La collana "SLA guidelines", dedicata all'organizzazione di attività e servizi nelle biblioteche scolastiche britanniche, ha un taglio sintetico e pragmatico che la rende adatta anche ad operatori con modesto equipaggiamento professionale. Capita però che vi vengano affrontati temi di spessore e complessità inadatti allo scarso spazio previsto, cosicché la concisione si trasforma da pregio in un infelice limite di semplificazione.
È questo il caso del pur apprezzabile lavoro di Kathy Lemaire, che si sforza di costringere in 30 pagine - appendici comprese - alcune indicazioni pratiche per la gestione delle raccolte in una biblioteca scolastica. L'impostazione delle procedure che viene proposta appare senz'altro corretta: dal modello ciclico dell'intero processo, al giusto valore attribuito allo scarto, all'attenzione con cui le operazioni di selezione e acquisizione sono collegate allo specifico scolastico. Un lavoro così palesemente propedeutico, però, avrebbe necessitato almeno di una robusta bibliografia complementare per chi volesse affrontare in maniera meno occasionale i non facili problemi organizzativi qui appena lasciati intravedere. Le scarse indicazioni rinviano invece autarchicamente a opere della stessa collana o comunque pubblicate sotto l'egida della stessa associazione (per chi cercasse un riferimento più sostanzioso, mi permetto di suggerire il manuale di Debra E. Kachel, Collection assessment and management for school libraries: preparing for cooperative collection development, Westport (Ct): Greenwood Press, 1997). Singolare appare inoltre il confinamento della trattazione alla sola gestione del materiale residente in biblioteca. Benché si intuisca che anche nelle scuole britanniche l'aggiornamento organizzativo delle biblioteche trovi qualche difficoltà, è senz'altro discutibile che nella programmazione non si preveda la possibilità di accesso a documenti esterni tramite processi cooperativi sul territorio né - cosa assai più grave - si faccia cenno all'informazione in linea.
Per quest'ultimo aspetto ci si può invece rivolgere all'utile contributo di Elspeth Scott dedicato proprio all'introduzione di Internet nella biblioteca scolastica. Un sicuro pregio di questo scritto sta nell'attenta identificazione dei problemi più importanti sollevati dalla gestione di questo servizio, tra cui quello della sua compatibilità pratica con le altre attività della biblioteca e della scuola, le risorse da mettere a disposizione, la sicurezza e il controllo. Inoltre viene colto lo specifico valore aggiunto di Internet nel contesto didattico, toccando alcuni nodi meritevoli di sviluppo quali il rapporto tra information handling e ricerca in rete o la differenza fra la valutazione delle informazioni recuperate nel mare incontrollato di Internet e quelle sul più tradizionale supporto cartaceo o comunque offline.
A un livello di minore complessità si pongono gli ultimi due fascicoli qui esaminati, accomunati dall'essere dedicati ad operazioni importanti ma sicuramente complementari alle attività fondamentali di una biblioteca, scolastica o no: l'accoglienza dei nuovi utenti e la promozione della biblioteca stessa. Geoff Dubber propone percorsi che predispongono, entro le iniziative più generali di accoglienza scolastica, un incontro efficace tra la biblioteca scolastica e i suoi utenti (nuovi studenti e insegnanti, ma anche genitori e amministratori) presentando nella maniera più amichevole e attraente i servizi che la biblioteca potrà offrire in modo di rispondere ai bisogni di tutti. Vengono per questo descritte accurate iniziative mirate ai diversi tipi di futuri fruitori.
Il lavoro di Eileen Elliot de Sáez sulla promozione si può considerare il logico proseguimento del precedente. Esso invita ad occuparsi del rafforzamento dell'opera di fidelizzazione intrapresa con l'accoglienza. Qui le proposte suonano soprattutto come un incoraggiamento a quegli operatori depressi dalla scarsa considerazione in cui talvolta (?) è tenuta la biblioteca scolastica. Proposte che sollecitano maggior creatività se non audacia, ma sono senza dubbio interessanti e sorrette da serissimi intenti, applicabili - anzi, necessarie - anche nella realtà di casa nostra. Purché non si finisca per scambiare il marketing con la produzione, sovraccaricando di risorse le attività di richiamo e sottraendone all'organizzazione dei servizi di base della biblioteca.
Paolo Panizza
Biblioteca Moreniana, Firenze