La Bibliothèque régionale d'Aoste. [Aosta]: Bibliothèque régionale d'Aoste, 1997. 189 p.: ill.
In un giorno piovoso d'agosto dello scorso anno, attraversando un po' velocemente la città di Aosta, in verità m'aveva molto colpito un edificio assai particolare, che sembrava non avesse mura ma solo specchi diritti, alternati ad altri curvi, nei quali si rifrangevano i grossi nuvoloni, e questi davano addirittura l'impressione che volessero trapassare la struttura da parte a parte... E ora mi ritrovo ad avere in mano un grande libro (30 x 23 cm) con una foto in copertina che mi svela quella fantastica immagine: l'edificio è la Biblioteca regionale di Aosta.
Dal libro, purtroppo solo da esso, oggi, vengo a conoscenza del vasto e importante patrimonio culturale che questo piccolo popolo che vive tra i monti più belli d'Europa ha saputo produrre nel corso dei secoli e che custodisce in questo magnifico edificio: un fondo che comprende circa 160.000 documenti (65% in lingua italiana) concernenti i diversi settori dello scibile umano, di cui una gran parte è stata già catalogata seguendo la CDD. Scopro che vi si conserva un interessante fondo di libri antichi e di pregio (in fase di catalogazione informatizzata); che al suo interno vi è uno spazio creato su misura per bambini e ragazzi da 3 a 14 anni; che esiste un ambiente piacevole e rilassante per la lettura dei periodici. C'è anche una sala che risponde alle esigenze, sempre più attuali, di multimedialità, e un'altra, già dotata un anno fa di oltre 6000 CD, che risponde alle esigenze di fruizione dei prodotti della cultura musicale. Il materiale (cartaceo e non) viene gestito per la sua catalogazione tramite il sistema di automazione Geac Advance.
Siamo di fronte al libro che celebra la nuova Biblioteca regionale di Aosta, edito a un anno dalla sua apertura. La pubblicazione, molto curata nell'apparato iconografico, ricchissima di fotografie e di materiale illustrativo, già a prima vista si presenta come una invitante e completa visita guidata ai suoi interni, al suo posseduto e alla sua funzionalità.
Il volume è stato realizzato con un vivo desiderio e un pieno interesse dei valdostani di «oltrepassare i confini regionali per far conoscere la biblioteca centrale almeno in Italia, Francia e Svizzera nell'intento - utilizzando le stesse parole del bibliotecario, Richard Villaz - di istituire una rete di comunicazione» che permetta loro di «entrare nel circuito informativo europeo».
L'opera è di carattere collettaneo e presenta contributi puntuali e ricchi di dati e informazioni. Il materiale è distribuito variamente in 15 sezioni per l'opera di 17 collaboratori. Alcuni articoli sono scritti in lingua italiana, altri in francese. Nel suo insieme è chiaro l'assemblaggio dei diversi contributi, anche se spesso disomogenei tra di loro, «a volte leggermente ripetitivi e con uno stile citazionale dei riferimenti bibliografici non uniforme - sostiene nella sua introduzione lo stesso Villaz - ma sicuramente il lettore attento saprà trovare quel filo ideale che unisce i vari interventi e avrà alla fine, un quadro ampio e definito sulla storia e sulle potenzialità della Biblioteca Regionale del Sistema Bibliotecario Valdostano alla soglia degli anni 2000».
Fin da subito si può avere una chiara visione di come essa è strutturata e organizzata: sono stati seguiti con estremo rigore e rispettati ampiamente tutti i criteri della biblioteca di pubblica lettura, ma non meno è da considerarsi una biblioteca di conservazione.
A prima vista un bibliotecario avrebbe la tentazione di tralasciare quei capitoli (dal II al V) dal contenuto più strettamente archeologico, che invece possono risultare interessanti anche dal punto di vista biblioteconomico: come valorizzare appieno strutture patrimoniali antiche preesistenti, sulle quali poter "fondare" e costruire un nuovo e avveniristico centro di fondamentale importanza per la conservazione, la tutela e la distribuzione di materiale informativo qual è, appunto, una biblioteca (che tra l'altro - non dimentichiamolo - in questo caso è regolata da legislazione regionale con particolare carattere di autonomia) e la sua destinazione pubblica.
L'opera vuol essere lo specchio fedele della "Biblioteca centrale valdostana" ed esprime con chiarezza come essa è stata voluta, anche politicamente, per essere fin dal suo sorgere il centro culturale di riferimento e di aggregazione più importante della Regione.
L'introduzione dell'Assesseur à l'education et à la culture, la presentazione del Bibliothécaire e tutti gli articoli presenti nel volume, con il valido sussidio delle esaurienti immagini (disegni e fotografie, alcune veramente suggestive) svolgono il loro compito di offrire al lettore la "forte personalità" della biblioteca «scritta nella sua architettura, nel suo sito, nel suo arredamento - per terminare con le parole del Villaz - e un suo modo di presentarsi, di offrirsi che la differenziano in modo evidente sia dai luoghi standardizzati dell'educazione e dell'amministrazione che dalle altre strutture culturali» e consegnandola così alla storia dell'uomo (alla sua civiltà e alla sua memoria), non solo valdostano.
Giuseppe Luppino, Biblioteca del Dipartimento di filosofia e scienze umane, Università di Macerata