RECENSIONI E SEGNALAZIONI

ACOLIT: autori cattolici e opere liturgiche: una lista di autorità = catholic authors and liturgical works: an authority list, diretto da = edited by Mauro Guerrini.  Vol. 1: Bibbia, Chiesa cattolica, Curia romana, Stato pontificio, Vaticano, papi e antipapi = Bible, Catholic Church, Roman Curia, Papal State, Vatican, Popes and Antipopes.  Milano: Ed. Bibliografica, 1998.  LXI, 385 p.  ISBN 88-7075-498-7.  L. 100.000.

Quando ho sfogliato, ancora fresco di stampa, questo volume curato da Mauro Guerrini per la Bibliografica, ho avuto subito l'impressione di trovarmi di fronte a uno di quei lavori che lasciano il segno nella nostra professione. Premetto di non essere un esperto della materia trattata anche se utilizzo con coscienza i repertori e le liste d'autorità di cui si dispone nel lavoro quotidiano, ma niente di più: eppure tanti sono i motivi di interesse verso un lavoro di questo genere.

Il primo, solo apparentemente esterno all'opera in sé - e che considero importantissimo - è la dimostrazione di come uno studioso, un accademico, possa non perdere - e il lavoro di cui stiamo scrivendo ne è un esempio notevole - l'aggancio stretto all'attività viva e vera della biblioteca. Voglio dire che ancora una volta, e tutta la sua bibliografia sta lì a testimoniarlo, Guerrini è riuscito a non dimenticare d'essere stato e d'essere un "bibliotecario", di non aver perso, anzi d'aver arricchito, il suo legame con la professione. Troppo spesso assistiamo a tante espressioni teoriche, ma a una scarsa incidenza sul lavoro quotidiano del bibliotecario, i catalogatori per primi. Si ha un bel dire di standard, di teoria della catalogazione, di sistemi di indicizzazione o classificazione nelle aule paludate di una qualche scuola, ma è nell'immanenza del lavoro quotidiano che si ha la verifica e la reale palestra da cui far nascere poi le necessarie generalizzazioni. E Guerrini assolve pienamente questo compito. E lo assolve anche armonizzando, nella realizzazione di questo importante strumento, il lavoro di un gruppo di altri colleghi che hanno dato un contributo notevole e che ritengo sia giusto citare uno per uno: Luciano Tempestini, che insieme allo stesso Guerrini ha curato la sezione dedicata alla Bibbia; Fausto Ruggeri, che ha curato la sezione Chiesa cattolica, Curia romana, Stato pontificio, Vaticano; Paola Pieri, che ha curato le sezioni Papi e Antipapi.

Entrando più nello specifico siamo di fronte alla prima parte di un lavoro che colma una grave lacuna, come osserva lo stesso autore, incomprensibile in una realtà culturale come quella italiana dove il patrimonio bibliografico legato alle istituzioni della Chiesa è certamente più ricco che altrove. È difatti incredibile che in un paese dove la presenza della cultura cattolica è così forte e la necessità di formalizzare gli accessi sia nelle biblioteche ecclesiastiche che in quelle laiche così sentita, non s'era mai pensato a una sistematizzazione, se si escludono le pagine sulla Bibbia presenti nelle RICA. Ben venga quindi quest'iniziativa dell'Associazione dei bibliotecari ecclesiastici italiani che ha pensato quanto meno di mettere mano alla questione, creando un primo punto di riferimento.

Nella sua ampia prefazione ad Acolit, Guerrini, in un passo programmatico, dopo aver indicato i principi fondanti la sua riflessione, chiarisce in maniera inequivocabile il senso del lavoro che ci offre e al tempo stesso la sua importanza e qualità: «La scelta della forma deve essere culturalmente fondata, mai casuale, pena il suo rifiuto; è legata al documento, alla lingua del catalogo e alla tradizione culturale, ovvero alle convenzioni citazionali di fonti di reperimento di informazioni, quali enciclopedie, dizionari, repertori. Nessuna forma preferita ha valore assoluto, anzi è suscettibile di modifica quando un'altra sia ritenuta più adatta in seguito a nuove ricerche o ad altre convenzioni. L'authority control - prosegue Guerrini - è il processo che dovrebbe assicurare l'omogeneità formale di ciascuna voce - autore, titolo, ente - scelta come accesso, seppure ricorra una sola volta. Il catalogatore dovrebbe disporre di un'authority list (lista d'autorità), un elenco di termini controllati costruito da un'agenzia bibliografica affidabile e formulato secondo criteri coerenti che serva di aiuto nel controllo della forma del punto di accesso di una registrazione catalografica. La biblioteca costituirà un authority file (archivio di autorità) formato da registrazioni di autorità che contengono la forma preferita e le forme equivalenti (varianti e correlate), le fonti di riferimento per la scelta dell'intestazione uniforme (codici, standard, bibliografie, repertori), la data in cui ciascuna registrazione è stata stabilita ed eventuali annotazioni del catalogatore, secondo quanto stabilisce Gare» (p. VIII-IX).

La prosa nitida, non frequente in analoghi lavori, ci dà le coordinate precise su cui si è mossa la ricerca che sta dietro alla realizzazione di quest'opera. Una ricerca che evidentemente nasce da lontano, riccamente suffragata da una robusta nota bibliografica. Ricerca che conferma, del resto, l'impressione che nel nostro paese si abbia, tutto sommato, una scarsa attenzione a questo tipo di riflessione e alla produzione di strumenti catalografici del genere (nella prefazione ne è riportato un elenco, a pagina X per chi volesse vederlo, che non è così lungo). Ma bisogna pur cominciare, e questo volume - cui seguiranno un annunciato secondo volume dedicato agli ordini religiosi di diritto pontificio e diocesano e poi altri ancora dedicati alle opere liturgiche e anonime, alle associazioni cattoliche, agli autori personali (padri della Chiesa, santi, ecc.) - è un ottimo inizio.

Voglio ricordare, però, per non sembrare troppo pessimista, che l'Indice di SBN, grazie all'attività di tanti ottimi colleghi sia nei vari poli sia all'ICCU, sta diventando per tutti noi, anche se per altri settori dello scibile, un punto di riferimento, una lista d'autorità essenziale nella quotidiana attività catalografica. Ed emerge qui come indispensabile, almeno dal mio punto di vista, la necessità dell'interazione e della cooperazione fra quanti, associazioni o singoli, agenzie o istituti, si occupano di questi problemi: sarebbe un buon segno di crescita professionale e anche un notevole risparmio e miglior impiego delle risorse di ciascuno.

Come dicevo in principio non entro nel merito tecnico: non sono un esperto e un lavoro del genere è bene sottoporlo al vaglio dell'esperienza. Ma per concludere voglio sottolineare l'intrigante gioco linguistico segnalato da Guerrini alla fine della sua prefazione, legato alla parola Acolit, che oltre a essere un acronimo per Autori Cattolici e Opere LITurgiche, rimanda al suono, attraverso un giro etimologico tra tutte le lingue classiche, del greco akolouthos, compagno di viaggio. Un'evocazione - la definisce Guerrini - e un augurio, e non resta che associarsi a quest'augurio, con la certezza che questo prezioso strumento di lavoro non debba mancare sulle scrivanie dei bibliotecari, quanto meno di quelli che operano nelle biblioteche italiane.

Enzo Frustaci, Biblioteca romana dell'Archivio capitolino