RECENSIONI E SEGNALAZIONI


La biblioteca fra legislazione e diritti del cittadino: atti del XLIII Congresso nazionale dell'Associazione italiana biblioteche, Napoli, 29-30-31 ottobre 1997, a cura di Maria Cristina Di Martino e Ornella Falangola.  Roma: AIB, 1999.  170 p.  ISBN 88-7812-050-2.  L. 35.000.

Il volume raccoglie gli atti del Congresso di Napoli dell'ottobre 1997 e offre per la varietà degli argomenti un esauriente panorama su un tema di "scottante" attualità per le biblioteche e per la pubblica amministrazione in genere. Come denuncia il titolo, obiettivo delle giornate congressuali è delineare un quadro normativo e finanziario che riveda il ruolo delle biblioteche «ridisegnandone la mappa sulla base delle diverse tipologie funzionali piuttosto che in relazione agli enti di appartenenza, ricomponendone i diversi segmenti in un sistema integrato» (dall'introduzione di Maria Cristina Di Martino).

L'argomento dell'incontro è stato analizzato da quattro angolazioni:
1) il quadro di riferimento politico-istituzionale;
2) le biblioteche e la Comunità europea;
3) politica bibliotecaria per il Mezzogiorno d'Italia;
4) il dibattito sulle forme di gestione autonoma e le più significative forme di innovazione.

La relazione introduttiva del presidente Igino Poggiali pone l'accento sulla centralità dei servizi, nella convinzione che la biblioteca non sia solo un bene culturale ma una struttura fondamentale per il sistema educativo, economico e dei servizi per la prevenzione del degrado sociale. Garantire il diritto di accesso all'informazione è una condizione irrinunciabile per lo sviluppo della persona umana, in particolare per le generazioni più giovani che devono poter usufruire «di un certo standard di opportunità rimuovendo gli ostacoli economici, sociali, ambientali che si frappongono tra il bambino e le risorse educative e informative». Esiste una povertà insidiosa nelle nostre città, prive di servizi essenziali e luoghi dove crescere sul piano intellettuale, dove avere la concreta possibilità di disporre di un computer, di CD-ROM, di collegamenti telematici ed altro. La biblioteca pubblica deve inserirsi a pieno titolo tra gli standard urbanistici, con l'obbligo di predisporre sezioni mirate all'utenza giovanile, in linea con il Manifesto Unesco sulle biblioteche pubbliche del 1994, con la Convenzione ONU sui diritti all'infanzia del 1989 e con le raccomandazioni dell'IFLA sui diritti di accesso all'informazione.

La prima sezione, introdotta da Giovanni Lazzari, analizza i mutamenti legislativi dai diversi punti di vista di Stato, Regioni, Comuni e università, in un'ottica di superamento della frammentazione amministrativa, di cooperazione e di sussidiarietà «attraverso un coordinamento delle attività che non violi i confini delle competenze istituzionali dei vari soggetti interessati, ed insieme alla volontà vera di investire, di realizzare veramente un piano d'azione, una rete di biblioteche moderne, che non sia una semplice proposizione esemplificativa di modelli di politica culturale, come altre volte è stato». Per Alberto Piccio l'apertura dei mercati, la globalizzazione dell'economia e dell'informazione spingono verso una riforma coraggiosa delle pubbliche amministrazioni: per restare in Europa dobbiamo raggiungere i livelli delle nazioni più avanzate anche in tema di miglioramento della qualità dei servizi superando il "centralismo" ancora operante. Due i principi ispiratori dello "Stato leggero": la sussidiarietà, cioè devolvere compiti, funzioni e poteri alle Regioni, agli enti locali, alle autonomie funzionali, all'autonomia privata e alla società civile, e il rovesciamento della passata impostazione di un'amministrazione attenta alla sola procedura formale piuttosto che al risultato e alla soddisfazione dell'utenza. Seguono gli interventi di Giuseppe Palma sulla riforma del Ministero per i beni culturali, di Erika Gay sui rapporti tra Stato, Regioni e Comuni in materia di biblioteche, di Alberto Sdralevich sui sistemi bibliotecari universitari e di Aldo Bacchiocchi sulle funzioni e prospettive delle biblioteche pubbliche locali di piccole e medie dimensioni.

Nella seconda sezione, dedicata al rapporto tra le biblioteche e la Comunità europea, Tommaso Giordano sviluppa il tema dell'accesso all'informazione e delle nuove opportunità offerte dalle tecnologie digitali, rilevando come sia questione non secondaria l'affidabilità della fonte, l'autenticità del documento e l'accettabilità del contenuto. Affronta inoltre la questione del copyright e del suo rapporto con i diritti di accesso all'informazione dell'utenza auspicando una partecipazione più attiva dei bibliotecari a difesa delle esenzioni accordate alle biblioteche. Segue poi l'intervento di Rossella Caffo sull'utilizzo dei fondi strutturali europei nell'ambito del Programma Biblioteche della Comunità europea, mentre nella sua relazione Paolo Traniello ripercorre la storia della biblioteca pubblica in Europa esaminando i tre gruppi fondamentali di sistemi bibliotecari, cioè quelli fondati sull'esercizio dell'autonomia locale, su interventi dello Stato o su norme autonome regionali che coesistono con sistemi di biblioteche pubbliche statali. La sezione si chiude con gli interventi di Maria José Moura sul programma di sviluppo delle biblioteche pubbliche comunali operante in Portogallo dal 1987 e con la comunicazione di Sergio Ammannati sulle iniziative prese dal CNEL per il riconoscimento delle professioni in attuazione alle direttive comunitarie.

Cooperazione e sussidiarietà sono i principi da cui partire per una riorganizzazione delle biblioteche del Mezzogiorno dove ancora lontano è l'obiettivo di un sistema bibliotecario in grado di offrire servizi di qualità al passo con le innovazioni introdotte dalle tecnologie di rete (introduzione di Giovanni Di Domenico alla sezione Politica bibliotecaria per il Mezzogiorno d'Italia). Istituti bibliotecari prestigiosi e di antica tradizione coesistono con fragili biblioteche di base e con le biblioteche universitarie, in assenza di una visione complessiva, di un progetto che individui mete comuni e standard di servizio. Fiorella Romano ricorda che le biblioteche statali hanno spesso dovuto coniugare «i propri compiti istituzionali con l'esigenza di andare comunque incontro a un pubblico più vasto che non trova altrove risposte adeguate o supplire del tutto a carenze dovute alla debolezza dei sistemi bibliotecari locali». Le iniziative dell'Ufficio centrale per i beni librari, le istituzioni culturali e l'editoria sono andate verso l'espansione e il rafforzamento dei poli SBN, anche con la partecipazione di realtà bibliotecarie appartenenti ad organismi diversi, e hanno risolto problemi di spazio ampliando i locali e trovando nuove sedi (Biblioteca nazionale di Potenza, Biblioteca nazionale di Bari). Per Renato Nicolini una rete di mediateche potrebbe contribuire a valorizzare i beni culturali di cui l'Italia è ricca, specie nel sud, riunendo museo virtuale, biblioteche e archivi tramite le nuove tecnologie. Vanno comunque ridefiniti, anche in termini di progettualità architettonica, i locali adibiti alla mediateca del 2000, analizzando il rapporto tra i diversi media nel processo di informazione e/o formazione. Napoli potrebbe ospitare questa mediateca esemplare, con il suo progetto di trasformazione di Bagnoli «dall'industria delle ciminiere a quella dell'immateriale». Chiudono la tavola rotonda gli interventi di Marcello Taglialatela sul ruolo della Regione Lombardia in materia di sviluppo delle biblioteche e di Giovanni Muto che lamenta la scarsa attenzione dei Comuni alle biblioteche e ai bisogni dell'utenza.

L'ultima sezione è dedicata alle innovazioni di gestione dei servizi bibliotecari già operanti in Italia. Maurizio Caminito fa un primo bilancio dell'esperienza dell'Istituzione Sistema delle biblioteche centri culturali del Comune di Roma, Anna Maria Tammaro descrive in dettaglio le difficoltà incontrate nella riorganizzazione del Sistema bibliotecario dell'Università di Firenze, Giorgio Lotto interviene sulla figura del bibliotecario "manager pubblico", mentre Nerio Agostini conclude questa carrellata di esperienze ricordando come tutti i bibliotecari sono ora chiamati a gestire le risorse «in una logica di compatibilità che passa attraverso la ricerca dell'efficienza organizzativa, l'ottimizzazione delle attività svolte dal personale, la razionalizzazione delle iniziative nel loro intersecarsi nel territorio [...] e l'utilizzo di strutture e attrezzature che possono garantire una efficacia crescente verso l'utenza».

Barbara Mussetto
Biblioteca Casanatense, Roma