RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Eleonora Pantò - Corrado Petrucco.  Internet per la didattica: dialogare a scuola col mondo.  Milano: Apogeo, 1998.  XV, 366 p.: ill.  (Connessioni).  ISBN 88-7303-395-4.  L. 34.000.

In un paese come il nostro, sempre più telematico e virtuale, è con grande soddisfazione che alle innumerevoli pubblicazioni degli ultimi tempi in materia telematica vi sia da aggiungere quest'importante e prezioso contributo a quattro mani, dedicato a Internet e al suo uso all'interno del nostro sistema scolastico.

Di fronte a una prossima stagione di riforme scolastiche, l'uso del personal computer e la "navigazione" in Internet sono sempre più un dato di fatto. L'uso di queste nuove tecnologie non può che contribuire a un ammodernamento della scuola italiana, affinché le giovani generazioni non siano escluse da una società in continua evoluzione.

Com'è possibile per docenti, studenti e genitori utilizzare al meglio le opportunità offerte da Internet? Quali sono le ragioni per cui una scuola dovrebbe utilizzare le reti telematiche? E quali sono le difficoltà, ma soprattutto i vantaggi sul piano didattico, organizzativo e tecnico? Sono solo alcune delle domande a cui gli autori tentano di dare risposta all'interno del libro, soprattutto considerato che finora un adeguato contributo in materia era del tutto assente nelle nostre librerie.

Ancora oggi l'utilizzo di reti telematiche nella scuola italiana è un'utopia, ma basta scorrere le prime pagine del libro di Pantò e Petrucco per rendersi conto del contrario: in Italia infatti il nostro sistema educativo computerizzato è iniziato già nel 1995, grazie a una direttiva dell'allora ministro della pubblica istruzione Lombardi, e già allora alcuni istituti disponevano di linee ISDN (linee telefoniche ultraveloci) e di strutture ben attrezzate guidate dall'aiuto di un tutor. Successivamente, con il ministro Berlinguer - subito resosi conto dell'importanza dei collegamenti telematici - è stato annunciato l'avvio del "Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche": un'iniziativa triennale (1997-2000) che prevede uno stanziamento di 1000 miliardi per dotare 15.000 scuole di aule multimediali e provvedere alla formazione dei docenti. Certo, l'entusiasmo di chi riceve i finanziamenti previsti dal programma delle tecnologie didattiche si scontra con la delusione espressa da alcuni dirigenti scolastici, i quali denunciano un progetto triennale già morto al secondo anno e rilevano incongruenze nella gestione delle risorse finanziarie e il mancato rispetto verso chi ha investito personalmente nel progetto. Con una piccola vena ironica gli autori del testo auspicano che il programma riesca a compiere il suo intero percorso e che non si debba assistere a false partenze.

«Non è tutto oro quel che luccica» recita un vecchio detto, in particolar modo in Italia in cui il sistema educativo è in continua difficoltà - più che in evoluzione - vuoi per i continui cali demografici vuoi per mancanza di strutture, ma non possiamo neanche ignorare la realtà che ci circonda; ogni giorno i PC oltre a invadere i nostri habitat quotidiani, in punta di piedi sono entrati nei nostri istituti educativi. Allora ben venga tutto questo, purché sia guidato con coscienza e costituisca un sano mezzo d'evoluzione per i ragazzi, non solo nello studio, ma anche attraverso il gioco: «Per comprendere i sistemi decentrati è necessario progettare, creare e anche giocare, quindi imparare attraverso il gioco».

Con un linguaggio semplice e chiaro gli autori segnalano alcuni punti rilevanti per il futuro della democrazia e dell'educazione, sia su quello che è l'uso reale delle reti telematiche nello studio sia sul dialogare attraverso di esse. Quello che preme sottolineare è come gli stessi siano riusciti a trattare in maniera esaustiva e comprensibile temi perlopiù sconosciuti al grande pubblico. Subito interessanti e per nulla scontati appaiono i primi capitoli, come Internet a scuola?, sull'utilità del sistema all'interno della scuola e le sue reali applicazioni; Una tassonomia degli obiettivi educativi per l'apprendimento in rete, su come raccogliere in modo empirico i criteri di valutazione adottati dai docenti; Cercare informazioni nella rete, con un interessantissimo paragrafo dedicato a biblioteche digitali, libri e giornali elettronici (e relativi ultimi aggiornamenti) e come interrogare i cataloghi delle biblioteche attraverso Internet e fruire di altri servizi di accesso ai documenti, quali fotocopie, prestiti interbibliotecari o proposte d'acquisto.

L'ultimo capitolo del libro è dedicato a un'interessantissima indagine statistica sulla diffusione di Internet nelle scuole italiane da cui si apprende come alla fine del 1997 un migliaio di scuole era collegato in rete.

Molto bella e forse un po' "utopistica" appare la conclusione dei due autori: «Auspichiamo una scuola che insegni ai nostri figli "a leggere" la rete. Se a scuola ci avessero insegnato la televisione, invece di ignorarla, forse oggi la qualità dei programmi sarebbe diversa». Allora forse Internet non cambierà la nostra vita, ma sta cambiando i tempi per il trasferimento dei risultati delle scoperte scientifiche, il modo di lavorare, la sede, gli orari, il rapporto con le pubbliche amministrazioni, la scuola...

Antonio Caroccia, Cremona