RECENSIONI E SEGNALAZIONI


UNIMARC manual. Bibliographic format.  2nd edition, update 2.  München: Saur, 1998.  A fogli mobili.  (UBCIM publications; n.s. 14).  ISBN 3-598-11213-0.  DM 68.  Distribuito da Ellediemme - Libri dal mondo s.r.l.

Continua con cadenza biennale l'uscita di aggiornamenti dell'edizione 1994 dell'UNIMARC manual, a dimostrare la vitalità dello standard e la volontà dell'IFLA di rispondere in tempi per quanto possibili rapidi alle esigenze degli utenti di UNIMARC. Se il primo Update del 1996 era centrato sul libro antico (cfr. «Bollettino AIB», 37 (1997), n. 2, p. 228-230), due sono gli aspetti particolarmente toccati da questo secondo Update: la revisione del blocco 4--, dedicato ai legami bibliografici, e l'adeguamento a ISBD(ER) dei campi riferiti alla descrizione delle risorse informative in formato elettronico. Ma vediamo rapidamente le altre aggiunte e modifiche, soffermandoci poi sui due punti principali.

Tre soltanto i nuovi campi, due dei quali riguardano il blocco 0-- e sono quindi dedicati a numeri standard: si tratta dello 013 e dello 015, rispettivamente per l'International Standard Music Number (ISMN), come definito dallo standard ISO 10957, e l'International Standard Technical Report Number (ISRN), come definito dallo standard ISO 10444.

A parte alcune correzioni e modifiche minori, raccolte in una pagina di apertura, qualche cambiamento è introdotto nel campo 801 della fonte di origine del record, uno dei pochi campi obbligatori del formato. È stato aggiunto un sottocampo numerico ($2) dedicato al formato utilizzato per la codifica originale del record secondo i codici indicati nell'appendice H, rivista in questo Update; inoltre, per la sigla della agenzia che ha emesso il record, in attesa di una standardizzazione internazionale, viene raccomandato di utilizzare la USMARC Code list for organisations.

Modifiche varie vengono apportate anche alle appendici: assai gradita è in appendice B la lista dei codici di paese in due caratteri ripresa dallo standard ISO 3166-1, a cui finora in questa appendice si rinviava soltanto; codice che si usa in vari campi, come ad esempio lo 021 o il 102. Aggiornata è anche l'appendice C, che contiene la lista dei relator codes, cioè i codici che indicano la funzione che un autore svolge nella specifica pubblicazione (ad esempio adattatore, traduttore, ecc.) e che possono essere indicati nei campi del blocco 7-- dopo il sottocampo $4. Modifiche sostanziose sono introdotte nell'appendice D, dedicata ai codici geografici (GAC) per il campo 660 e modifiche varie anche ad altre appendici.

Ma veniamo ora ai punti nei quali, come s'è già detto, si concentrano le revisioni e aggiunte di questo aggiornamento.

Il cambiamento rilevante nel blocco 4-- è rappresentato dalla nuova possibilità offerta dallo standard di evitare la tecnica dell'incapsulamento (embedding) e di utilizzare in alternativa una tecnica che prevede l'inserimento di sottocampi in modo standard. Questa scelta, di impatto certamente non secondario su UNIMARC, è motivata nella rinnovata nota introduttiva al blocco 4-- richiamando sia la complessità d'uso della tecnica dei legami con l'incapsulamento sia la necessità di potere ospitare in modo più semplice altri formati MARC.

La tecnica alternativa nel trattamento dei legami prevede l'inserimento di sottocampi normali per indicare il legame, non preceduti quindi dal sottocampo $1 utilizzato per indicare il campo incapsulato. Ecco un esempio, tratto dal manuale UNIMARC, delle due versioni di un campo di legame nel caso di una monografia facente parte di una serie per la quale viene generato un punto di accesso tramite il campo 410:

Campo con incapsulamento
410 #0$12001#$a Letters from China $1700#1$aStrong,$bAnna Louise,$f1885-1970

Campo con sottocampi
410 #0$tLetters from China$aStrong, Anna Louise, 1885-1970

Nel secondo esempio il titolo della serie è preceduto dal sottocampo $t che contiene il titolo della registrazione a cui è fatto il legame, il responsabile è preceduto dal $a, però non nella forma che avrebbe nel campo 700 di accesso, contrariamente a quanto avviene nel caso di incapsulamento, ma con punteggiatura tradizionale.

Una scelta di questo tipo è possibile anche nel caso di pubblicazioni in più unità fisiche e di spogli, laddove si utilizzino i campi 46- dedicati ai livelli e viene esemplificata nella descrizione generale del blocco. Tuttavia per una inesplicabile scelta editoriale non per tutti i campi è stato prodotto l'aggiornamento con gli esempi del trattamento a sottocampi, manca infatti la revisione per i campi 422, 451, 452, 461, 463, 464, 470, 481, per i quali quindi la nuova versione va dedotta dagli esempi negli altri campi; inoltre a conferma di una certa sciatteria editoriale, che si noterà anche oltre, nella nota introduttiva a 4-- si rinvia a una fantomatica appendice K che non esisteva nell'edizione 1994 e che gli estensori dell'Update hanno dimenticato di inserire.

Questa revisione del blocco 4-- nasce probabilmente dalla constatazione del non altissimo gradimento goduto dalla tecnica dell'incapsulamento negli usi nazionali: un esempio è l'applicazione francese di UNIMARC, che evita esplicitamente l'utilizzo dell'embedding. Si aggiunga anche che l'applicazione di questa tecnica non sempre è supportata appieno dai sistemi di automazione, anche di nuova concezione, mentre l'aumentata possibilità di navigazione ottenuta con la diffusione degli OPAC basati sul Web pare rendere più facile la gestione di legami ipertestuali anche evitando di ricorrere a tecniche tanto rigorose come l'incapsulamento. Non è facile prevedere come sarà l'evoluzione di questa parte dello standard, a suo tempo presentata come una delle maggiori innovazioni rispetto a USMARC; non si può però escludere una fine analoga a quella toccata alla cosiddetta «descrizione a più livelli» dell'ISBD, presentata in un primo momento come innovativa e nelle ultime revisioni dello standard relegata in appendice e preceduta da cautelative indicazioni di possibili trattamenti alternativi, a sconsigliarne in modo tutt'altro che velato l'utilizzazione.

Comunque questa revisione può anche rendere opportuno un momento di riflessione da parte della nostra Bibliografia nazionale. Infatti BNI è forse l'unica bibliografia nazionale ad adottare in modo estremamente attento la tecnica dell'incapsulamento e dei legami, anche per quanto riguarda le pubblicazioni monografiche in più unità fisiche. Il trattamento è senz'altro rigoroso, ma non sempre economico e davvero funzionale ai fini dello scambio delle registrazioni e deriva alla BNI dal formato proprietario SBN, utilizzato per la preparazione delle schede della bibliografia. Sarebbe opportuna una verifica delle tendenze evolutive dello standard soprattutto su questo punto, per evitare di restarne isolati nell'adozione, anche tenendo conto della scarsissima presenza italiana negli organismi IFLA che curano la manutenzione e l'evoluzione degli standard di catalogazione e del formato.

L'altro punto centrale dell'aggiornamento riguarda il trattamento degli archivi per elaboratore. Come è noto risale allo scorso anno la pubblicazione di ISBD(ER), che sostituisce ISBD(CF): alla nuova versione dello standard vengono adeguati alcuni campi descrittivi dedicati a questo tipo di materiale. In qualche caso si tratta soltanto di un aggiornamento terminologico: così passano dalla dicitura «Computer files» a «Electronic resources» i campi 135 (dati in forma codificata), 230 (area del materiale specifico) e 336 (nota sul tipo e l'estensione della risorsa elettronica). Nuova è invece la nota 337, che corrisponde alla nota sui requisiti di sistema di ISBD(ER) 7.5.1. Inoltre il manuale cita come campo in relazione all'856 il 338 «Mode of access note (Electronic resources)», che corrisponderebbe all'analoga nota di ISBD(ER), 7.5.2.: nelle intenzioni però, perché non è altrove definito; probabilmente un prossimo Update rimedierà alla svista, che come abbiamo visto non è l'unica in cui è incorsa la redazione.

Un cambiamento è introdotto anche nel campo 215, della descrizione fisica, di cui si afferma la ripetibilità seguendo la scelta proposta da ISBD(ER), che a sua volta la deriva dal trattamento, quanto meno discutibile, proposto in ISBD(NBM) per i kit multimediali, al quale quindi UNIMARC si adegua.

Di maggior interesse è l'adozione, da tempo annunciata dall'IFLA, del campo 856 «Electronic location and access», ripreso dall'analogo campo USMARC, dedicato alle informazioni di localizzazione di una risorsa elettronica. Il campo è pressoché identico al corrispondente di USMARC, come è stato rivisto nel 1997: è questo certamente un buon segno sotto il profilo dell'integrazione dei formati. Questo campo è pensato per i sistemi d'automazione che dispongano di interfaccia Web o che gestiscano legami a risorse esterne al catalogo e quindi consentano all'utente il trasferimento di file o la navigazione diretta dal catalogo della biblioteca alla risorsa elettronica catalogata. Il campo è ripetibile se è possibile accedere a una risorsa in più di un modo, ad esempio tramite telnet o HTTP, oppure la risorsa sia raggiungibile in luoghi differenti, ad esempio su hosts differenti, o abbia nomi differenti. Il secondo indicatore presenta una differenza rispetto a USMARC: infatti entrambi gli standard dedicano il primo indicatore al metodo di accesso e utilizzano la medesima numerazione (ad esempio 1 per l'FTP, 4 per l'HTTP), però il secondo indicatore non è definito in UNIMARC ed è quindi rappresentato da un blank, mentre USMARC lo utilizza per indicare la relazione che intercorre fra la risorsa elettronica localizzata dal campo 856 e il record bibliografico nel suo insieme. Così ad esempio in USMARC il secondo indicatore con valore 1 indica che il campo 856 si riferisce a una versione elettronica della risorsa descritta nella registrazione, nel senso che la pubblicazione oggetto della registrazione non è in forma elettronica, ma in questo campo se ne indica la disponibilità di una versione in forma elettronica; l'indicatore può anche servire al sistema per generare la dicitura «Versione elettronica:» sia nella visualizzazione che nella stampa del record. È prevista la possibilità di utilizzare numerosi sottocampi riferiti alle varie caratteristiche di accesso e di formato della risorsa elettronica descritta. I sottocampi di UNIMARC sono identici a quelli di USMARC, fatta eccezione per il $y (metodo di accesso) del primo, che corrisponde a $2 del secondo e all'utilizzazione in USMARC di alcuni altri sottocampi numerici che non occorrono in UNIMARC. L'uso più normale e diffuso del campo è per indicare un URL (uniform resource locator), in questo caso si utilizza il sottocampo $u con il primo indicatore a 4; ecco un esempio di come potrebbe essere il campo 856 in un record bibliografico di descrizione del Web dell'AIB:

856 4#$uhttp://www.aib.it

Il manuale UNIMARC è però piuttosto avaro di spiegazioni, mentre offre un buon numero di esempi; per chi dovesse utilizzare questo campo è senz'altro assai utile la consultazione delle Guidelines for the use of field 856 preparate per USMARC dalla Library of Congress, reperibili in rete alla pagina http://lcweb.loc.gov/marc/856guide.html, che contengono un'analisi dettagliata del campo e indicazioni sull'applicazione.

In conclusione comunque non si può che raccomandare il periodico controllo delle informazioni presenti sull'apposita pagina dedicata al formato UNIMARC nel Web dell'IFLA (http://www.nlc-bnc.ca/ifla/VI/3/ubcim.htm [ora http://www.ifla.org/VI/3/ubcim.htm]), su cui tra l'altro è annunciata la prossima pubblicazione completa del Manual in formato HTML, di cui sono già disponibili alcune parti; inoltre, al momento in cui si scrivono queste note (giugno 1998), sono annunciati un formato UNIMARC per le classificazioni e la prossima pubblicazione della revisione di UNIMARC/Authorities.

Antonio Scolari
Centro di servizio bibliotecario di ingegneria, Università di Genova