Molti sono i libri e gli articoli che hanno discusso negli ultimi anni l'argomento di questo volume: il ruolo di educatore del bibliotecario. Tuttavia, lo stesso argomento è poco rappresentato nella letteratura scientifica pedagogica. Questo spiega perché il volume parla di futuro ruolo di educatore del bibliotecario: sta ai bibliotecari appropriarsene, per le specifiche competenze che li rendono adatti al compito, competenze non sempre (ri)conosciute. Ciò che serve ora è che i bibliotecari facciano chiarezza a se stessi e si liberino da preconcetti e tradizioni circa il loro ruolo.
Nelle nuove università i bibliotecari non sono più relegati in un luogo fisico, l'informazione digitale è disponibile ovunque nel campus universitario, le funzioni non sono più limitate all'acquisto, alla catalogazione, all'organizzazione della collezione.
Il volume delinea un ruolo di bibliotecario educatore che va oltre il ruolo di guida nella ricerca dell'informazione. I bibliotecari non sono solo coinvolti nell'istruzione alle ricerche bibliografiche ma hanno il compito di far diventare gli studenti ricercatori autonomi in grado di apprendere lungo tutto l'arco della vita. Il bibliotecario è sempre più un facilitatore dell'apprendimento, un regista della capitalizzazione delle competenze, un cacciatore di risorse formative e l'attivatore dei processi di apprendimento.
Per i bibliotecari italiani è particolarmente importante comprendere come il ruolo di bibliotecario educatore si inserisca nella riorganizzazione recentemente avviata della didattica universitaria. I bibliotecari universitari sono coinvolti in prima persona in questo cambiamento e tuttavia non c'è ancora sufficiente consapevolezza.
Con il decreto n. 509 del 3 novembre 1999 (Regolamento recante norme concernenti l'autonomia didattica degli atenei) si è avviato un processo di profonda riorganizzazione della didattica nelle università italiane. Il cambiamento dell'educazione universitaria è centrato sullo studente, che deve assumere un ruolo sempre più attivo e responsabile nel proprio apprendimento, mentre il docente deve aiutarlo a pensare criticamente e applicare in modo creativo i concetti appresi. Il libro di testo è sostituito da un ambiente formativo ricco di risorse per consentire i necessari approfondimenti e il completamento dei lavori inclusi nei curricula. L'apprendimento avviene più fuori della classe che al suo interno. La biblioteca è un punto critico della riforma. Senza la collaborazione della biblioteca, il cambiamento nella formazione non potrà avere successo.
Due interventi contenuti nel volume, in particolare, sono utili a far comprendere il ruolo di bibliotecario educatore. James Wilkinson (From transmission to research: librarians at the hearth of the campus) focalizza il metodo didattico che il bibliotecario dovrà seguire, basato sul modello della ricerca. Compito primario è quello di istruire le matricole e assistere i laureandi nell'uso dei più sofisticati strumenti di ricerca, preoccupandosi di istruire sul processo della ricerca più che sul contenuto dei vari strumenti bibliografici. Il metodo della ricerca è basato su cinque fasi: 1) chiarezza del bisogno informativo; 2) le domande a cui trovare risposta; 3) le ipotesi di soluzione del problema; 4) la raccolta e l'analisi delle informazioni, 5) le conclusioni. Il bibliotecario educatore deve saper motivare lo studente, facilitare il lavoro di gruppo e porsi come guida all'apprendimento. Una precisazione doverosa: la nuova didattica è parallela all'uso delle tecnologie nella didattica, ma non vanno confusi i diversi ordini di problemi.
Kimberley M. Donnelly (Building the learning library: where do you start?) si chiede quale modello organizzativo seguire per costruire una biblioteca per l'apprendimento. Le iniziative, per avere successo, devono avere visibilità nei curricula (anche attraverso i crediti), una collezione di base di risorse didattiche calibrata sui corsi e un sistema informativo efficace. I docenti devono invitare gli studenti a partecipare ai programmi formativi della biblioteca, basati sulla disponibilità di un programma formale di corsi.
Il ruolo di bibliotecario educatore pone la biblioteca al centro dell'istituzione universitaria, come parte attiva del processo di riorganizzazione. È un ruolo davvero interessante ma anche difficile, senza una preparazione opportuna. Mi piace concludere con le parole di Teodora Oker-Blom (Integration of information skills in problem based curricula, 64th IFLA General conference, August 16-21, 1998): "An extremely important experience is, that it has required significant long-term commitment of time and resources to libraries involved. At the cross-roads, there are increased opportunities. We librarians have to develop ourselves as communicators, learners and cooperators to find creative solutions to them".
Anna Maria Tammaro
Istituto di biblioteconomia e paleografia, Università di Parma