Il capitolo 1 introduce le premesse e le promesse della GII, esplorando i concetti di adozione e adattamento della tecnologia, di infrastruttura e di coevoluzione della tecnologia e dei comportamenti.
Molti gli elementi costitutivi dell'infrastruttura globale dell'informazione trattati nell'opera della Borgman, quali le reti di computer, le biblioteche digitali, gli aspetti della conservazione digitale, il concetto di pubblicazione elettronica, l'interazione uomo-computer, le interfacce e il design, le telecomunicazioni.
Borgman spazia nella sua ricerca indagando tra le pratiche delle discipline da cui attinge per la descrizione di alcuni capitoli in particolare, per esempio laddove si spinge ad analizzare il comportamento umano connesso all'informazione e la politica dell'informazione vista dai vari soggetti istituzionali.
Il libro della Borgman più che un libro sull'informazione è un'analisi sull'accesso all'informazione. È però soprattutto un testo che definisce ambiti e strutture, è un libro sui luoghi in cui l'informazione si manifesta.
Il capitolo 2 esamina l'idea di biblioteca digitale che emerge da prospettive diverse e a volte in competizione.
Borgman enfatizza questi aspetti ponendo l'accento sulla questione terminologica alla quale dedica un'attenzione particolare, soprattutto nella parte relativa al concetto di "accesso" che meriterebbe un discorso a sè.
L'autrice afferma che nel settore biblioteconomico le definizioni sono formulate per rispondere a esigenze specifiche e che sono elaborate da due distinte comunità: dalla comunità dei ricercatori da una parte, tesa a identificare e focalizzare l'attenzione sulle problematiche della ricerca e allargare la comunità di interesse; dalla comunità dei bibliotecari dall'altra, la quale pone l'accento sui problemi pratici implicati nel processo di trasformazione delle istituzioni e dei servizi bibliotecari. Le biblioteche digitali possono considerarsi banche dati o servizi piuttosto che istituzioni, e perciò rientrano nell'ambito delle definizioni orientate alla pratica (practical-oriented definitions) piuttosto che all'ambito contrapposto delle definizioni orientate alla ricerca (research-oriented).
La comunità bibliotecaria utilizza il termine "biblioteca digitale" da alcuni anni, ma soltanto recentemente ha promulgato una definizione formale. La definizione operativa messa a punto dalla Digital Library Federation sembra racchiude il senso con cui i bibliotecari intendono il termine.
È una definizione ampia, che considera la biblioteca digitale come l'estensione, il miglioramento e l'integrazione dei sistemi di recupero dell'informazione (information retrieval systems) e di molteplici istituzioni che si occupano di informazione (informative institutions). Propone quindi una «biblioteca globale digitale» come costruzione che racchiude la biblioteca digitale connessa, e quindi accessibile, a un'infrastruttura globale dell'informazione. La biblioteca digitale non sarebbe così un'entità unica nè verrebbe controllata da alcuna organizzazione.
Il capitolo 3 è dedicato alla questione dell'accesso all'informazione e alla sua definizione. Ricorrendo a concetti presi da discipline che si interessano di biblioteche, telecomunicazioni, legislazione, le diverse accezioni di accesso all'informazione sono esaminate separatamene e collettivamente.
Se la GII diventa effettivamente globale, si dovranno conciliare le diversità culturali e i diversi stadi dello sviluppo tecnologico, vi sono infatti paesi già coperti da Internet ma che presentano livelli diversi di penetrazione delle reti di computer e di sistemi di telecomunicazioni e paesi totalmente scoperti. L'accesso all'informazione può risentire sensibilmente di questi fattori.
Le leggi che regolano l'accesso, la proprietà intellettuale, la privacy e la sicurezza variano a seconda delle politiche, della cultura, della religione di ciascun paese e società. In alcune parti del mondo il problema è quello di aumentare la quantità di informazioni disponibili; in altre, invece, è quello di aumentare la domanda di informazione.
Borgman riconosce che l'accesso all'informazione non è un valore universale ma è piuttosto incardinato nella cultura e nelle tradizioni, nelle istituzioni e negli individui, è implicitamente correlato alla tecnologia, all'economia e alla politica.
Le questioni di politica dell'informazione nel libro della Borgman sono viste dal versante delle strategie attuate recentemente dagli Stati Uniti con Bill Clinton e Al Gore, ma anche a livello internazionale (Borgman fa uso di un'ampia bibliografia). Relativamente al contesto europeo, circa metà dell'ultimo capitolo è dedicata all'analisi dello sviluppo dell'infrastruttura dell'informazione nell'Europa centrale e orientale dopo la fine della seconda guerra mondiale. Per esaminare la portata dell'infrastruttura dell'informazione nei paesi europei con radici culturali tanto differenti dai paesi oltreoceano, Borgman prende in esame le scelte fatte e i cambiamenti istituzionali e sociali prodotti.
Il capitolo 4 è orientato alle diverse fasi di creazione, utilizzo e ricerca dell'informazione. Da un originario interesse al solo recupero dell'informazione, il ciclo di vita dell'informazione si è allargato a comprendere vari momenti come la creazione, la ricerca, l'utilizzo e la conservazione digitale oltrechè la diffusione dell'informazione.
Gli argomenti di ricerca sono diventati di più ampio respiro e oltre alle preoccupazioni tecniche per il recupero dell'informazione e la rappresentazione del contenuto, includono ora aspetti sociali della biblioteca digitale considerati in tutto il ciclo di vita dell'informazione.
Nei capitoli 5 e 6 si identificano le difficoltà che sussistono nell'utilizzo della biblioteca digitale e Borgman analizza alcuni modi per facilitarne in futuro l'uso.
La maggior parte dell'impegno per costruire un'infrastruttura globale dell'informazione è rivolta alla tecnologia e alla politica, con relativamente poca attenzione ai processi che avvengono nel comportamento umano.
Il successo di una GII dipende da come riuscirà a inserirsi nella vita degli individui. Per essere attraente, deve essere facile da usare, disponibile e affidabile, e deve rispondere a bisogni precisi.
Il capitolo 7 afferma il ruolo della biblioteca come istituzione e di come si stia adattando a un'era di reti distribuite di computer. Dalle esperienze dei bibliotecari si possono ricavare molte lezioni su come passare dalla stampa a un ambiente elettronico.
Fornire l'accesso all'informazione della biblioteca globale digitale è soltanto uno dei molti motivi per costruire una GII, ci dice Borgman, ma indubbiamente il più importante.
Ormai si sa molto sui comportamenti degli individui e delle istituzioni in relazione all'informazione e tuttavia una piccolissima parte di questa conoscenza è utilizzata per la progettazione delle biblioteche digitali, l'infrastruttura dell'informazione nazionale e globale o le politiche di informazione.
Il processo di creazione dell'infrastruttura globale dell'informazione che interconnetterà le reti di computer e le diverse forme della tecnologia dell'informazione in tutto il mondo, secondo Borgman deve tenere conto delle persone, della tecnologia, dei contenuti e delle interazioni tra tutti questi elementi.
Il capitolo 8 esamina i compromessi inevitabili tra il pensare localmente nel progettare i sistemi e i servizi di informazione e il pensare globalmente. Questo capitolo raccoglie questioni riguardanti gli standard, lo scambio dei dati, la portabilità, l'interoperabilità, il linguaggio, la linguistica e le pratiche istituzionali.
La GII offre innumerevoli opportunità per mettere a disposizione degli individui in tutto il mondo le fonti di informazione. Allo stesso tempo presenta una serie di sfide tecniche, sociali e politiche. Per quanto riguarda la biblioteca digitale, si sono individuate quattro linee di tendenza: dai metadati ai dati, dai sistemi indipendenti a quelli interconnessi, (linked systems), dalla ricerca alla navigazione e dai processi individuali a quelli di gruppo. Queste linee di tendenza emergono da un più ampio framework dello sviluppo delle tecnologie dell'informazione e da nuovi modi di pensare la relazione tra la tecnologia e le persone.
Il capitolo 9 conclude il volume ponendo molte domande e alcune prospettive. L'informazione è potere, ma un carico eccessivo di informazioni derivante dalla proliferazione di risorse online potrà soltanto peggiorare se le problematiche tecniche, sociali e politiche legate all'accesso all'informazione non vengono affrontate già in queste prime fasi della costruzione della GII.
L'informazione quale bene comune è un processo evolutivo che si adatta ai contesti. Ma come entrano in questo processo evolutivo gli individui e le istituzioni? Quale tecnologia decideranno di adottare? Come faranno gli individui ad adattare la tecnologia per farla rispondere ai loro interessi, ai loro bisogni? E come faranno le istituzioni ad adattarla alla loro missione, obiettivi e stile manageriali? Quali politiche saranno possibili, considerando i diversi modi in cui l'uomo crea, usa e ricerca l'informazione? E quali tecnologie saranno trasportabili attraverso i paesi e le culture? Sono più gli interrogativi che pone questo libro che le risposte che fornisce.
Il lavoro di ricerca su tutti gli aspetti della biblioteca digitale dovrà continuare, considerata la rapida espansione delle reti di computer, dell'editoria elettronica, dell'accesso distribuito alle risorse informative, dell'insegnamento a distanza, del commercio elettronico, della tecnologie dell'informazione e delle relative applicazioni della tecnologia dell'informazione. Saranno numerosi i problemi pratici che si dovranno risolvere per costruire e studiare la biblioteca digitale "su misura", che risponda cioè ai bisogni e pratiche informative di varie figure di utenza, quando ci si occuperà della creazione del contenuto e della gestione dei servizi nelle biblioteche digitali, così come numerose saranno le sfide implicate nel processo di concettualizzazione delle nuove forme espresse dai nuovi attori dello scenario nel mercato dell'informazione.
Tra le sfide affrontate per realizzare una GII, c'è quella del superamento e dell'ampliamento di Internet come lo conosciamo ora per arrivare a un'infrastruttura dell'informazione più vasta, più complessa e con un numero di utilizzatori molto più vasto. Essa deve essere robusta, affidabile e relativamente facile da usare.
La politica dell'informazione a livello internazionale è attivamente impegnata in questioni riguardanti la proprietà intellettuale, l'uso corretto delle copie in relazione ai diritti, la privacy, il filtraggio, la crittografia, e il flusso transnazionale dei dati.
La scalabilità tecnica necessita di nuovi metodi di ricerca, creazione, utilizzazione, gestione, conservazione e distribuzione dell'informazione, ma richiede nuovi modelli economici per l'assegnazione delle risorse di rete. I modelli politici dovranno essere orientati alla protezione e alla gestione della proprietà intellettuale, della privacy e della sicurezza, sia interna sia internazionale, e prevedere nuovi metodi per l'autenticazione degli utilizzatori, dei documenti e delle transazioni, tutti prerequisiti per la realizzazione della biblioteca digitale globale entro l'infrastruttura globale dell'informazione.
Mi associo a Christine Borgman nell'auspicio che il suo libro stimoli la discussione su queste importanti questioni tra gli utilizzatori e i progettisti, gli individui e le organizzazioni, i creatori e i fornitori, i lavoratori e gli studenti, i giovani e i vecchi in tutti i momenti della vita e in ogni parte del mondo.
Antonella De Robbio
Biblioteca del Seminario matematico, Università di Padova