Valentino De Luca. Stampa ed editoria leccese 1960-1994: catalogo. Lecce: [s.n.], 1997. 543 p. L. 48.000.
Nel recente panorama bibliografico salentino non ci sono molte opere che aiutino il lettore, lo studioso o gli studenti a "navigare" nel mare magnum dell'editoria del secondo Novecento. Il libro di Valentino De Luca è un primo passo non solo in questa direzione, ma anche in quella del rinnovamento del vecchio panorama bibliografico. Esso era fermo al primo Novecento, con i testi classici di N. Bernardini (Giornali e giornalisti leccesi, Lecce 1886), A. Foscarini (Saggio di un catalogo bibliografico degli scrittori salentini, Lecce 1894), P. Marti (Catalogo bibliografico delle opere di scrittori salentiniÉ, Lecce 1929), N. Vacca (Giornali e giornalisti salentini, Lecce 1940).
A questi si aggiungano le opere, più recenti, di E. Bonea e quelle di G. Scrimieri e D. Levante, scritte con l'intento di costituire una rassegna ragionata e selezionata dell'editoria salentina; un discorso a parte sono le raccolte catalografiche di E. Dimitri, compilate con la cura del bibliofilo.
Il testo di De Luca si pone invece, senza mezzi termini, l'obiettivo dell'esaustività bibliografica (sia pure riguardo a un periodo limitato: 1960-1994), ovvero di documentare tutto quello che è stato pubblicato nella provincia di Lecce; come dichiara l'autore nella introduzione: «un censimento della produzione editoriale e tipografica in provincia di Lecce». Un obiettivo così ambizioso non poteva essere coltivato se non da un bibliotecario, qual è il De Luca. Egli si è sobbarcato, con piena autonomia, e folle tenacia, un compito che sarebbe stato più confacente a qualche istituzione.
L'interesse culturale che ha mosso Valentino De Luca è la volontà di ricostruire la produzione editoriale e tipografica di privati e di enti (università, centri di studio, gallerie d'arte, ordini professionali, ecc.) operanti nell'ambito territoriale della provincia di Lecce. Questo impegno lo ha indotto a rintracciare anche opere emanate da questi enti, ma stampate fuori dell'ambito territoriale indicato, perché l'interesse del De Luca è stato quello di documentare l'opera pubblicata piuttosto che l'editore.
Tale criterio ci aiuta a trovare nella bibliografia che stiamo esaminando le risposte a domande come: quali autori o enti hanno utilizzato editori o stampatori leccesi? Quali titoli sono stati pubblicati da editori o stampatori leccesi? Benché esulino da questo criterio i libri pubblicati a Roma o altrove, che parlano di fatti o personaggi salentini, li troviamo ugualmente, grazie a una deroga forse discutibile che De Luca si è concesso relativamente alle pubblicazioni «emanate da enti operanti in ambito provinciale».
Le pubblicazioni che De Luca ha esaminato e catalogato per noi sono 5733: libri, opuscoli, cataloghi di mostre, partiture musicali, dispense universitarie, testi scolastici, ecc.; e come se non bastasse, egli si è anche cimentato a rintracciare il cosiddetto "effimero", ovvero i pieghevoli; insomma, non ha trascurato quella che viene comunemente definita "letteratura grigia". Un lavoro immane, dunque, che si avvicina alla ideale completezza bibliografica fin quasi a toccarla.
Vediamo, ora, come è organizzato il catalogo. Per ogni pubblicazione è stata fatta una scheda, secondo le norme RICA-ISBD, sul modello della Bibliografia nazionale italiana; le schede, compilate secondo le rigide regole bibliografiche professionali, sono state poi collocate in ordine alfabetico.
È possibile, quindi, individuare con precisione non solo l'autore principale, ma anche l'eventuale curatore, l'illustratore, ecc. La chiave di accesso al catalogo è data dall'indice analitico, costituito dalla sequenza alfabetica dei nomi degli autori personali, degli enti, dei toponimi menzionati nel titolo delle varie pubblicazioni esaminate. Manca, purtroppo, l'indice alfabetico degli editori, che sarebbe stato utile per capire immediatamente quali e quante pubblicazioni siano state prodotte dai vari editori o stampatori, ma questa è una piccola pecca rispetto al lavoro fatto. Ciò si spiega forse con l'insistenza con cui l'autore adopera la dizione "editori e stampatori"; c'è in questo accostamento l'implicita convinzione che non si possa definire chiaramente l'editore: quando un ente pubblica atti, guide, ecc., chi è l'editore? È la tipografia di cui l'ente si è servito, oppure è più veritiero che sia l'ente stesso? De Luca ha voluto forse sorvolare su questo aspetto dell'editoria odierna. Molto utile risulta l'indice delle collane e quello cronologico.
In conclusione, De Luca (con l'aiuto costante di qualche invisibile fatina) ci ha donato la catalogazione di 5733 opere attraverso altrettante schede bibliografiche, utili al lettore, allo studente, allo studioso, ma soprattutto alle biblioteche, che troveranno in questo libro un utile strumento di lavoro, che consentirà di risparmiare un notevole lavoro di catalogazione. Un esempio che andrebbe non solo emulato, ma incoraggiato dagli enti preposti alla diffusione delle informazioni bibliografiche. Un ultimo grazie va rivolto all'autore anche per aver pubblicato questo libro a sue spese, facendosi editore di se stesso (le richieste vanno indirizzate all'autore, in via Bernardino de Luca, 5, 73100 Lecce).
Domenico Urgesi, Biblioteca comunale di Mesagne (BR)