Human development: competencies for the twenty-first century: papers from the IFLA CPERT Third International Conference on Continuing Professional Education for the Library and Information Professions, edited by Patricia Layzell Ward, Darlene E. Weingand. München: Saur, 1997. XII, 400 p. (IFLA publications; 80/81). ISBN 3-598-21806-0. DM 148. Distribuito da Ellediemme Libri dal mondo s.r.l.
Il volume raccoglie i numerosi contributi presentati alla terza Conferenza internazionale sull'aggiornamento professionale per i bibliotecari e i professionisti dell'informazione, organizzata dalla Continuing Professional Education Round Table (CPERT) dell'IFLA e dalla Royal School of Librarianship di Copenaghen, sede del convegno.
Come spiegano le curatrici nella prefazione, l'argomento della discussione, ossia le competenze necessarie nel XXI secolo ai professionisti dell'informazione, è stato esaminato essenzialmente da cinque punti di vista:
- la pianificazione della formazione permanente a livello individuale e istituzionale;
- modelli per far fronte alle crescenti necessità di aggiornamento;
- la misurazione delle necessità di aggiornamento;
- il ruolo del bibliotecario come istruttore, vale a dire la formazione degli utenti;
- la formazione dei formatori.
Il filo conduttore di tutti gli interventi è la consapevolezza della necessità di una crescita professionale continua attraverso una formazione permanente che consenta al bibliotecario di stare al passo con l'attuale rapidità di cambiamento nell'universo dell'informazione e di acquisire via via le competenze necessarie allo svolgimento di una professione costantemente in progress.
I molteplici ruoli che si affacciano all'orizzonte della professione bibliotecaria, dall'organizzatore di risorse di rete fino allo specialista di sostegno a lettori remoti, sono profondamente influenzati dagli sviluppi e dai progressi delle tecnologie informatiche. L'aggiornamento diventa quindi un momento sempre più imprescindibile per la professione bibliotecaria tanto che, come scrive Sue Lacey Bryant nel suo contributo, «i bibliotecari che considerano l'aggiornamento professionale un aspetto marginale del loro lavoro (o, peggio ancora, qualcosa di non necessario) sono un pericolo per se stessi, per gli utenti e per l'intera categoria professionale».
Se è vero che le nuove tecnologie informatiche ci costringono a fronteggiare repentini e continui cambiamenti nell'organizzazione del nostro lavoro, ci offrono, d'altra parte, possibilità di aggiornamento professionale, fino a ieri inimmaginabili: Internet, infatti, non costituisce solamente un potente strumento del quale è fondamentale apprendere l'utilizzo per poterne sfruttare appieno le potenzialità nei diversi aspetti della gestione bibliotecaria, ma è anche un mezzo eccezionale per l'autoformazione in quanto consente, per esempio, di seguire corsi a distanza interagendo con i docenti e superando dunque quei limiti che avevano spesso decretato il fallimento dei corsi per corrispondenza.
I corsi di formazione a distanza, dei quali si parla in un numero considerevole degli interventi pubblicati, organizzati sfruttando l'interconnessione delle reti e le caratteristiche di uno strumento potente e versatile come il Web, offrono al bibliotecario la possibilità di uscire dall'isolamento professionale nel quale spesso si trova costretto a operare, senza, per questo, essere costretto ad assentarsi dal proprio posto di lavoro e consentendo anche il risparmio delle spese di trasferta. Internet, inoltre, consente la realizzazione di programmi educativi in collaborazione tra istituzioni anche molto lontane tra loro e appartenenti a Stati diversi, favorendo così l'abbattimento delle barriere culturali e linguistiche e l'omogeneizzazione dei programmi di studio. Numerosi contributi informano su esperienze di formazione professionale condotte in diversi paesi, presso singole scuole o istituzioni, a livello nazionale, regionale o locale.
Si evince da molti degli interventi che, fermo restando il necessario impegno delle istituzioni nella formazione e nell'aggiornamento professionale del personale, ogni bibliotecario deve essere cosciente delle proprie necessità di aggiornamento e responsabile della propria crescita professionale, anche perché, nell'attuale clima di "iperspecializzazione", i professionisti dell'informazione hanno esigenze formative eterogenee.
Il volume, nel suo complesso, offre numerosi spunti di riflessione e alcuni interventi, in particolare quelli basati su esperienze concrete di formazione a distanza, contengono idee e suggerimenti utili per tutti coloro che, a vario titolo, sono impegnati nella formazione dei bibliotecari e per i bibliotecari stessi, in particolare quelli italiani, che potranno verificare quali sforzi si stanno compiendo, soprattutto all'estero, per studiare percorsi formativi adeguati alla mutevole realtà dell'informazione.
Evelina Ceccato, Biblioteca centrale della Facoltà di giurisprudenza, Università di Parma