Con grande sensibilità di storico contemporaneista Enzo Santarelli comincia a raccogliere numeri unici all'indomani della caduta del fascismo, trovandosi a Napoli tra il 1943 e il 1944, come indica egli stesso nella premessa al catalogo che qui presentiamo, facendo riferimento anche al suo scritto autobiografico Mezzogiorno 1943-1944: uno sbandato nel regno del Sud, Milano 1998. Guidato all'inizio non da un programma preciso, ma "dall'interesse per la rinascente pubblicistica politica", egli comincia &34;per hobby&34; una raccolta che solo più avanti acquisterà sistematicità e organicità fino a raggiungere 751 pezzi, che coprono un arco cronologico che va dal 1880 al 1990, acquistati ora dalla Biblioteca di Storia moderna e contemporanea di Roma. Parallelamente egli metteva insieme altre due raccolte estremamente interessanti nell'arco di cinquant'anni di attività: una grande collezione di periodici comprendenti serie complete di testate quotidiane politiche ("Unità", "Avanti" ecc.), riviste di alta cultura ("Lacerba", "La voce", "La critica" ecc.), periodici del dibattito politico e culturale, della quale egli ha fatto dono di recente all'Università di Urbino, che lo ha visto a lungo docente (Catalogo, a cura di Ermanno Torrico, Università di Urbino, 1998); una seconda raccolta di circa 10.000 opuscoli, acquistati e schedati proprio in questi giorni dalla Biblioteca di Storia moderna e contemporanea, riguardanti il '900, dal Futurismo alla Costituente, dal movimento nazionalista alle organizzazioni operaie.
In un momento in cui in Italia l'interesse e la consapevolezza degli studi storici per la stampa periodica e per il materiale cosiddetto minore come le fonti ancora non si era manifestato (ricordiamo, tra i primi approcci a questi temi, Fabrizio Dolci, La Sezione "Pubblicazioni minori" della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, "Società e storia", 1, 1978, n. 1), egli avviava operazioni di conservazione di questi materiali in quanto fonti documentarie di primario interesse della realtà istituzionale, sociale e culturale.
Tornando alla raccolta di numeri unici, ricorderemo solo come fu sollevata in un congresso dell'AIB e della Regione Emilia Romagna (Bologna, 1978) dal titolo "Giornali, biblioteche, archivi" la questione se questi potessero o no essere considerati stampa periodica. Vogliamo sottolineare come l'episodicità di questi fogli nulla tolga alla loro possibilità di identificazione con la stampa periodica, con i "giornali", esempio probante i fogli anarchici (dei quali troviamo nella raccolta Santarelli una cospicua rappresentanza) che spesso apparivano in una "serie" di numeri unici con titoli di volta in volta diversi, al fine di sopravvivere ai sequestri di polizia. Ecco uno dei possibili risvolti dell'interesse di una raccolta come questa. Più in generale va detto che queste pubblicazioni hanno valore di documento di realtà sociali in quanto registrano in maniera immediata e spontaneistica eventi vissuti e rilevati come importanti da gruppi sociali e comunità locali; prodotti artigianali, dovuti più spesso a tipografi che ad editori, pure a volte di qualche interesse dal punto di vista grafico e artistico.
Il catalogo, ben curato da Ettore Tanzarella, rispetta l'ordinamento tematico cronologico in 18 classi dato da Enzo Santarelli e reca molto opportunamente quattro vie di accesso al materiale con quattro indici: per soggetti, per enti responsabili della paternità intellettuale dell'opera, per titoli e infine per luoghi di pubblicazione.
Alessandra Scaccia
Biblioteca di storia moderna e contemporanea, Roma