L'Harvard College Library è costituita da undici biblioteche principali e numerose altre biblioteche di dipartimento che servono la Faculty of Arts and Science. La necessità di rinnovare una di queste biblioteche, la Lamont Library, portò nel 1994 alla creazione di un gruppo di studio il cui compito consisteva nel programmare tutti i futuri lavori di trasformazione della biblioteca, evitando però la duplicazione di servizi già esistenti, mantenendo una decentralizzazione ormai storica, tenendo conto dell'impatto delle nuove tecnologie sul ruolo stesso delle biblioteche di didattica e ricerca.
Questo libro raccoglie le conclusioni cui giunsero gli esperti e che furono presentate ad un convegno tenutosi nell'Harvard College. I vari gruppi di studio ritennero che scopo e risultato principale delle loro indagini dovessero essere quelli di aiutare gli studenti e la facoltà a trarre il massimo beneficio dai servizi rinnovati della biblioteca grazie a un uso più efficiente delle sue risorse. Ci si rese subito conto però che aumentare la quantità di risorse, soprattutto di personale e di spazi attrezzati con mezzi informatici, non era sufficiente. Sotto la spinta delle nuove tecnologie e del crescente bisogno di ricerca interdisciplinare, bisognava innanzitutto ripensare il ruolo stesso di biblioteca. Nasce così il concetto di biblioteca come gateway, ossia luogo attrezzato, non necessariamente fisico, dove si localizzano, si filtrano e si usano le informazioni che si necessitano nella forma in cui le si necessita, ma anche luogo dove si insegna a trasformare il processo di valutazione dell'informazione in conoscenza. Per realizzare questo non è necessario sostituire le collezioni con la tecnologia, ma permettere nel migliore dei modi possibili la fruizione di ogni tipo di materiale attraverso l'integrazione dei due principali tipi di risorse: cartacee e digitali.
Se lo scopo iniziale dello studio era quello di interrogarsi su come la biblioteca dovrebbe rispondere alla crescita continua di tecnologie informatiche, esso si è poi esteso fino a diventare una esplorazione del nuovo modo di fare didattica e ricerca nelle università e del ruolo potenziale che in questo quadro di trasformazioni in atto gioca la biblioteca.
Le sei sezioni in cui il curatore ha diviso gli atti del convegno esaminano, perciò, le forze che influenzano università e biblioteche oggi (sez. I), come è cambiata la ricerca e la varietà delle risorse ad essa oggi necessarie (sez. II), come le tecnologia dell'informazione sta cambiando lo stesso processo di comunicazione accademico (sez. III), quali sono le ragioni per sviluppare servizi di gateway library (sez. IV), qual è il futuro ruolo della biblioteca, come questa possa cioè cambiare l'insegnamento, l'apprendimento e la ricerca in un'epoca di transizione da una cultura cartacea a una cultura digitale (sez. V) e, infine, quale dovrebbe essere il ruolo dei bibliotecari nel processo di valutazione e di elaborazione dell'informazione elettronica (sez. VI).
Si noterà che i temi trattati nel testo non rappresentano certo una novità per lo studioso del mondo delle biblioteche accademiche, né sono nuovi gli interrogativi o le risposte di chi ha steso queste relazioni. Eppure il libro ha il pregio di avere affrontato in modo sistematico la maggior parte degli argomenti che ruotano attorno alla questione "biblioteche di ricerca e di didattica e nuove tecnologie". Qualche riflessione originale c'è; più ovvie ma non indegne di un'attenta e seria lettura altre tematiche trattate.
In conclusione ci si interroga se la biblioteca come terreno sul quale si scontrano/incontrano tradizione e nuove tecnologie sia un luogo o un processo, e si risponde che essa è comunque parte della transizione in atto da confortanti forme familiari di conoscenza a diverse modalità organizzative del sapere, concetti questi che il lettore riconoscerà come ancora vivi e al centro di periodici, appassionati dibattiti.
Maria Barbone
Biblioteca di ateneo, Università di Trento