Non si può che dare ragione all'autore quando scrive: «it's a matter of attitude», è una questione di mentalità. Attraverso otto capitoli spazia dall'interno all'esterno della biblioteca, dagli utenti al personale, dai libri ai materiali elettronici, intesi tutti sia come fonte di pericolo sia come elementi da proteggere, passando dal furto dei materiali ai possibili atti penali effettuabili in biblioteca (assassinio, molestie sessuali, ecc.), invitando soprattutto con grande insistenza a sbarazzarsi della tradizionale visione della biblioteca come isola felice, al riparo da ogni male per il solo fatto di essere luogo di studio, di concentrazione, di pensiero. Anche nell'eden-biblioteca si può annidare il serpente, ed è bene rendergli la vita difficile.
L'enumerazione dei rischi, sia per gli utenti sia per il personale, è articolata e particolareggiata: l'autore offre per ognuno una serie di suggerimenti pratici, che gli vengono da lunga esperienza nel ramo (è uno dei maggiori specialisti della materia, già autore di un altro volume nel 1984, e direttore dal 1992 al 1997 della rivista «Library & archival security») e dettati dalla realistica convinzione che se non si può eliminare il pericolo, ridurlo con mezzi non troppo dispendiosi è alla portata di tutti (molto interessanti le "schede grigie" inframmezzate alle pagine, che riassumono le problematiche e/o le soluzioni in pratici specchietti). Esempio che potrà sembrare assurdo o paradossale a prima vista, ma che si inserisce perfettamente in una visione a 360 gradi come quella dell'autore, perfino la biblioteca digitale è fonte e soggetto di rischio, tra gli hackers che possono impadronirsi di dati personali degli utenti è il furto del computer che materialmente consente l'accesso a essa.
In quest'ottica è perfettamente comprensibile che i rischi di calamità ambientale abbiano l'onore di un solo capitolo, e neppure all'inizio, mentre l'accento batta ripetutamente sul "pericolo uomo", inteso come ladro di volumi, o come utente molesto sia ai libri che agli altri utenti, nonchè al personale stesso, o come personale di biblioteca impreparato, quindi incapace di risolvere i problemi al momento giusto.
Il manuale si rivolge a tutti i bibliotecari raccomandando una presa di coscienza ad ampio spettro, con la stesura di accurati protocolli d'azione, la creazione di unità di rischio, e in generale l'introduzione della mentalità del rischio attivo e passivo (che cresce esponenzialmente all'aumentare della quantità di pubblico e di metri quadri): per sapere esattamente cosa fare, come reagire, e preparare anche un piano per il "dopo", cioè per quando il danno è avvenuto, stabilire le priorità per il salvataggio di cose e persone negli eventi più o meno traumatici (dalle infiltrazioni d'acqua nei depositi a terremoti, inondazioni, incendi). L'autore insiste sulla parallela necessità di una costante politica di controllo, sia del posseduto sia dell'utenza sia del personale stesso (parecchi casi di furti negli Stati Uniti vedono responsabili dipendenti di biblioteche).
Il risultato cui si tende è una efficace diminuzione delle percentuali di rischio, ma soprattutto l'aumento della coscienza di esso da parte di tutto lo staff della biblioteca; e contemporaneamente anche l'aumento della percezione della sicurezza nell'ambiente sia da parte del pubblico (si veda la nota sui genitori che affidano i bimbi alla ludoteca: grosse responsabilità per il personale e per la struttura) sia del personale, ad esempio attraverso varie informative predisposte dallo staff e distribuite al pubblico (delle quali l'autore lamenta la scarsità nelle stesse biblioteche americane: una veloce ricerca in rete conta meno di dieci protocolli di sicurezza, confermando le affermazioni dell'autore anche dopo più di un anno dalla pubblicazione del manuale).
Esemplare la chiusa del libro: «This book on library security concludes with a recapitulation and restatement of the objectives of all library security measures: security measures are intended to preserve our materials and their value to our users, while at the same time to protect the library building's occupants. Anything that furthers those end or is likely to do so is worth considering, at least at the light of costs, ethics, and practical factors. Keeping an open mind about library security is equally important to your determination to hold onto the heritage of civilization represented by library collections. To lose a such battle, after all, would be to concede defeat in an extremely important war for access to the cultural record of mankind.»
«Be prepared», estote parati: e poichè nel nostro paese la legge non ammette l'ignoranza, qualche suggerimento di fonti facilmente reperibili relative all'argomento può essere utile.
Safety and security è una coppia di concetti quasi sinonimi, ma che sottintendono con la prima parola un "effetto statico", un risultato, e con la seconda un'"azione dinamica", e sono traducibili in italiano come "sicurezza e prevenzione".
La letteratura professionale italiana non è particolarmente ricca di contributi in questo senso (si vedano soprattutto le indicazioni fornite in «AIB notizie», 13 (2000), n. 7, p. 6-7, e diversi interventi di Carlo Revelli negli anni Novanta rintracciabili in BIB, il CD-ROM di Bibliografia italiana delle biblioteche del libro e dell'informazione allegato al «Bollettino AIB», 40 (1999), n. 1/2), preferendo significativamente "tutela e conservazione". All'interno dei risultati di una ricerca fatta anche nel catalogo SBN con queste ultime parole chiave possiamo trovare spunti, anche interessanti, concernenti la safety and security, ma non del tutto nel senso inteso da Shuman. Si viene a notare quindi come manchi ancora in Italia una cultura "globale" della prevenzione del rischio (che comunque anche negli Stati Uniti è argomento relativamente recente, di cui si comincia a trovare traccia dalla metà circa degli anni Ottanta, con un crescendo piuttosto netto negli ultimi cinque anni).
Contemporaneamente al volume di Shuman esce infatti in Italia La conservazione dei libri di Antonio Giardullo, con una buona bibliografia e soprattutto la pubblicazione in appendice dei Principles of conservation and restoration in libraries, IFLA, 1979 (già pubblicati nel 1982, ma non facilmente reperibili) e il d.P.R. n. 418 del 18 giugno 1995, Regolamento concernente norme di sicurezza antincendio per gli edifici di interesse storico-artistico destinati a biblioteche ed archivi (e a seguire un elenco delle varie strutture operanti in Italia nella conservazione e tutela del patrimonio librario).
Il sito del Ministero per i beni e le attività culturali (http://www.beniculturali.it), riporta in Attività legislativa un elenco aggiornato di tutta la normativa del settore, e in Protezione e sicurezza del patrimonio si trova il link al Comando di tutela del patrimonio artistico (TPA) dei Carabinieri (che si occupa non solo, come sembrerebbe, di opere d'arte trafugate, ma anche di libri, ai sensi del Regolamento CEE n. 3911 del 9 dicembre 1992, rintracciabile con le successive modifiche sempre in Attività legislativa). Altre importanti indicazioni normative sono contenute in La tutela fisica dei beni librari tra normative di sicurezza e nuove tecnologie edilizie e impiantistiche, di Francesco Bossi e Simonetta Villanti, pubblicato in La biblioteca tra spazio e progetto: nuove frontiere dell'architettura e nuovi scenari tecnologici, Milano: Ed. Bibliografica, 1998.
Il testo del decreto legislativo n. 626 del 19 settembre 1994, Attuazione delle direttive CEE [...] riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro, che prescrive alcune delle raccomandazioni di Shuman relative alla sicurezza (intese in senso generale) si trova al sito del Ministero del lavoro: http://www.minlavoro.it/norme/ DLG_190994_626. htm.
Serena Sangiorgi
Biblioteca politecnica di ingegneria e architettura, Università di Parma