Libraries and other academic support services for distance learning, edited by Carolyn A. Snyder, James W. Fox. Greenwich (Conn.): Jai Press, 1997. XV, 334 p. (Foundations in library and information science; 39). ISBN 0-7623-0229-1. £ 49.95.
Con la consueta impostazione pragmatica, la prestigiosa collana statunitense «Foundations in library and information science», curata da Thomas W. Leonhardt e Murray S. Martin, pubblica un volume che raccoglie esperienze nordamericane e australiane di organizzazione di servizi a supporto della formazione a distanza. Con questa espressione - avverte Carolyn A. Snyder nella sua introduzione all'opera - si intende «a form of distance education using equipped and wired classrooms to provide courses to students not physically present at the originating campus of the course».
In particolare il volume intende illustrare varie esperienze di distance learning dal punto di vista dell'organizzazione dei servizi a supporto di questa specifica metodologia didattica. All'interno di quest'ottica assume un rilievo particolare l'organizzazione di servizi bibliotecari di alto livello per studenti fisicamente lontani dalla sede universitaria.
La maggior parte di queste iniziative nasce in regioni che hanno già alle spalle esperienze di insegnamento a distanza di tipo tradizionale. Si tratta spesso di aree scarsamente popolate dove la conformazione geografica e la scarsa densità abitativa avevano creato anche in passato pre-condizioni ideali per lo sviluppo di attività di questo genere. é il caso, per esempio, dell'esperienza maturata fin dagli anni Quaranta alla Southern Illinois University di Carbondale e descritta da Jay Starrat e Jerry C. Hostetler o di quella descritta da Frank D'Andraia riferita al North Dakota dove una riorganizzazione del sistema educativo dette vita nel 1989 al North Dakota University System's Distance Education Network accompagnato dalla creazione di una rete fra le biblioteche dello Stato come supporto agli studenti sparsi nel territorio. Questa contemporaneità nella progettazione di sistemi educativi a distanza e servizi bibliotecari di supporto è una costante che ritroviamo in tutte le esperienze descritte.
Progettare efficienti off campus libraries o extended campus library services è uno degli obiettivi primari delle università che intraprendono la strada del distance learning. Maryhelen Jones e Thomas J. Morre analizzano il modello di collaborazione sviluppato alla Central Michigan University fra il College of Extended Learning (CEL) e le biblioteche per la creazione di off campus libraries services come unità distinte con lo scopo di offrire servizi esclusivamente agli studenti off campus, attraverso l'uso di OPAC, banche dati e trasferimento di documenti, allo stesso livello di quanto avviene per gli studenti in campus e senza costi aggiuntivi. Si risponde ai problemi specifici posti dal contatto soltanto virtuale con lo studente con lo spostamento di investimenti dalle acquisizioni di materiale librario verso la digitalizzazione del materiale documentario e la fornitura dell'accesso elettronico a una grande varietà di fonti repertoriali e catalografiche.
Significativa, perché conta, fra l'altro, su una lunga tradizione di educazione a distanza risalente al 1911, è l'esperienza australiana, illustrata da Edward Lim e Marie Thérèse Van Dyk. Sulla base, appunto, di una lunga esperienza, in presenza di una buona diffusione delle nuove tecnologie, si è risposto alla domanda crescente di istruzione proveniente da una popolazione sparsa in un territorio molto vasto con l'insegnamento a distanza. Si è puntato soprattutto su una formula innovativa che fa uso delle tecnologie in maniera integrata e che anzi incentra il suo "valore aggiunto" proprio sull'interattività.
Proprio questo aspetto di utilizzo delle tecnologie (e-mail, videoconferenze, video on demand, accessi a banche dati, Web, ecc.) in modo massiccio e integrato costituisce il perno su cui le università basano il valore educativo della propria offerta didattica, come emerge anche dal contributo di Nancy H. Dewald e Gloriana S. St. Clair che illustra il Project Vision sviluppato dalla Pennsylvania State University. Ovviamente in quest'ottica l'insegnamento a distanza diventa una metodologia didattica assolutamente innovativa non solo per gli strumenti e i tempi, ma per gli obiettivi che persegue: una forte accentuazione delle sollecitazioni perché gli studenti si impadroniscano di tutti gli strumenti che oggi sono disponibili per comunicare e accedere alle informazioni, li usino in maniera interattiva alimentando un dialogo continuo con i docenti e sappiano giungere attraverso di essi alle informazioni necessarie allo sviluppo delle loro conoscenze, imparando a selezionare e valutare criticamente quanto ottenuto.
In questo contesto diventa assolutamente primario il ruolo che assume l'insieme dei servizi a supporto dei corsi e primo fra questi, come abbiamo visto, quello bibliotecario, non soltanto per la creazione di servizi ad hoc per studenti off campus, ma anche per il contributo educativo nell'insegnamento dell'uso delle nuove tecnologie a fini di documentazione e più in generale per un uso critico delle informazioni elettroniche.
Un'ultima notazione è utile farla riportando le considerazioni critiche che sull'impianto di servizi bibliotecari di supporto per l'educazione a distanza emergono con lucidità proprio dalle esperienze più mature: sia nel saggio già citato di Dewald e St. Clair che in quello di Lim e Van Dyk si affronta il problema dei costi, intrecciato spesso con quello derivante dai diritti di proprietà intellettuale. Gli alti costi dipendono in parte dalla necessità di digitalizzare in maniera massiccia il materiale documentario per renderlo fruibile in maniera veloce e con una qualità simile a quella dell'esemplare a stampa, in parte dagli oneri per accendere contratti con i distributori di informazione elettronica per mettere a disposizione degli studenti ingenti quantità di banche dati di qualità e di riviste elettroniche. In ultimo i costi salgono per l'acquisto delle macchine e per la loro manutenzione, funzione cruciale in una didattica che si basa esclusivamente sull'uso della tecnologia, come è ben evidenziato nel contributo di Michael Yoakam.
Chiudono l'opera una bibliografia selezionata per chi volesse saperne di più sull'apporto delle biblioteche all'educazione a distanza, curata da Barbara G. Preece e Thyra K. Russell, e una serie di appendici che riportano i siti Web illustrativi delle varie esperienze.
Lucia Maffei, Biblioteca centrale della Facoltà di economia, Università di Siena