La ricerca bibliometrica si sta attualmente sviluppando lungo tre direttrici
principali: ricerca di base; applicazione a singole discipline scientifiche;
applicazione alla valutazione della ricerca. I nove contributi raccolti nel
volume rientrano senz'altro nel secondo di questi filoni, essendo dedicati
allo studio bibliometrico della letteratura scientifica prodotta negli Stati
Uniti in una particolare branca delle scienze sociali: le scienze del servizio
sociale (Social work).
La trattazione è compresa entro coordinate molto precise e circoscritte: la bibliometria
è intesa essenzialmente come analisi citazionale, condotta prevalentemente
tramite il Social Science Citation Index dell'ISI, con scarsa attenzione per altri tipi di indicatori
e di strumenti; gli studi presi in considerazione riguardano esclusivamente
articoli pubblicati sulle tradizionali riviste scientifiche peer-reviewed; l'ambito e i destinatari sono tutti interni al mondo accademico
statunitense.
Tale impostazione è in effetti funzionale all'intento degli autori di utilizzare gli
studi bibliometrici e il relativo dibattito come stimolo per fare raggiungere
alla loro disciplina un maggior grado di maturità scientifica e di auto-consapevolezza. Dal punto di vista accademico le scienze
del servizio sociale sono infatti una disciplina recente, non ancora ben consolidata,
e presentano quindi una serie di debolezze rispetto ad altre scienze sociali
più tradizionali: produzione di un minor numero di pubblicazioni; concentrazione
della produzione in pochi autori molto prolifici; un minor tasso di citazione
per gli articoli pubblicati; un tasso di citazione maggiore per gli articoli
pubblicati su riviste non disciplinari ecc. Gli autori intendono perciò stimolare una riflessione tra i ricercatori sui mezzi più adeguati per migliorare la produttività, la qualità e l'impatto della ricerca.
Tra i pregi del volume vi sono la ricca bibliografia - seppure limitata
alla produzione statunitense - e il confronto critico a tutto campo fra Holden,
Rosenberg e Barker e altri autori chiamati a discutere e a valutare i loro
giudizi e le loro proposte circa l'utilità dell'analisi citazionale per lo sviluppo della loro disciplina - a partire
dal presupposto di fondo, cioè l'assunzione del numero di citazioni come indicazione del valore di una pubblicazione
o di un ricercatore.
Dal dibattito emerge un quadro piuttosto completo ed equilibrato
delle potenzialità e dei vantaggi, ma anche dei limiti e dei potenziali rischi degli indicatori
bibliometrici, sia in generale, sia nella loro specifica applicazione alle
scienze sociali. Da questo punto di vista il volume rappresenta senz'altro
una valida introduzione critica all'analisi citazionale, al suo stato dell'arte
e alle sue linee principali di sviluppo. L'opera presenta inoltre un interesse
diretto per le biblioteche e i centri di documentazioni che gestiscono collezioni
di scienze sociali, anche se manca un contributo specifico dedicato all'applicazione
di indicatori bibliometrici alla gestione delle collezioni e ad altri aspetti
di politica bibliotecaria.
Nel complesso prevale comunque l'impressione che gli autori abbiano
costretto la loro trattazione entro confini eccessivamente angusti, trascurando
non solo lo sviluppo della loro disciplina al di fuori degli Stati Uniti, ma
anche aspetti estremamente attuali e rilevanti per l'evoluzione della comunicazione
scientifica: l'editoria elettronica e le nuove forme di pubblicazione e disseminazione
dei risultati della ricerca scientifica, lo sviluppo di indicatori bibliometrici specifici per il
web, il ruolo delle organizzazioni professionali e delle biblioteche nella
crescita e nella diffusione della letteratura professionale. In definitiva,
nonostante la presenza di spunti utili, l'ottica autoreferenziale del volume
ne limita notevolmente l'interesse per il lettore italiano.
Elisa Fiocchi
Biblioteca della Scuola normale superiore,
Pisa