Catalogazione bibliografica:
dal formato MARC a FRBR

di Paul Gabriele Weston


1. Le biblioteche italiane e l'automazione

Il momento in cui in Italia vengono adottate per la prima volta delle procedure informatiche per il trattamento di dati bibliografici può essere fatto coincidere con l'avvio della registrazione su nastro magnetico dei dati della Bibliografia nazionale nel 1975. Questo nastro doveva servire da un lato alla fotocomposizione dei fascicoli e delle schede a stampa e dall'altro lato per lo scambio dei dati in formato MARC (ANNAMARC, per essere precisi), nella prospettiva del programma di Controllo bibliografico universale 1. Le procedure di registrazione e in particolare l'uso del formato MARC erano fra i conseguimenti di un rapporto di collaborazione con la Library of Congress intrapreso nel 1968 e l'episodio iniziale di questa collaborazione è rappresentato formalmente dall'incontro di studi sul tema Razionalizzazione ed automazione della Biblioteca nazionale centrale di Firenze 2. A pochi mesi dall'alluvione, mentre la biblioteca lotta per la sua stessa sopravvivenza, la Library of Congress appare il punto di riferimento più affidabile per esperienza e per metodo. È in particolare Maltese che, nella relazione Idee per uno schema di automazione della Bibliografia nazionale italiana, raccomanda l'adozione del formato MARC II, messo a punto dal gruppo di lavoro coordinato da Henriette Avram e assunto a standard dalla biblioteca americana 3, con l'obiettivo da un lato di costituire la struttura di base per l'organizzazione di un sistema bibliografico nazionale e dall'altro lato di garantire all'Italia un posto nel circuito informativo internazionale. I sette anni intercorsi fra la risoluzione che conclude l'incontro di studio e la pubblicazione dei primi nastri con il Catalogo alfabetico annuale del 1975 sono dedicati allo studio, alle sperimentazioni e infine alla messa a punto delle procedure di creazione delle notizie bibliografiche 4-8.
Nei fatti, se il 1975 rappresenta un passo avanti significativo e un momento importante nella storia della Bibliografia nazionale, le conseguenze di questo avvenimento sulle biblioteche italiane sono nell'immediato generalmente assai modeste. Per diversi motivi non si è ancora realizzata in Italia quella cooperazione fra le biblioteche e in primo luogo con l'agenzia bibliografica nazionale, che già la Circolare n. 71 del Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione generale delle accademie e biblioteche, in data 14 febbraio 1959, auspicava quando recitava: "L'inizio della produzione delle schede a stampa costituisce un'occasione unica per le biblioteche italiane per l'avvio di un sia pur lento e laborioso processo di normalizzazione dei cataloghi per quanto riguarda sia la tecnica della schedatura che la loro forma esterna: una normalizzazione auspicata da più generazioni di bibliotecari e di studiosi come premessa indispensabile di una più ampia cooperazione fra le biblioteche". Di questo compito si dovrà fare carico molti anni più tardi il Servizio bibliotecario nazionale. Ancora per molti anni le schede della Bibliografia nazionale verranno considerate, ai fini della catalogazione corrente, soltanto alla stregua di una fonte autorevole di conferma per ipotesi di catalogazione e quasi mai come vera e propria fonte catalografica nell'ambito di procedure di catalogazione derivata, sia pure in forma manuale. Questo fatto segna la differente fortuna del formato MARC, rispetto alla versione nazionale ANNAMARC. Non appena il formato elettronico della Library of Congress si rende disponibile, le reti nordamericane, OCLC per prima, ne fanno la struttura portante del proprio catalogo collettivo, attivando tutte le procedure necessarie perché le registrazioni della Library vengano immediatamente trasferite nell'archivio bibliografico centrale e siano utilizzate dalle biblioteche partecipanti ai fini della catalogazione corrente 9. Per quanto possa apparire paradossale, le reti americane, avvalendosi dei nastri prodotti a Firenze, sono stati per molti anni gli archivi elettronici con il maggior numero di notizie riguardanti la produzione editoriale del nostro Paese.

2. Il ruolo di SBN

Nel momento in cui, dieci anni dopo, prende avvio il Servizio bibliotecario nazionale, la situazione generale delle biblioteche italiane non era granché mutata 10-11. Ciascuna biblioteca tendeva a operare in autonomia, gli standard nazionali venivano applicati in modo difforme, quelli internazionali erano conosciuti e messi in pratica da un numero assai limitato di istituzioni: la cooperazione interbibliotecaria, così a lungo auspicata, era ancora lungi dall'essere stata conseguita. Non è, ovviamente, soltanto un problema di formati elettronici e di procedure di catalogazione. Si deve scontare, infatti, l'assenza pressoché totale di luoghi deputati alla formazione professionale, nonché la mancanza di una incisiva politica di coordinamento fra le istituzioni preposte alla gestione del sistema bibliotecario italiano 12-13. Il nuovo, ambizioso progetto SBN ha mosso perciò i primi passi su un terreno fra i più infidi: la grande difformità in quanto a qualità e a criteri redazionali dei cataloghi esistenti; l'impossibilità per le biblioteche di contare sulla bibliografia nazionale nell'attività di catalogazione corrente per il notevole ritardo con cui le notizie bibliografiche venivano pubblicate; l'arretratezza delle infrastrutture telematiche (un fenomeno, quest'ultimo, non imputabile specificamente al sistema bibliotecario) sono alcuni fra gli ostacoli più impegnativi. Una gestione oculata avrebbe forse dovuto imporre che ad alcuni problemi venisse trovata la soluzione ancora prima di intraprendere il cammino dell'automazione. Non averlo fatto, forse per l'invadenza dei fornitori di tecnologie, il cui ruolo non è stato sempre circoscritto con adeguato vigore, ovvero per la convinzione che l'informatizzazione delle procedure sarebbe stata sufficiente ad innalzare la qualità dei cataloghi e ad uniformarli agli standard, ha obiettivamente ostacolato lo sviluppo della rete ed ha collocato il progetto al centro di critiche non sempre disinteressate. Il primo compito di cui si è fatto carico perciò il Servizio Bibliotecario Nazionale è stato essenzialmente di natura pedagogica: formare una classe di bibliotecari consapevoli dell'importanza di adottare criteri di catalogazione modellati sugli standard internazionali e procedure più efficaci ed economiche, specialmente in ambiente informatico 14-16. Per conseguire questo risultato, la rete ha sacrificato la possibilità di attuare scambi con il mondo bibliotecario esterno, sia italiano, sia internazionale, e ha adottato un'architettura chiusa e fortemente centralizzata. Fra l'altro, la rinuncia a dotare la rete di un'agile struttura centrale con la funzione di indice e dispositivo di indirizzamento per la ricerca delle notizie bibliografiche, secondo quanto era stato previsto nel progetto iniziale di Vinay e Boisset 17-22, in favore di un catalogo collettivo ben più complesso e difficile da gestire, ha inciso sulla qualità e sull'uniformità dei dati per il modo in cui le registrazioni si sono stratificate in seguito al trasferimento in momenti diversi del contenuto degli archivi locali nel catalogo centrale. Comunque sia, il progetto ha condotto alla costituzione di un catalogo collettivo nazionale di oltre quattro milioni e mezzo di notizie, al cui accrescimento contribuiscono oggi 1000 biblioteche di ogni ordine e tipologia, le quali stanno in questo modo scoprendo l'importanza e i benefici della cooperazione. Per quanto riguarda le procedure messe in atto ai fini del controllo bibliografico, la catalogazione derivata, che ancora nel 1992 rappresentava una pratica estranea alla cultura dei bibliotecari italiani, tanto che la quasi totalità dei sistemi informatici per la gestione delle biblioteche sviluppati in quegli anni in Italia non prevedevano nemmeno l'esistenza di un apposito modulo per l'importazione dei dati, oggi rappresenta per le biblioteche partecipanti a SBN circa il settanta per cento dell'attività di descrizione del materiale bibliografico. Il fatto che ogni biblioteca abbia potuto autonomamente creare una descrizione in mancanza della descrizione autorevole prodotta dall'agenzia bibliografica (descrizione autorevole che poi avrebbe dovuto sostituire quella provvisoria) ha introdotto un elemento di flessibilità nelle procedure di catalogazione e contribuito a rendere meno grave, sia ai fini della catalogazione, sia ai fini della ricerca bibliografica, l'eventuale ritardo nella redazione della bibliografia nazionale 23-24.
Un altro significativo conseguimento, perseguito fin dalla denominazione del progetto, è stato il progressivo diffondersi di una cultura del servizio in una realtà come quella italiana fino ad allora fortemente, e direi anche doverosamente, improntata a quella della conservazione 25. Successivamente al consolidarsi delle strutture per la catalogazione sono stati allestiti altri moduli per la gestione delle acquisizioni e poi anche del prestito interbibliotecario. Tutto ciò dovrebbe aver consentito l'attuazione di una politica di coordinamento per gli acquisti e una migliore utilizzazione delle risorse bibliografiche disponibili nel Paese. Evidentemente quanto è stato fatto fino a oggi, pur rappresentando un innegabile passo in avanti rispetto al passato, non è ancora sufficiente per considerare definitivamente acquisita la cultura della cooperazione e realizzato il sistema bibliotecario del Paese. Infatti, nel corso della III Conferenza nazionale delle biblioteche, tenutasi a Padova dal 14 al 16 febbraio 2001, che ha rappresentato il primo tentativo di comporre un quadro di riferimento unitario su base nazionale intorno al tema della biblioteca digitale, ritenuto strategico e determinante per ogni ulteriore sviluppo del settore bibliotecario italiano, si è fatto riferimento una volta di più all'urgenza di una sollecita definizione di regole e di metodologie condivise, che fungano da premessa allo sviluppo di una politica di digitalizzazione in grado di indirizzare e di coordinare le iniziative promosse nel settore 26. A fronte di un numero già ampio di progetti intrapresi a diversi livelli - nazionale, regionale o locale, pubblico o privato - corrisponde, infatti, una forte frammentarietà, difficoltà di coordinamento e la mancanza di un disegno organico di riferimento. L'assenza di una politica di ampio respiro che sappia dare indirizzi unitari alle varie iniziative nel campo dei beni culturali risulterebbe particolarmente pericolosa in un paese come il nostro in cui un patrimonio di assoluta unicità risulta distribuito quasi uniformemente sull'intero territorio. Una volta ancora i modelli e le esperienze maturate in altri paesi appaiono difficilmente mutuabili, pur in un contesto come l'applicazione di tecnologie che presuppongono l'esistenza di standard e di normative internazionali.

3. Il dibattito intorno ai dispositivi preposti al controllo bibliografico

Se questa è una ricognizione necessariamente sommaria e provvisoria degli sviluppi dell'automazione in Italia, in particolare per ciò che attiene alla costituzione dei cataloghi, in che modo si è articolato il dibattito internazionale intorno ai dispositivi preposti al controllo bibliografico, in seguito all'esistenza dei cataloghi elettronici da una parte e alla diffusione dei documenti digitali dall'altra?
Credo che la pubblicazione dei Requisiti funzionali per record bibliografici 27 rappresenti il momento in cui l'interesse prevalente della catalogazione si volge dalla definizione di criteri certi per la descrizione dei documenti all'elaborazione di dispositivi per mettere quegli stessi documenti in relazione fra loro. Gli oggetti vengono, dunque, correlati, piuttosto che essere semplicemente descritti. Si dedicano meno risorse alla catalogazione descrittiva, in primo luogo perché sempre minore è la necessità, da parte delle singole biblioteche, di effettuare la prima descrizione, la catalogazione originale dei documenti. Ciò non implica affatto che la catalogazione descrittiva sia diventata meno essenziale, in quanto i documenti “si catalogano da sé” al momento della loro indicizzazione da parte dei motori di ricerca, come alcuni hanno superficialmente affermato. Su questo punto Gorman è categorico: l'idea che "i cataloghi di ogni tipo siano resi superflui dal fatto che la comunicazione fra esseri umani sarà spazzata via dalla comunicazione digitale" non è "solo sbagliata ma anche nociva, in quanto pur avendo una connotazione progressista, impedisce di fatto il progresso" 28. È una conseguenza dello sviluppo delle reti e dei cataloghi collettivi ed è anche dovuto alla percentuale sempre crescente di documenti prodotti originariamente in forma digitale. Quando la catalogazione veniva effettuata prevalentemente mediante procedure manuali e, dunque, minori erano le possibilità che le biblioteche disponessero di tutti gli strumenti necessari ad accertare l'esistenza di una descrizione già effettuata, era stato necessario definire coordinate certe, punti di riferimento oggettivi che ponessero il catalogatore, ovunque si trovasse, nelle condizioni ottimali per redigere una descrizione univoca. Di qui la necessità di fare riferimento in maniera puntuale, talvolta persino ossessiva - sia lecito dirlo - al modo in cui il documento si presenta, alle sue caratteristiche formali. Un approccio pragmatico alla questione della standardizzazione ha condotto alla scelta di considerare il documento stesso la fonte primaria degli elementi bibliografici necessari alla redazione della descrizione. La prima preoccupazione è stata, infatti, quella di eliminare o quanto meno di ridurre al minimo la discrezionalità del catalogatore, sia nella scelta delle informazioni da includere nella descrizione, sia nell'organizzazione delle stesse all'interno della notizia 29. Sappiamo dall'esperienza che non sempre la soluzione adottata ha risposto adeguatamente alle intenzioni, per la difficoltà di fondare una regola generale su una casistica che preveda tutte le possibili evenienze, presenti e future. La questione si è posta con maggiore enfasi all'apparire dei documenti multimediali, la cui natura ibrida mal si accorda a criteri modellati sulle caratteristiche dei documenti tradizionali ed ancora di più con l'esplosione dei documenti digitali, le cui specificità hanno imposto un ripensamento generale di tutta la questione, che non ha ancora prodotto, intorno alla questione della descrizione catalografica, risultati definitivi e univocamente accettati. Su un aspetto, tuttavia, mi sembra che si possa tutti concordare con Gorman, laddove egli sostiene che il problema fondamentale posto dai documenti digitali non è tanto quello della loro descrizione, quanto quello della scelta dei documenti da descrivere e del modo di garantirne nel tempo la disponibilità 30.
Ha osservato Marco Santoro che "il catalogo, in quanto strumento di comunicazione, è uno strumento storicamente determinato: legato quindi ai bisogni di chi lo usa da una parte, ai modi in cui si organizza e si manifesta il processo informativo dall'altra" 31. L'osservazione di Santoro può essere letta come un richiamo all'importanza del ruolo che l'applicazione di una determinata tecnologia ha avuto nell'allestimento dei cataloghi. Alcuni strumenti di ricerca, infatti, si sono imposti come modelli non soltanto in virtù del loro alto valore scientifico, ma anche per aver saputo trarre il massimo beneficio dalle caratteristiche funzionali del mezzo di comunicazione prescelto. Non è un caso che il primo requisito richiesto da Antonio Panizzi per la redazione del suo grande ed efficiente catalogo sia stato che le schede venissero redatte su cartoncini tutti di eguale dimensione 32. Affermare che il catalogo deve gradualmente mirare a organizzare e dar conto del tessuto di relazioni esistenti fra i documenti in esso rappresentati, non significa soltanto avere trovato una soluzione al problema posto dall'accrescimento degli archivi elettronici che, come ricorda Michael Heaney 33, rende sempre più problematica la consultazione dei cataloghi, ma significa soprattutto avere pensato per la prima volta a un catalogo totalmente elettronico, organizzato secondo una struttura reticolare che si avvalga delle capacità proprie dei sistemi di elaborazione di "istituire, coordinare e connettere sintassi di segni" - queste ultime sono parole di Alfredo Serrai 34. Uno strumento di ricerca strutturalmente complesso, che realizzi il modello concettuale dei Requisiti funzionali, mette in grado l'utente di esplorare efficacemente l'universo rappresentato in una bibliografia, in un catalogo o in una base di dati bibliografica, senza essere più soltanto la riproposizione in forma elettronica, organizzata linearmente, del catalogo cartaceo, quello stesso che Buckland infatti definisce catalogo automatizzato 35. Il medesimo concetto si potrebbe esprimere dicendo che in un catalogo cartaceo la ricerca procede secondo lo schema rigidamente imposto dal catalogatore, anche se quest'ultimo si adopera ad anticipare i bisogni informazionali e le strategie messe in atto dal proprio lettore-tipo; in un catalogo elettronico, invece, ciascun utente dispone di un ampio spettro di possibilità di ricerca e mette in atto la propria strategia individuale, disponendo dei legami, delle relazioni, che il catalogatore avrà avuto cura di stabilire. Ayres distingue le due strutture, definendo la prima catalogo pre-coordinato, la seconda catalogo post-coordinato 36. Lo potremmo anche definire catalogo ipertestuale.
Tessere la rete delle relazioni esistenti fra i documenti è una procedura che richiede competenze specifiche, tanto che Svenonius 37 e Yee 38 prefigurano la creazione di una nuova figura di catalogatore in grado di sovrintendere alla costituzione dei collegamenti fra le registrazioni, in modo tale che la natura della relazione esistente fra i documenti rappresentati sia efficacemente riprodotta e che dall'insieme delle correlazioni prenda corpo il “sistema bibliografico”. Insomma, accanto alla catalogazione descrittiva e a quella semantica, secondo questa tesi, sentiremo parlare di catalogazione relazionale. Comunque sia, l'apparato degli accessi è destinato a svolgere, nell'ambito di una struttura tanto sofisticata, un ruolo determinante, in quanto la rappresentazione di un documento - nel caso dell'applicazione rigorosa del modello FRBR - non sarà più costituita da un'unica descrizione per così dire monolitica, ma verrà articolata in una combinazione di entità correlate fra loro 39. Ciascuna entità può configurarsi come un nodo, le cui ramificazioni sono costituite dai collegamenti con le entità omogenee, con le entità superiori, con le entità inferiori ed eventualmente con altre entità collegate. La struttura risultante non è dunque quella bidimensionale dell'albero classificatorio, all'interno del quale il lettore è costretto a un percorso obbligato, in via discendente o ascendente, ma quella spaziale di un reticolo. È evidente che la gran parte di queste correlazioni dovrà consistere di termini (nomi, titoli, funzioni, soggetti e quant'altro) rigorosamente soggetti a controllo. Per ciascuno di tali termini dovrà esistere quella che Gorman già nel 1977 chiamava la "notizia di controllo della forma dei punti di accesso", preferendo questa dicitura a quella di “controllo di autorità” 40 e il medesimo concetto è stato ripreso successivamente più volte da Tillett 41, Barnhart 42 e Fattahi 43. Un modello logico funzionale, speculare a quello prodotto per i record bibliografici, da applicare ai termini di accesso soggetti a controllo è attualmente in corso di elaborazione da parte di un gruppo di studio denominato FRANAR (Functional Requirements for Authority Numbers and Records), coordinato da Françoise Bourdon 44.
Ad una così intensa attività di riflessione e progettazione a livello speculativo-concettuale non ha corrisposto, almeno fino a oggi, una altrettanto vigorosa attività di revisione dei codici normativi e degli standard per la registrazione elettronica dei dati bibliografici 45. Gli elementi di base del modello sviluppato nello studio dell'IFLA sono derivati dall'analisi dei dati che vengono tipicamente rappresentati nei record bibliografici, le cui fonti sono costituite dalle ISBD, dalle Guidelines for authority records and references (rispettivamente GARE - in seguito GARR 46 - e GSARE 47) e dall'UNIMARC manual 48-49. La necessità di rivedere i formati MARC, in modo da renderli più direttamente rispondenti alle relazioni gerarchiche e reciproche delineate nel modello, viene allo stato attuale dichiarata in forma di auspicio. D'altro canto vi è l'espressa esigenza, da parte delle bibliografie nazionali, delle reti di biblioteche e delle grandi biblioteche come la Library of Congress, di tesaurizzare gli immensi archivi di dati redatti secondo i precedenti criteri e di non distogliere risorse dalle altre importanti iniziative intraprese, almeno fino a quando il modello teorico non sarà stato compiutamente sviluppato in una realizzazione sperimentale funzionante ed efficace, dalla quale potranno essere valutati e quantificati gli interventi occorrenti per dare la nuova struttura ai cataloghi esistenti. Nel frattempo, dopo avere prodotto ISBD(ER) 50, dedicato appunto alla descrizione delle risorse elettroniche e destinato a sostituire il precedente ISBD(CF), l'IFLA ha avviato le procedure per l'aggiornamento di alcuni ISBD 51. Nel 1999 a Mosca si è tenuto un convegno sul tema International and national cataloguing rules: current situation and future trends 52. Per quanto riguarda il mondo bibliotecario anglo-americano, una serie di iniziative meritano di essere segnalate. Il Comitato congiunto per la revisione delle AACR2, in seguito allo svolgimento della Conferenza internazionale sui principi e sui futuri sviluppi di AACR, tenutosi a Toronto nel 1997 53, ha commissionato a Tom Delsey (National Library of Canada), con la collaborazione di Beth Dulabahn, Jean Hirons (Library of Congress) e Michael Heaney (Oxford University) l'elaborazione di una analisi logica dei principi e delle strutture sottostanti le AACR2 condotta secondo la tecnica applicata per il modello FRBR. Lo studio ha prodotto un ponderoso documento in due parti (e accessibile in linea) presentato a San Diego, California, nel 2000 54. Il medesimo comitato, accertata l'opportunità di una riformulazione dei criteri di catalogazione delle pubblicazioni multiparti aperte (Seriality), ne ha affidato la responsabilità a un gruppo coordinato da Jean Hirons della Library of Congress 55-56. L'American Library Association, a sua volta, ha costituito un gruppo di studio sui problemi relativi all'uso delle AACR2 per i metadati, soprattutto per quanto attiene alla determinazione dei punti di accesso 57. Sono stati occasione per riflessioni di notevole interesse anche la conferenza Authority control in the 21st Century organizzata da OCLC nel 1996 58, il simposio celebrativo per i cento anni di Seymour Lubetzky promosso dall'UCLA nel 1998 59 e la conferenza per il bicentenario della Library of Congress sul tema del controllo bibliografico tenutosi nel novembre del 2000 60. In Germania, un gruppo di studio, al quale hanno preso parte fra gli altri Monika Münnich, Barbara Tillett, Glenn Patton ed Elmar Mittler, ha prodotto un rapporto nel quale vengono analizzati i fattori di incompatibilità tra i formati elettronici MAB e MARC e tra i sottostanti codici catalografici RAK e AACR2, ponendo l'accento in particolare sui criteri di formulazione e di assegnazione dei punti di accesso alle notizie 61.
In Italia abbiamo assistito negli ultimi anni a un risveglio dell'interesse per le questioni collegate alla catalogazione bibliografica. L'ICCU, con meritoria sollecitudine, ha prodotto, oltre a quella di ISBD(ER) 62, la traduzione italiana di FRBR 63, che è stata presentata lo scorso anno nel corso di un seminario organizzato congiuntamente dall'Associazione Italiana Biblioteche, dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze, dall'ICCU e dalla Scuola Speciale, a cui hanno partecipato John Byrum e Olivia Madison coordinatori del gruppo di lavoro che ha prodotto FRBR 64. La pubblicazione della traduzione italiana delle AACR2 curata da Luigi Crocetti e da Rossella Dini 65 ha coinciso con la costituzione di un gruppo di lavoro per la revisione delle Regole italiane di catalogazione per autori. L'AIB si è fatta parte attiva anche nell'invio di proposte e commenti secondo le sollecitazioni dei gruppi di lavoro che hanno elaborato per conto dell'IFLA i documenti prima ricordati 66. La catalogazione, nei suoi vari aspetti, è stata argomento di tavole rotonde ai congressi annuali AIB di Genova 67 (Il codice desiderato, 1998), di Roma 68 (La revisione dei codici di catalogazione: un punto di vista europeo, 1999) e ancora di Roma 69 (Madamina il catalogo è questo. E il catalogatore chi è?, 2000). Un convegno internazionale dedicato alle risorse elettroniche è in allestimento e si terrà nel novembre prossimo. E come non ricordare poi quanto si sta facendo sul versante della catalogazione semantica, con la pubblicazione della traduzione italiana della 21. edizione della Classificazione Dewey, da parte del Gruppo di lavoro della Bibliografia nazionale italiana coordinato da Luigi Crocetti 70, e con l'allestimento di uno studio di fattibilità commissionato dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze in vista dell'aggiornamento del Soggettario e basata sull'esperienza maturata da dieci anni a questa parte nell'ambito delle attività del Gruppo di ricerca sull'indicizzazione per soggetto 71?

4. L'allestimento dei nuovi strumenti di mediazione bibliografica

Dalla ricognizione emerge l'impegno con il quale le biblioteche, da un lato perseguono l'obiettivo di non rinunciare al controllo bibliografico, e dall'altro lato si adoperano per allestire nuovi e più efficaci strumenti di mediazione. Accade così che procedure consolidate nel corso di decenni vengano messe in discussione e che ai servizi già erogati, debitamente potenziati, se ne affianchino di nuovi, destinati a fasce di utenza non ancora del tutto definite. Nel variegato e complesso universo della multimedialità e delle risorse digitali, il mondo bibliotecario si adopera per non perdere posizioni e si attende che vengano messe a frutto, al contrario, le sue competenze specifiche nell'organizzare gli strumenti della conoscenza. In un tale contesto, alle biblioteche italiane è richiesto uno sforzo maggiore, in quanto molte di esse si trovano ancora nella condizione di recuperare il terreno perduto.
Fra le questioni tuttora aperte, quelle riguardanti il catalogo, la sua struttura e la sua gestione, non sono che una parte, ancorché non secondaria. In particolare, dovranno essere premiate le scelte, sia tecnologiche, sia culturali, che rendano più agevole la condivisione delle risorse e favoriscano al tempo stesso la distribuzione dei compiti e delle responsabilità. In quest'ottica troverà sempre minore giustificazione l'adozione di sistemi che impongano una forte dipendenza da tecnologie proprietarie o che adottino modelli monolitici, ad architettura centralizzata. Procedure quali la catalogazione derivata e quella in cooperazione dovranno poter trarre vantaggio da quelle funzionalità di cui già si avvalgono i comuni programmi di trattamento dei testi, tanto più che la diffusione dell'editoria elettronica sta moltiplicando il numero delle potenziali fonti catalografiche e rendendo meno vincolante l'adesione a un unico formato elettronico per le registrazioni bibliografiche. Fra le ragioni che hanno fin qui spinto i catalogatori a un atteggiamento di grande cautela, se non di vera e propria diffidenza, nei confronti di queste procedure, oltre alla difficoltà di individuare fonti italiane con una adeguata copertura bibliografica, l'impossibilità di gestire l'intero processo lavorativo senza soluzione di continuità e la mancanza di un adeguato supporto di apparati di controllo e di validazione dei dati. Ogni interruzione comporta, infatti, un aggravio di lavoro e di tempo e aumenta il rischio di una perdita di dati. Si rafforza, di conseguenza, l'idea che attingere ad archivi diversi, oltre che poco efficiente, sia causa di scadimento della qualità complessiva del catalogo. Quanto agli apparati di controllo per i termini di accesso alle notizie catalografiche, le biblioteche italiane scontano l'assenza di un authority file nazionale, creato a partire dalle registrazioni autorevoli della bibliografia nazionale ed eventualmente arricchito dai contributi specialistici di un selezionato numero di istituzioni di eccellenza, sul modello di analoghe realizzazioni in altre realtà bibliotecarie. La semplice esistenza di collegamenti tra forme respinte e termini accettati, pur utile in fase di ricerca della notizia, non è sufficiente a garantire la coerenza nella scelta delle intestazioni, non permette l'esecuzione di controlli automatici in fase di riversamento di dati e non fornisce agli operatori quel corredo di riferimenti bio-bibliografici talvolta indispensabili per dirimere le questioni controverse e per contestualizzare bibliograficamente la scelta del termine di accesso. Eppure, della eventualità di dare corpo a un serio progetto di authority file si è discusso più volte e non soltanto in anni recenti 72-74. La crescente estensione degli archivi bibliografici, che rende problematica persino la visualizzazione dei risultati delle ricerche e richiede che le intestazioni svolgano con maggiore efficacia di prima la funzione di raggruppamento, conosciuta nella tradizione angloamericana come gathering o clustering function, e la presenza all'interno dei cataloghi delle biblioteche ibride di citazioni di risorse digitali accanto a descrizioni di documenti tradizionali, con il progressivo spostamento dell'onere del catalogo dalla rappresentazione all'indicizzazione, rende oggettivamente improcrastinabile lo sviluppo di un apparato organico e autorevole di termini controllati, che possa essere utilizzato da qualunque biblioteca aspiri a produrre un catalogo di qualità 75.
Anche la struttura e le funzioni dell'OPAC dovrebbero essere ripensate in funzione della interattività, che rappresenta una delle caratteristiche della rete ed è resa possibile dall'applicazione di protocolli standard e dall'impiego di software di nuova concezione che li hanno implementati. Mentre infatti il catalogo tradizionale - cartaceo - prevedeva un uso passivo da parte del lettore, il catalogo elettronico può consentire lo svolgimento di un crescente numero di attività 76. Nel corso degli anni si è passati dalla semplice richiesta di prestiti e di prenotazioni di libri alla fornitura di riproduzioni e di bibliografie, tramite il servizio di messaggistica elettronica. L'accesso ipertestuale alle risorse digitali rende possibile anche l'acquisto a distanza di volumi e di altro materiale bibliografico presso fornitori commerciali e permette la trasformazione dei terminali collocati nelle biblioteche di pubblica lettura in sportelli della pubblica amministrazione. Alcune biblioteche si sono consorziate per offrire servizi di consulenza, sul modello dei cosiddetti call center. Altre biblioteche, in particolare del versante scientifico, hanno potenziato il proprio OPAC, nel quale la letteratura elettronica e le liste di discussione sono già state integrate, con una serie di moduli a disposizione degli specialisti perché possano prendere appunti, far circolare documenti di lavoro confidenziali e letteratura grigia, redigere relazioni e verbali in maniera partecipata 77.
Se tutte queste funzioni e altre ancora da immaginare debbano rientrare tra i compiti dell' OPAC è argomento da valutare in funzione della tipologia della biblioteca e della sua specifica missione. Vi è, però, una riflessione sul modo in cui vada inteso il ruolo del catalogo come strumento di mediazione bibliografica che riguarda tutti i cataloghi, indifferentemente. La costituzione dei cataloghi collettivi, effettivi o conseguenti l'utilizzazione dei metaOPAC, unitamente alla crescita dell'estensione dei singoli archivi bibliografici, ha riaperto, infatti, l'annoso dibattito intorno alla doppia natura del catalogo, il quale, se da un lato viene utilizzato per localizzare un documento di cui è già nota l'esistenza all'interno di una raccolta libraria, nonché per altre procedure di carattere gestionale, come il controllo dei prestiti e delle acquisizioni, dall'altro lato sempre più spesso viene consultato come vero e proprio repertorio bibliografico. L'applicazione ai cataloghi del modello FRBR è destinata ad accentuare la divaricazione fra le due nature e sarà, a quel punto, inevitabile pensare a un catalogo a più livelli. L'assolvimento dei compiti, per così dire, amministrativo-gestionali propri della singola biblioteca spetterà a un catalogo di primo livello, che potrà anche conservare l'attuale struttura. Ad esso si sovrapporrà poi uno strumento di ricerca più sofisticato, il catalogo di secondo livello, nel quale si esplicitino le relazioni esistenti fra i documenti, in un'organizzazione complessa che tenga conto del contesto nel quale la biblioteca si colloca e funga dunque da punto di accesso anche per quelle reti documentarie, di cui da tempo viene auspicata la realizzazione. Al livello superiore, infine, si dovrebbe collocare il sistema bibliografico generale, costituito dalle reti di biblioteche, dalle bibliografie nazionali e da altri archivi bibliografici di grande importanza ed estensione, cui compete l'onere di ricostruire, in senso bibliografico, la storia letteraria. È evidente che un catalogo allestito secondo i criteri fin qui messi in atto non è in grado di assolvere adeguatamente questa specifica funzione, ma è altresì vero che servirsi di un sistema bibliografico generale per localizzare un libro del quale è nota l'identità rappresenterebbe una operazione inutilmente complicata e lenta.
Tutte queste considerazioni pongono nuovamente, e con urgenza, la questione relativa alla definizione del modello funzionale secondo il quale riorganizzare il sistema bibliotecario del Paese e ridistribuire competenze e responsabilità in base alla tipologia e alla missione delle biblioteche, di cui lo studio di fattibilità della biblioteca digitale italiana, prima ricordato, aveva sollecitato l'attuazione.
Già nel 1969 - nel corso di un intervento svolto al Consiglio superiore delle accademie e biblioteche congiuntamente dai direttori delle due Biblioteche nazionali centrali, ma che in gran parte si può attribuire al responsabile della nazionale fiorentina - Emanuele Casamassima, preoccupato per il rapido deterioramento cui andava soggetto il patrimonio librario delle nazionali centrali a causa del mancato coordinamento del servizio del prestito esterno e dell'inesistenza di cataloghi collettivi regionali, con l'aggravante di un carente servizio di informazione bibliografica e l'impossibilità di concertare una politica degli acquisti fra più biblioteche, suggeriva la costituzione di un vero e proprio sistema bibliotecario distribuito. Egli auspicava che alle istituzioni centrali competesse il coordinamento, il controllo e la validazione, più che la semplice creazione dei dati, mentre demandava ai sistemi regionali e alle singole biblioteche - pubbliche, specializzate e universitarie - la creazione di strumenti di ricerca efficaci, in quanto commisurati alle specifiche esigenze utenziali di ciascuna tipologia di biblioteca 78.
L'applicazione del modello FRBR alle procedure di catalogazione e l'esistenza di un consolidato tessuto connettivo fra le biblioteche e le altre componenti del circuito del documento bibliografico, rende la prospettiva delineata da Casamassima di grande attualità, almeno nei suoi aspetti teorici. L'incontro "The future of the national bibliography" svoltosi a Londra nel 199779 e l' "International conference on national bibliographic services", svoltosi a Copenhagen l'anno successivo80, pur ribadendo la centralità delle attribuzioni dell'agenzia bibliografica nazionale, mettono in evidenza che, alla luce dello sviluppo tecnologico in atto, il mantenimento concreto di tali obiettivi non potrà prescindere da un accordo con gli editori e con gli altri produttori di risorse bibliografiche. In tale evenienza all'agenzia bibliografica nazionale arriverebbero, per lo più, notizie semilavorate da editori, specie di pubblicazioni elettroniche, ma anche da librerie commissionarie, da servizi di spoglio e di indicizzazione e da altre biblioteche. Su queste notizie dovranno essere operate le opportune integrazioni che le innalzino a un livello qualitativo accettabile. In particolare, in Italia la Biblioteca nazionale centrale di Firenze si troverà in una situazione privilegiata, ossia in un ambiente bibliograficamente favorevole, considerando l'abbondanza di repertori e il numero e la disponibilità di esemplari di edizioni delle diverse opere, nel momento in cui dovranno essere ricostruite, per la costituzione dei collegamenti fra le entità, la storia letteraria e le vicende editoriali di un'opera. Pur tuttavia, mutuando il modello dall'esperienza degli altri paesi, il medesimo compito potrebbe essere demandato a più poli coordinati fra loro, quanto a dominio di pertinenza, e con l'agenzia bibliografica per la definizione degli standard qualitativi. Alle singole biblioteche spetterebbe, infine, il compito di trasformare queste notizie bibliografiche in componenti di un catalogo, sia con l'integrazione dei dati dell'esemplare, sia stabilendo tutte quelle relazioni fra la notizia o una sua entità e altre notizie o entità o ancora fra notizie bibliografiche e oggetti o risorse digitali, secondo quanto ritenuto opportuno, per rispondere efficacemente alle esigenze informazionali dei propri utenti. In questa maniera, ogni biblioteca, se non addirittura il singolo lettore, avrebbe il proprio catalogo.

5. Verso l'interoperabilità fra sistemi di ricerca eterogenei

In questo difficile compito la biblioteca non è sola. Insieme agli archivi, ai centri di documentazione, ai musei, le biblioteche cominciano ad avvertire di sentirsi parte di un medesimo contesto, il complesso mondo dell'organizzazione e della trasmissione della conoscenza81-82. Nel corso dei secoli, le ragioni della conservazione hanno condotto i depositi dei prodotti dell'attività intellettuale e artistica dell'umanità a disperdere tali prodotti sia fisicamente, rimuovendoli dal contesto che dava loro significato, sia intellettualmente, adottando specifiche tradizioni di custodia e documentazione. Il superamento di queste barriere, per quanto evidentemente impresa tutt'altro che facile e prossima ad essere realizzata, si presenta come una sfida affascinante per le implicazioni sociali, economiche, istituzionali e specialmente culturali, che una piena integrazione fra le risorse documentarie comporterebbe 83-84. L'interoperabilità fra i sistemi cognitivi prodotti da biblioteche, archivi, centri di documentazione e musei richiede l'elaborazione di modelli funzionali per i dati e la realizzazione di dispositivi, in primo luogo e principalmente concettuali e successivamente anche tecnologici, in grado di collegare trasversalmente risorse documentali, ancora poco conosciute o accostabili con difficoltà 85. Se questa prospettiva potrà un giorno concretamente avverarsi, al catalogo elettronico spetterà il compito di segnare la via del ritorno a casa, sotto il tetto della biblioteca digitale, alle figlie di Giove e di Mnemosine.


PAUL GABRIELE WESTON, e-mail pgweston@hotmail.com,
Università degli studi di Pavia

L'autore ha discusso aspetti specifici della relazione con Giovanni Solimine e con Agnese Galeffi, che ringrazia amichevolmente per i suggerimenti e le osservazioni.


1 Giovanni Solimine. Controllo bibliografico universale. Roma: AIB, 1995. (Enciclopedia tascabile; 8).

2 Razionalizzazione e automazione nella Biblioteca nazionale centrale di Firenze: incontro di studi organizzato dall'Unesco e dal Ministero della pubblica istruzione, Firenze 29-31 ottobre 1968, atti, a cura di Diego Maltese. Firenze: Biblioteca nazionale centrale, 1970.

3 Henriette D. Avram. MARC: its history and implications. Washington: Library of Congress, 1975.

4 Gina Risoldi Candoni - Fulvia Farfara. Dalla scheda centralizzata all'automazione della BNI: un cammino comune fra catalogo unico e bibliografia. In: Il linguaggio della biblioteca: scritti in onore di Diego Maltese, raccolti da Mauro Guerrini. Firenze: Regione Toscana, Giunta regionale, 1994 (stampa 1995), p. 611-620.

5 Fulvia Farfara. Gina Risoldi e il Catalogo unico. "Bollettino AIB", 40 (2000), n. 4, p. 509-512.

6 ANNAMARC. Specifiche relative ai nastri magnetici contenenti i record della Bibliografia Nazionale Italiana nel formato ANNAMARC, redazione di Susanna Peruginelli, in collaborazione con Fiorella Ciaranfi e Dina Tronconi. Roma: ICCU, 1977.

7 Susanna Peruginelli. Scambio bibliografico e rete MARC internazionale. "Bollettino d'informazioni. AIB", 20 (1980), n. 1/2, p. 13-18.

8 Susanna Peruginelli. I formati bibliografici: quale evoluzione?. In: Il linguaggio della biblioteca: scritti in onore di Diego Maltese, raccolti da Mauro Guerrini. Firenze: Regione Toscana, Giunta regionale, 1994 (stampa 1995), p. 541-565.

9 Ellen Gredley - Alan Hopkinson. Exchanging bibliographic data. MARC and other international formats. London: The Library Association, 1990..

10 Associazione italiana biblioteche. La cooperazione: il Servizio bibliotecario nazionale: atti del 30° Congresso nazionale dell'Associazione italiana biblioteche, Giardini-Naxos 21-24 novembre 1982, a cura di Antonella Aquilina D'Amore. Messina: Università di Messina, Facoltà di lettere e filosofia, Centro studi umanistici, 1986.

11 Sistemi bibliotecari e sistemi informativi: l'automazione dei servizi catalografici e delle procedure biblioteconomiche: atti del seminario di studi, Livorno, Biblioteca Labronica, 23 aprile 1980. [Livorno]: Biblioteca Labronica, 1983. (Quaderni della Labronica; 41).
In particolare cfr.: Susanna Peruginelli, Possibilità, limiti e prospettive di utilizzazione della base dati Bibliografia nazionale, p. 15-20. - Diego Maltese, Funzioni e servizi differenziati di bibliografia nazionale, p. 21-24. - Michel Boisset, Il futuro e gli sviluppi dei sistemi bibliotecari: la cooperazione, p. 25-27.

12 Associazione italiana biblioteche. Ruolo e formazione del bibliotecario: atti del XXIX congresso dell'Associazione italiana biblioteche, Firenze 29 gennaio-1 febbraio 1981. Firenze: Giunta regionale toscana, 1983 (Atti. N.s.; 10).

13 Il Servizio bibliotecario nazionale: ipotesi di realizzazione in Lombardia: atti del seminario realizzato in collaborazione con l'Associazione italiana biblioteche, Comitato regionale lombardo, Milano 18-19 novembre 1983, a cura di Ornella Foglieni. Milano: Ed. Bibliografica, 1984. (Atti e documenti; 1).

14 Associazione italiana biblioteche. Il futuro delle biblioteche: atti del 33° Congresso nazionale dell'Associazione italiana biblioteche, Sirmione 8-11 maggio 1986, a cura di Giuseppe Origgi e Gianni Stefanini. Roma: AIB, 1987 (stampa 1988).

15 Servizio bibliotecario nazionale: realizzazioni e prospettive: atti della III Conferenza nazionale per i beni librari, Biblioteca nazionale universitaria, Torino 26-28 aprile 1990, a cura di Erica Gay e Gianni Bonazzi. Torino: Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni librari e gli istituti culturali: Regione Piemonte, Assessorato ai beni culturali e ambientali, 1993.
In particolare, cfr.: Il Servizio bibliotecario nazionale e la trasformazione delle biblioteche (Nazareno Pisauri, Adalgisa De Pinedo, Livia Borghetti Marzulli, Roberto Di Carlo, Gabriele Aurisicchio, Susanna Peruginelli, Serena Molfese, Paolo Salvi, Madel Crasta, Ornella Foglieni, Carmela Perretta, Igino Poggiali, Enrica Schettini Piazza, Marco Cupellaro, Orazio Frazzini, Cristina Ivaldi, Giovannella Morghen, Claudio Gamba, Giorgio Boldini, Giovanni Saccani), p. 91-146. Confronti con altre esperienze: prospettive di integrazione e cooperazione a livello nazionale e internazionale (Alberto Vanelli, Carla Guiducci Bonanni, Michael Malinconico, Arianne Ilyon [ma Ariane Iljon], Emilia Lamaro, Carlo Naldi, Maria Carla Sotgiu, Mihail Costantin Banciu, Maria Nicolescu, Savvas Petrides, Tobbichi Rachid, Ana Mautelach, Joanna Jejska, Riccardo Marena), p. 205-258.

16 Ornella Foglieni - Maria Laura Trapletti. Imparare il SBN: prime esperienze. "Bollettino per biblioteche", n. 31 (mar. 1986), p. 22-24.

17 Michel Boisset - Angela Vinay. Università europea e servizio bibliotecario nazionale. "Il ponte", 37 (1981), n. 5, p. 394-396.

18 Tommaso Giordano. Il sistema di collegamenti bibliografici nell'archivio della cooperazione, con la collaborazione di Susanna Peruginelli. "Notizie ICCU", n. 8 (mar. 1984), p. 35-52. [Documento preparato per il Gruppo di lavoro sulla catalogazione della Commissione nazionale per l'automazione delle biblioteche].

19 L'automazione in biblioteca: materiali per un corso, a cura di Susanna Peruginelli e Corrado Pettenati. Milano: Ed. Bibliografica, 1987. (Atti e documenti; 11).

20 SBN e reti di automazione bibliotecaria: esperienze internazionali a confronto, a cura di Giuliana Bassi, Nadia Borsi, Licia Ravaioli. Bologna: Analisi, 1987. (Emilia Romagna biblioteche archivi; 8).

21 Per lo sviluppo della cooperazione tra le biblioteche: 1976-1986: dieci anni di attività dell'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche: atti del convegno di Roma 19-20 marzo 1986, a cura di Maria Cecilia Cuturi. Roma: ICCU, 1986.

22 Giovanni Solimine. Gestione e sviluppo del Servizio bibliotecario nazionale. In: Catalogazione, cooperazione, servizi, strumenti: piccoli scritti offerti a Giovannella Morghen in ricordo della sua attività bibliotecaria (1962-1994). Firenze: Titivillus; Grosseto: Biblioteca comunale Chelliana, 1995, p. 61-75. (Quaderni di Culture del testo; 1).

23 La catalogazione derivata: procedure di ricerca e trasferimento di registrazioni bibliografiche da basi di dati e CD-ROM, a cura di Paul Gabriele Weston. Città del Vaticano: Biblioteca apostolica vaticana, 1993. (La casa dei libri: quaderni della Scuola vaticana di biblioteconomia; 2).

24 Giovanni Solimine. I vantaggi della catalogazione derivata. "Biblioteche oggi", 11 (1993), n. 9, p. 48-52.

25 La cooperazione interbibliotecaria: livelli istituzionali e politiche: atti del convegno regionale, Firenze, Palazzo degli Affari, 27-29 novembre 1989, a cura di Susanna Peruginelli, Anna Marie Speno. [Firenze]: Giunta regionale toscana; Milano: Ed. Bibliografica, 1990. (Le biblioteche: quaderni di lavoro; 7).

26 Francesco Sicilia. Intervento in occasione della III Conferenza nazionale delle biblioteche “La biblioteca digitale” (Padova, Monumento nazionale di S. Giustina, 14-16 febbraio 2001) [dattiloscritto].

27 IFLA Study group on the functional requirements for bibliographic records. Functional requirements for bibliographic records. Final report, approved by the Standing Committee of the IFLA Section on Cataloguing. München: Saur, 1998. (UBCIM Publications; 19).

28 Michael Gorman. Our singular strengths: meditations for librarians. Chicago: American Library Association, 1998.

29 Paul Gabriele Weston. FRBR e utente: considerazioni sulla ricerca. In: Seminario FRBR: Functional requirements for bibliographic records, Requisiti funzionali per record bibliografici, Firenze 27-28 gennaio 2000, atti, a cura di Mauro Guerrini. Roma: Associazione italiana biblioteche, 2000, p. 118-127.

30 Michael Gorman. From card catalogues to WebPACS: celebrating cataloguing in the 20th Century: a talk given at the Library of Congress bicentennial conference on bibliographic control for the new millennium, Washington, D.C. November 15th 2000. http://www.lcweb.loc.gov/catdir/bibcontrol/conference.html. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

31 Marco Santoro. I cataloghi a stampa: ipotesi per una metodologia funzionale. In: Il futuro della descrizione bibliografica: atti della giornata di studio, Firenze 13 novembre 1987, a cura di Mauro Guerrini. Roma: Associazione italiana biblioteche, 1988, p. 59.

32 Antonio Panizzi. Rules for the compilation of the catalogue. In: Catalogue of printed books in the British Museum. London: Printed by order of the Trustees, 1841, v. 1, p. v.

33 Michael Heaney. Object-oriented cataloguing. "Information technology and libraries", 14 (1995), n. 3, p. 135-153.

34 Alfredo Serrai. Introduzione. In: Storia della bibliografia, v. 7. Roma: Bulzoni, 1997, p. 29, nota 1.

35 Michael Buckland. Redesigning library services: a manifesto. Chicago: American Library Association, 1992. http://sunsite.berkeley.edu/Literature/Library/Redesigning/automatedlib.html. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

36 F.H. Ayres - L.P.S. Nielsen - M.J. Ridley. BOPAC2: a new concept in OPAC design and bibliographic control. "Cataloguing and Classification Quarterly", 28 (1999), n. 2, p. 17-44.

37 Elaine Svenonius. The intellectual foundation of information organization. Cambridge, Mass.; London: The MIT Press, 2000, p. 1-14.

38 Martha M. Yee. Lubetzky's work principle. In: The future of cataloging: insights from the Lubetzky Symposium, April 18, 1998, University of California, Los Angeles, edited by Tschera Harkness Connell, Robert L. Maxwell. Chicago: American Library Association, 2000, p. 72-104.

39 Carlo Ghilli - Mauro Guerrini. Introduzione a FRBR. Milano: Editrice Bibliografica, 2001.

40 Michael Gorman. Cataloguing and the new technologies. In: The nature and future of the catalog: proceedings of the ALA's information science and automation division's 1975 and 1977 Institutes on the catalog, edited by Maurice J. Freedman and S. Michael Malinconico. Phoenix: The Oryx Press, 1979, p. 127-136.

41 Barbara B. Tillett. International shared resource records for controlled access. In: Authority control in the 21st Century: an invitational conference, March 31-April 1 1996. http://www. oclc.org/oclc/man/authconf/confhome.htm. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

42 Linda Barnhart. Access control records: prospects and challenges. In: Authority control in the 21st century: an invitational conference, March 31 - April 1, 1996. http://www.oclc. org/oclc/man/authconf/barnhart.htm. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

43 Rahmatollah Fattahy. The relevance of cataloguing principles to the online environment: an historical and analytical study (Ph.D. thesis, University of New South Wales, Sydney, Australia, 1996). http://wilma.silas.unsww.edu.au/students/RFATTAHI/thes1.htm.

44 Working group on Functional Requirements And Numbering of Authority Records (FRANAR). In: Universal Bibliographic Control and International MARC (UBCIM). Annual report 1999. IFLA. http://www.ifla.org/VI/3/annual/ann99.htm. Ultima consultazione 6 luglio 2001.

45 Pino Buizza. La catalogazione dopo Parigi: attività normative e strumenti per il controllo bibliografico universale 1961-1997. Udine: Forum, 1998. (Biblioteca e documentazione; 1).

46 Guidelines for authority records and references (GARR), 2nd ed., revised by the IFLA Working group on GARE revision. München: Saur, 2001. (UBCIM publications; 23).

47 Guidelines for subject authority and reference entries, prepared by the Working group on guidelines for subject authority files of the Section on classification and indexing of the IFLA Division of bibliographic control. München: Saur, 1993. (UBCIM publications; 12).

48 IFLA UBCIM Programme. UNIMARC manual: bibliographic format, edited by Marie-France Plassard. 2nd edition. München: Saur, 1994. (UBCIM publications; 14). Update 1, 1996, update 2, 1998, update 3, 2000.

49 IFLA UBCIM Programme. UNIMARC manual: authorities format. 2nd rev. enlarged ed. München: Saur, 2001. (UBCIM publications; 22).

50 ISBD(ER): International Standard Bibliographic Description for Electronic Resources. Revised from the ISBD(CF) International Standard Bibliographic Description for Computer Files. Recommended by the ISBD(CF) Review Group. München: Saur, 1997. (UBCIM publications; 17). http://www.ifla.org/VII/s13/pubs/isbd.htm. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

51 ISBD(M): International Standard Bibliographic Description for Monographs. 2001 revision, recommended by the ISBD Review Group, IFLA Section on cataloguing. http://www.ifla. org/VII/s13/pubs/isbdmdraft4wwreviewfnl.pdf. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

52 International and national cataloguing rules: current situation and future trends: International conference on cataloguing principles, Moscow 20-24 April 1999. http://www.ifla.org/ VI/3/conf/apr99.htm. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

53 The principles and future of AACR : proceedings of the international conference on the principles and future development of AACR, Toronto, Ontario, Canada, October 23/25, 1997, edited by Jean Wiehs. Ottawa: Canadian library association; London: Library Association Publishing; Chicago: American Library Association, 1998.

54 Tom Delsey. The logical structure of Anglo-American Cataloging Rules. http://www.nlc-bnc.ca/jsc/docs.html#logical (1998, 1999). Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

55 Jean Hirons - Crystal Graham. Issues related to seriality. In: The principles and future of AACR: proceedings of the international conference on the principles and future developments of AACR, edited by Jean Weihs. Ottawa: Canadian library association, 1998, p. 148-157.

56 Jean Hirons. Revising AACR2 to accommodate seriality: report to the Joint steering committee for revision of AACR, with the assistance of Regina Reynolds and Judy Kuhagen and the CONSER AACR review task force, (April 1999). http://www.nlc-bnc.ca/jsc/ser-rep0.html. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

57 Association for library collections and technical services. Committee on cataloging: description and access. task force on metadata. Final report, June 2000. http://www.ala.org/alcts/orga nization/ccs/ccda/tf-meta6.html. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

58 OCLC. Authority Control in the 21st Century: an invitational conference, March 31 - April 1, 1996. http://www.oclc.org/oclc/man/authconf/confhome.htm. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

59 The future of cataloging: insights from the Lubetzky Symposium, April 18, 1998, University of California, Los Angeles, edited by Tschera Harkness Connell, Robert L. Maxwell. Chicago: American Library Association, 2000.

60 Library of Congress. Bicentennial conference on bibliographic control for the new millennium: confronting the challenges of networked resources and the web, November 15-17, 2000. http://lcweb.loc.gov/catdir/bibcontrol/conference.html. Ultima consultazione 6 luglio 2001.

61 OCLC - GBV - SUB Göttingen. REUSE: a contribution to the enhancement of international bibliographic compatibility. http://webdoc.gwdg.de/ebook/aw/reuse/reuse_final_report.htm. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

62 ISBD(ER): International Standard Bibliographic Description for Electronic Resources. Edizione italiana. Roma: ICCU, 2000.

63 IFLA Study group on the functional requirements for bibliographic records. Requisiti funzionali per record bibliografici: rapporto conclusivo, edizione italiana a cura dell'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. Roma: ICCU, 2000.

64 Seminario FRBR: Functional requirements for bibliographic records, Requisiti funzionali per record bibliografici, Firenze, 27-28 gennaio 2000, atti, a cura di Mauro Guerrini. Roma: Associazione italiana biblioteche, 2000.

65 Regole di catalogazione angloamericane, 2. ed., revisione del 1988, redatte sotto la direzione del Joint steering committee for revision of AACR: the American library association, the Australian committee on cataloguing, the British library, the Canadian committee on cataloguing, the Library association, the Library of Congress, a cura di Michael Gorman e Paul W. Winkler. Ed. italiana a cura di Rossella Dini e Luigi Crocetti. Milano: Ed. Bibliografica, 1997.

66 Gruppo di studio sulla catalogazione. Osservazioni su Functional requirements for bibliographic records: final report. "Bollettino AIB", 39 (1999), n. 3, p. 303-311.

67 Associazione italiana biblioteche. Tavola rotonda: Il codice desiderato, XLIV Congresso nazionale AIB, Genova 30 Aprile 1998. http://www.aib.it/aib/congr/co98rica.htm. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

68 Associazione italiana biblioteche. Tavola rotonda: La revisione dei codici di catalogazione: un punto di vista europeo, XLV Congresso nazionale AIB (AIB99), Roma 16-19 maggio 1999. http://www.aib.it/aib/congr/co99index.htm. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

69 Associazione italiana biblioteche. Tavola rotonda: Madamina, il catalogo è questo. E il catalogatore chi è?, XLVII Congresso nazionale AIB (AIB2000), Roma 27 ottobre 2000. http://www.aib.it/ aib/congr/c47/tav-ridi.htm. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

70 Classificazione decimale Dewey, ideata da Melvil Dewey, ed. 21. Ed. italiana a cura del Gruppo di lavoro della Bibliografia nazionale italiana, con la consulenza di Luigi Crocetti. Roma: Associazione italiana biblioteche, 2000.

71 AIB. Gruppo di ricerca sull'indicizzazione per soggetto. http://www.aib.it/aib/commiss/gris/ gris.htm. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

72 L'indicizzazione condivisa in SBN: atti del seminario svoltosi a Milano dal 3 al 5 aprile 1991, con la collaborazione della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, a cura di Ornella Foglieni. Milano: Regione Lombardia, Settore cultura e informazione, Servizio beni librari e documentari, 1992.

73 Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. Laboratorio per le metodologie della catalogazione e per la didattica. Il progetto di costituzione di un authority file nazionale in SBN: origini, tempi di realizzazione, fasi di sviluppo. "SBN notizie", (1994), n. 3/4, p. 24-27.

74 Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. Laboratorio per le metodologie della catalogazione e per la didattica. Struttura di gestione dell'authority file e di manutenzione del catalogo in linea SBN. "SBN notizie", (1998), n. 2, p. 8-13.

75 Mauro Guerrini. Il catalogo di qualità: oltre gli indicatori quantitativi: dieci criteri di analisi qualitativa. "Biblioteche oggi", 18 (2000), n. 5, p. 6-17.

76 Giuseppe Ammendola. Automazione e multimedialità in biblioteca: interventi e riflessioni (1986-1994), a cura di Claudio Di Benedetto. Milano: Ed. Bibliografica, 1998 (Bibliografia e biblioteconomia. Fuori collana).

77 Robert Wilensky. The UC Berkeley digital library project: re-thinking scholarly information dissemination and use. In: Research and advanced technology for digital libraries: Third European conference, ECDL'99, Paris, France, Sept. 22-24, 1999, proceedings. Berlin: Springer, 1999, p. 2.

78 Emanuele Casamassima - Emidio Cerulli. Aspetti, strutture, strumenti del sistema bibliotecario italiano. "Accademie e biblioteche d'Italia", 37 (1969), n. 3, p. 181-188.

79 The future of the National Bibliography: a consultation paper from the British Library. www.bl.uk/services/bsds/nbs/bnbcons.html. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

80 Marcelle Beaudiquez. Les services bibliographiques nationaux à l'aube du XXIe siècle : évolution et révolution. In: International Congress on National bibliographies, Copenhagen, 25-27 November 1998, under the auspices of IFLA, the Danish Royal Library, the Royal School of Library and Information Science and the Danish Library Centre. http://www.ifla.org/VI/3/icnbs/icnbs.htm. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

81 Rossella Caffo. Biblioteche archivi e musei nel quinto Programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico della Commissione europea. "AIB notizie", 11 (1999) n. 5, p. 10-11.

82 Mauro Guerrini. Archivio, biblioteca, museo: dialogo, compartecipazione e accesso integrato alle basi di dati locali: e pluribus unum. In: Le vesti del ricordo. Atti del convegno sulla politica e le tecniche di gestione delle fonti per la storia locale in archivi, biblioteche, musei, Trento, Palazzo Geremia, 3-4 dicembre 1996. Trento: Comune di Trento, 1998, p. 57-63.

83 David Bearman - Jennifer Trant. Unifying our cultural memory: could electronic environments bridge the historical accidents that fragment cultural collections? "A&MI publishing: articles and papers" (update 9/9/1999). http://www.archimuse.com/papers/ukoln98paper/. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.

84 European Library Automation Group. Libraries, Archives, Museums: Library Systems Seminar - 24, Paris 12-14 April 2000. http://www.nuk.uni-lj.si/elag2000/.

85 Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. Gruppo di studio sugli standard e le applicazioni di metadati nei beni culturali. http://www.iccu.sbn.it/metadati.htm. Ultima consultazione: 6 luglio 2001.


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