L'irruzione della multimedialità ha avviato nelle biblioteche una trasformazione che non investe soltanto la sfera organizzativa interna ed esterna - necessità di una più attenta formazione professionale, rapporti modificati con il mercato, moderni e più efficaci servizi da offrire al cittadino/utente - ma ha messo in discussione il mondo delle tecnologie introducendo in breve tempo nelle biblioteche altri prodotti e nuovi supporti.
Il volume raccoglie gli interventi presentati in occasione del seminario di studi dallo stesso titolo, promosso a Venezia nel dicembre 1997 dalla Fondazione Querini Stampalia, in collaborazione con gli Assessorati alla cultura della Regione Veneto e della Provincia di Venezia, il Sistema bibliotecario del Comune di Venezia e la Sezione Veneto dell'AIB.
L'avvento negli anni Settanta-Ottanta degli audiovisivi e del concetto di mediateca (interventi di Rabitti e Landucci) non ha sortito gli effetti sperati per le scarse risorse e i vincoli di legge, come l'impossibilità per ragioni di copyright di effettuare copie di salvataggio e prestito.
Internet, con il suo protocollo per lo scambio dei dati TCP/IP, è alla base del concetto di biblioteca virtuale (Barison) e la Regione Veneto si propone di far sì che la propria rete SIRV si faccia carico del traffico tra le istituzioni bibliotecarie locali con la rete GARR, attraverso il proprio provider CINECA, per avviare il progetto veneto di SBN con Biblioserver, per la gestione in piena autonomia di acquisti, prestito, catalogazione.
La Biblioteca civica centrale di Mestre è stata progettata sin dalle origini come biblioteca multimediale; l'avvento del prodotto multimediale ha sancito l'ingresso in biblioteca di materiali inediti; tuttavia il nuovo supporto che ospita e collega immagini, suoni, testi, filmati e altro deve essere frutto della collaborazione di specifiche professionalità e non l'opera, pur esteticamente valida, di un informatico (Pozzana). L'osservazione è acuta e pertinente, perché molto spesso i prodotti multimediali in commercio peccano non tanto dal lato estetico quanto purtroppo proprio dal punto di vista contenutistico, mostrando a volte una certa superficialità.
Gli interventi di Sciarretta, Messina, Volpato, Cecchini, Piccotti, Cagnoli si soffermano sui programmi realizzati e da realizzare in ambito multimediale. Il progetto Eidos dell'Accademia di agricoltura scienze e lettere di Verona prevede la costituzione dell'archivio iconografico della città; i piani di lavoro della Biblioteca nazionale Marciana riguardano la riproduzione digitale dei codici araldici veneziani, delle carte geografiche antiche, del fondo del cartografo Coronelli, della musica veneta del Settecento e il progetto VENIVA, realizzato in collaborazione con l'editore Marsilio, per la creazione di banche dati testuali e grafiche in linea su Venezia; Bibliomedia è il sistema informatico di ricerca e visualizzazione di documenti su supporto non cartaceo dell'Università di Padova; l'Archivio storico delle arti contemporanee della Biennale di Venezia sta realizzando un prospetto multimediale e polivalente visibile su Internet per la ricezione, accanto a materiali cartacei, di altri supporti; l'Istituto universitario di architettura di Venezia dispone in Internet dell'Archivio Progetti realizzato grazie alla possibilità di integrazione fra materiali diversi offerta da EasyWeb; la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, invece, per trattare quei documenti non bibliografici che già costituivano una serie complessa di strumenti informatici, utilizza dal 1995 un programma "collettore" che integra i dati dei diversi sistemi. Franchini e Bellini trattano l'uno degli OPAC bibliografici dell'Istituto veneto di scienze, lettere e arti e l'altro di una rete di CD-ROM realizzata presso la Biblioteca dell'Università di Trento, mentre la direttrice dell'ICCU spiega il progetto di trattamento delle immagini in rete SBN tra la Biblioteca Marciana di Venezia, la Biblioteca Angelica di Roma e la Biblioteca Palatina di Parma.
De Michelis, in rappresentanza della Marsilio Editori, illustra il progetto VENIVA come prototipo del ciclo produttivo dell'industria culturale, mentre Marrara, progettista Finsiel, si sofferma sul progetto MultiSpace inteso a promuovere la qualità delle applicazioni multimediali. L'applicazione della multimedialità nell'ambito didattico, sebbene sul piano teorico abbia avuto convincenti giustificazioni, ha ancora molta strada da percorrere in campo sperimentale (Varisco).
I progetti europei, se utilizzati al meglio, possono diventare un'autentica risorsa nel campo dell'applicazione del multimediale. La biblioteca è nodo di rete (Caffo) e grande importanza ha l'impegno dell'AIB nel sostenere e incrementare la partecipazione delle biblioteche a progetti nei vari programmi comunitari. L'industria europea svolge poi un ruolo cruciale nello sviluppo e nella distribuzione di prodotti e servizi multimediali, tanto che si stima possa offrire nei prossimi dieci anni un milione di posti di lavoro (Ricciardi).
La definizione giuridica di un mercato in rapida evoluzione prevede anche una legislazione concordata in campo internazionale ed europeo, soprattutto per i problemi che la novità del supporto crea nella tutela del copyright (Marandola). Una politica culturale attenta non può ignorare inoltre la "caducità" dei più recenti supporti e deve quindi prevedere altre strategie di conservazione (Ridi).
L'informazione in tempo reale è un'autentica ricchezza. Rendere la multimedialità alla portata di tutti è indispensabile, per questo è apprezzabile l'appoggio dato dagli enti locali alle iniziative di cooperazione tra biblioteche e di formazione degli operatori per rendere un migliore servizio al cittadino-utente (Tabaro, Furlan, Rumiz). La biblioteca avrà sempre al suo centro il libro di carta e alla base dei moderni sistemi resta sempre il bibliotecario che deve gestirli, ma importante è diventare sportello di accesso ad una serie di servizi online e ad altre informazioni per utenti che possono trovarsi anche in posti diversi (Castellani). Fondamentale è quindi promuovere gli investimenti per migliorare i servizi di biblioteca sul territorio e gestire tali fenomeni di massa con strategie di massa (Poggiali). Le biblioteche hanno affrontato e superato tanti ostacoli nel recente passato, quando per esempio erano costrette a costruire i propri software; la sfida della multimedialità, invece - come afferma Poggiali - sta nella sua diffusione.
Nel complesso, il quadro che emerge dagli atti del seminario è quello di un settore sempre teso a dare il meglio di sé nell'ambito delle potenzialità che gli sono proprie. Nonostante il perdurare di alcune difficoltà che si registrano ancora nelle biblioteche - insufficienti mezzi finanziari, interessi manageriali poco attenti all'attivazione dei nuovi servizi, scarsa propensione alla cooperazione, rigidità di alcuni meccanismi gestionali - che frenano le esigenze di innovazione, non si può non porre in evidenza l'impegno costante e la notevole competenza che sono alla base delle pregevoli realizzazioni in campo multimediale fin qui attuate dalle pur diverse realtà bibliotecarie.
Il maggiore impegno nell'educazione del pubblico e l'autonomia delle strutture bibliotecarie e di servizio devono essere gli obiettivi su cui concentrarsi negli anni a venire.
Stefania Dabbicco
Biblioteca centrale della Facoltà di lingue e letterature straniere, Università di Bari