato possibile comprendere quali interventi predisporre affinché persone con disabilità possano fruire interamente dei servizi bibliotecari al pari degli altri utenti. Non va dimenticato inoltre che quanto descritto può essere mutuato per migliorare i servizi anche nei confronti degli utenti anziani, che talvolta, pur non essendo disabili nel senso stretto del termine, manifestano necessità peculiari.
L'obiettivo da perseguire deve essere quello di mettere l'utente disabile in condizioni il più possibile paritarie a quelle degli altri utenti. Consentire alle biblioteche di offrire servizi nel nome dell'autonomia personale significa realmente promuovere una nuova cultura della disabilità.
Il problema iniziale è rappresentato dalla comunicazione, ovvero da come l'utente viene messo al corrente dei materiali di cui può fruire, del luogo in cui essi si trovano, delle modalità con cui può usufruirne ecc.
Supponiamo che il flusso delle informazioni parta dal sito Web della biblioteca: quasi sicuramente persone con disabilità visiva non riusciranno ad accedervi e molto probabilmente persone con disabilità motoria grave agli arti superiori faticheranno non poco a navigarvi.
Supponiamo ora che un utente con disabilità, cercando appunto informazioni, desideri rivolgersi alla biblioteca: quali step dovranno essere superati? Concentriamoci soltanto sulle tre grandi tipologie di disabilità, ovvero sulle disabilità motorie, visive e uditive. Gli utenti che rientrano in una di queste "categorie" dovrebbero poter entrare, poter trovare il personale con cui poter comunicare, poter girare tra i cataloghi, potersi sedere ai tavoli di consultazione, poter leggere.
Anche queste banali attività si rivelano estremamente problematiche se non si provvede all'adeguamento dei cataloghi, alla realizzazione di sale con tavoli idonei regolabili in altezza, all'acquisto di ausili, informatici e non, orientati alle varie tipologie di disabilità nonché, naturalmente, all'abbattimento di tutte le barriere architettoniche che talora precludono anche il solo accesso alla biblioteca. Molto importante risulta inoltre la presenza di un bibliotecario esperto che segua la persona disabile durante la ricerca. Sono necessarie però competenze specifiche che solitamente un bibliotecario non possiede: ecco che si manifesta la necessità di provvedere a un'adeguata formazione di alcuni componenti del personale della biblioteca.
Il compito del bibliotecario nei confronti degli utenti disabili non è far loro accettare la disabilità o escogitare terapie riabilitative particolari: il suo compito consiste nel fornire alla persona con disabilità gli stessi servizi che una persona non disabile può pretendere. Dare per scontato che alcune categorie di persone "non siano in grado" di frequentare una biblioteca perché camminano sulle ruote e leggono con le mani significa compiere un gravissimo atto discriminatorio nei loro confronti. Tale atto è ancora più meritevole di indignazione perché deriva esclusivamente dall'ignoranza di semplici accorgimenti.

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