Il vuoto da riempire nel settore degli studi sulla legislazione bibliotecaria è molto ampio e sono stati perfezionati solo alcuni tasselli di un mosaico che risulta ancora da completare e comporre. Il volume di Paolo Traniello, che alla legislazione bibliotecaria regionale, nazionale ed internazionale ha dedicato molta parte del proprio lavoro di docente e di ricercatore, è un libro utile e opportuno. Esso è anzi consigliabile, per seguire l'impostazione culturale dell'autore, compiutamente espressa nella premessa, al giurista che vuol sapere di biblioteca e al bibliotecario che voglia dare al suo lavoro il giusto inquadramento istituzionale.
Rimarrebbe deluso chi chiedesse a questo interessantissimo studio di uno dei maggiori e più qualificati specialisti della materia di rispondere all'aspettativa, più volte manifestata nel mondo professionale e più volte delusa da discutibili iniziative editoriali, di avere finalmente il manuale organico e completo che manca, una sorta di Codice Costa del 2000, nella considerazione che quel Codice unico e non ripetuto, per organicità e completezza, ebbe la sua seconda edizione aggiornata niente di meno che nel 1941.
Ma il libro di Traniello, agile volumetto con un'appendice normativa che arriva a comprendere la recentissima legge 42/1997 della Regione Lazio, in materia di biblioteche, archivi e musei, è utile e opportuno per altre e ben fondate ragioni, soprattutto per essere un'aggiornata sintesi (in riferimento alla data della pubblicazione) dello stato della legislazione per le biblioteche, a livello nazionale e regionale, per la capacità dell'autore di innestare l'analisi dell'attualità sulle sue radici storiche e culturali, per gli stimoli che vengono da quelle "osservazioni conclusive", dove egli opportunamente travalica i limiti degli schemi di un'esposizione scolastica e, seppur brevemente, fornisce originali e fondati spunti critici, giustapponendo le lacune e le contraddizioni del sistema Italia al quadro internazionale. Nella conclusione, nei limiti di sole quattro pagine, Traniello accenna ai processi di riforma in corso nel «complicato e poco congruente quadro normativo delle biblioteche italiane», al cosiddetto federalismo e quindi al decreto legislativo 112/1998 in attuazione della legge 59/1997 (c.d. Bassanini 1), alle proposte di riforma del diritto d'autore e del deposito obbligatorio, all'istituzione dell'albo professionale, infine alla proposta di legge quadro dell'AIB.
Anche negli altri capitoli del libro, più referenziali, per così dire, e cioè ispirati alla volontà di descrivere il problema, senza indulgere a riflessioni più approfondite, si ritrovano da un lato le stesse caratteristiche di capacità di sintesi, e, dall'altro, di esposizione intelligentemente critica di dati oggettivi, i quali manifestano, se non altro per come ne è strutturata la descrizione, i limiti di una situazione normativa e amministrativa da superare e migliorare urgentemente. Ecco allora il primo capitolo, che descrive il caso italiano, dai regolamenti postunitari alla frammentazione delle biblioteche nazionali, fino alle disposizioni della Costituzione repubblicana e ai decreti istitutivi del Ministero per i beni culturali negli anni Settanta, dopo aver ripreso il concetto di biblioteca-istituzione, che Traniello aveva molto bene illustrato e motivato nei suoi scritti precedenti, ed averne collocate le origini e il percorso storico nell'editto di Francesco I, nel 1517 (la prima norma di deposito obbligatorio degli stampati), per arrivare al Public libraries act britannico del 1850.
I capitoli dedicati alle Strutture e funzioni bibliotecarie statali e all'Ordinamento bibliotecario regionale sono una rassegna dell'organizzazione e delle competenze degli istituti ai vari livelli territoriali. Sono pagine nelle quali si condensano le linee fondamentali di una problematica, talvolta sviluppata da Traniello nei suoi studi precedenti e qui ripresa e richiamata, come nel caso dell'approfondita analisi dell'ordinamento regionale, e nelle quali si ritrovano i temi che sono stati al centro dell'impegno politico e istituzionale della professione, soprattutto nell'ultimo decennio.
È chiaro che proprio il valore della sintesi, come si diceva all'inizio, può costituire un limite, almeno per chi impropriamente chiedesse al volume quella esaustività che ad esso l'autore non ha voluto dare: il libro di Traniello, che comunque niente trascura di essenziale, è una sorta di abstract di uno studio virtuale da ampliare e da approfondire, lo scheletro di qualcosa di più organico e completo di cui continuiamo a sentire il bisogno. Quello che è certo è che questa sintesi ordinata e sistematica non contraddice, anzi favorisce questo bisogno e ciò la rende ancor più interessante, non soltanto per la didattica.
Giovanni Lazzari
Biblioteca della Camera dei deputati