Questo volume è costituito da una serie di scritti su diversi argomenti di biblioteconomia, tutti comunque dedicati a Birgit Dankert, presidentessa uscente della BDB (Bundesvereinigung Deutscher Bibliotheksverbände). Non esiste una traduzione italiana per questo acronimo che però si può tradurre letteralmente come Federazione nazionale delle Associazioni tedesche delle biblioteche). Questo ente è stato fondato nel 1989 con lo scopo di unificare tutto ciò che in Germania riguarda le biblioteche, la biblioteconomia e la documentazione.
Il primo contributo di Engelbert Plassmann (Zehn Jahre Bundesvereinigung Deutscher Bibliotheksverbände) ripercorre la storia, a partire dai primi del Novecento, che conduce alla nascita della BDB, sottolineando quanto siano numerose le associazioni dei bibliotecari tedeschi. Alla luce di questa riflessione cronologica l'autore riconosce l'importanza di questa sigla che finalmente riunisce e difende gli interessi di tutti i bibliotecari, evidenziandone però anche i limiti emersi in modo evidente con la chiusura del DBI (Deutsches Bibliotheksinstitut).
Anche il secondo contributo a cura di Konrad Umlauf (Struktur und Perspektiven der BDB Wächst hier zusammen, was zusammen gehört?) sottolinea l'elevato numero di associazioni che rappresentano gli interessi delle biblioteche. In realtà le numerose sigle non contribuiscono a far conoscere e proteggere gli interessi delle biblioteche, anzi l'eccessiva polverizzazione ha causato, soprattutto nel passato, una forte litigiosità tra le diverse categorie, che ha molto nociuto.
È quindi un compito fondamentale della BDB creare un senso di appartenenza tra i bibliotecari che li convinca ad andare al di là degli interessi della singola biblioteca (non dimentichiamo a questo proposito che il sistema federale tedesco favorisce una forte diversificazione fra le varie regioni cfr. il saggio contenuto in questa raccolta di Aloys Lenz dedicato alla situazione in Assia: Kulturpolitik und Bibliotheken in Föderalismus: das Beispiel Hessen che non dipende esclusivamente dalla loro ricchezza, ma anche dalle scelte del governo regionale). Inoltre Umlauf riconosce la necessità di ampliare la sfera di influenza della BDB che deve intensificare i contatti con il mondo della documentazione e dell'informazione, più in generale, per poter meglio affrontare le sfide della società dell'informazione. Abbiamo toccato un altro Leitmotiv del testo, ovvero quello della società cognitiva (Joachim-Felix Loenhard, Vom Bestandsdenken zum Inhaltsbezug, oder: zur Entwicklung der Berufsbilder von Bibliothekaren, Dokumentaren und Archivaren) e del suo sconvolgente impatto proprio sulle biblioteche e sul lavoro dei bibliotecari.
Seguono poi due interviste, raccolte dello stesso Georg Ruppelt, a Elmar Mittler ("Öffentlichkeitsarbeit, zähes Verhandeln, Vertrauen schaffen": Gespräch) e Birgit Dankert ("Wir denken zu wenig in groβen Visionen": Gespräch). rispettivamente primo presidente della BDB e presidentessa uscente. Entrambe le interviste cercano di mettere in luce le differenti esperienze lavorative sottolineando, al di là della diversa formazione, l'approdo comune alla presidenza della BDB.
A questo punto vengono presentati una decina di contributi che evidenziano l'accentuato spirito di collaborazione che contraddistingue questa istituzione, mettendo in luce le diverse altre associazioni e/o enti con i quali la BDB collabora in modo proficuo e continuo in qualità di portavoce di tutta la categoria.
Di particolare interesse per noi italiani è uno degli ultimi saggi a cura di Ute Krauß-Leichert (Traumberuf inmitten von Büchern und anderen Informationsquellen. Warum studiere ich Bibliothekswesen?: eine Umfrage im Studiengang Bibliotheks- und Informationsmana-gement an der Fachhochschule Hamburg), che presenta brevemente i risultati di un sondaggio condotto fra gli studenti del corso universitario per biblioteconomia e scienza della comunicazione, offerto dalla Fachhochschule di Amburgo.
A differenza della realtà italiana, dove i corsi di formazione e le scuole di specializzazione sono nati solo recentemente, come nel caso del corso di laurea in conservazione dei beni culturali e puntano, a mio personale parere, ad un tipo di formazione quasi esclusivamente umanistica e teorica, in Germania la tradizione risale alla fine della seconda guerra mondiale ed inoltre si tenta di integrare il piano di studio alle esigenze delle moderne biblioteche.
Simona Albani
Biblioteca dell'Istituto di germanistica, Università di Milano