Health information management: what strategies?: proceedings of the 5th European Conference of Medical and Health Libraries, Coimbra, Portugal, September 18-21, 1996, edited by Suzanne Bakker on behalf of the European Association for Health Information and Libraries. Dordrecht: Kluwer, 1997. XXIV, 335 p. ISBN 0-7923-4546-0. NLG 275.
Nel fare la recensione di un libro tratto da un convegno importante come quello dell'EAHIL si rischia di fare una semplice recensione del convegno stesso. Per evitare ciò, parlerò separatamente dei due aspetti del libro, quello formale e quello contenutistico.
Dal punto di vista formale, oltre a vari errori tipografici, il volume presenta diverse lacune. Non c'è un frontespizio all'inizio di ogni capitolo e il lettore scopre di quale capitolo si tratta alla terza o quarta pagina quando vede il titolo corrente. Quello che colpisce di più, però, è l'assenza pressoché totale di editing. Risultano quindi articoli scritti male, bisognosi di piccoli interventi editoriali per essere resi intelligibili. Sorge quindi naturale la domanda: un libro di atti ha soltanto il dovere di riportare fedelmente i contributi di tutti (compresi gli inevitabili errori degli autori) senza cambiare una virgola, oppure dovrebbero essere effettuati interventi di correzione per renderli più chiari, magari facendo anche una selezione dei contributi in modo da aumentare la qualità del libro stesso? Dipende se si vuole favorire il relatore o il lettore. Dal punto di vista del lettore, sarebbe stato sicuramente meglio operare alcune scelte: effettuare una selezione degli interventi, eliminare buona parte dei poster – che in genere forniscono poche informazioni e spesso sono privi di tabelle e grafici – unire alcuni capitoli che si sovrappongono (Quality management and economics con Information support; Networking and cooperation con Networking and the Internet).
Per quanto riguarda il contenuto, alcuni capitoli sono molto interessanti, in particolare Quality management and economics e Information quality. Nel primo, l'articolo di Christine J. Urquhart e John B. Hepworth, Enhancing the value of health library and information service to clinicians, parla di "una borsa di strumenti" (toolkit) per valutare l'efficacia dei servizi, indirizzarli meglio e raccogliere dati per stabilire nuovi servizi. Nel caso della University of Wales questo strumento è stato utilizzato per valutare la qualità dei servizi offerti per la fornitura di documenti, ricerche guidate e ricerche libere da parte dell'utente in base ai criteri evidence based, frase che ricorre spessissimo nel libro. Dall'indagine è risultato che l'89% delle informazioni fornite dalla biblioteca veniva utilizzato per prendere decisioni clinico-mediche, che l'88% era nuovo e che il 79% dei rispondenti avrebbe trasmesso questi nuovi dati a colleghi: decisamente un buon risultato.
L'utilità dell'esercizio di autovalutazione per rafforzare l'immagine e la posizione professionale della biblioteca viene riproposta in diversi articoli, tra cui quello di Manuela Colombi, Vanna Pistotti e Giovanna Zuin sulla Linea verde stabilita dalla Schering Plough per fornire dati e informazioni bibliografici ai pediatri in tutta Italia. Questo servizio gratuito di risposta veloce e qualificata (operato da documentalisti con formazione scientifica) ai quesiti posti telefonicamente dai pediatri ha avuto un buon successo, colmando alcune lacune "istituzionali" di fornitura d'informazione.
Nel secondo capitolo, l'articolo di Laura Cavazza e Rita Iori, Retrenchment and cost-effectiveness in the reduction of serials subscriptions, descrive come sia stato affrontato il problema del taglio di spese per gli acquisti, operando una scelta di cancellazione degli abbonamenti in base a diversi fattori: frequenza di consultazione e di prestito, copertura di ogni classe della National Library of Medicine, disponibilità attraverso il catalogo del GIDIF,RBM, impact factor e costi. Con questa formula la biblioteca è riuscita a identificare 10 titoli da eliminare e 7 nuovi da acquistare, ricevendo il gradimento da parte degli utenti per la nuova collezione e l'approvazione da parte della direzione dell'ospedale, che ha addirittura assegnato ulteriori fondi nel corso dell'anno.
Rimanendo nel campo delle riviste scientifiche, tecniche e mediche (STM) Elspeth J. Scott della Glaxo Wellcome affronta l'argomento, sempre più importante per le biblioteche e i centri d'informazione, del copyright nell'ambito dell'industria farmaceutica, ribadendo una serie di diritti nell'utilizzo elettronico di materiale pubblicato. Già nel 1996 si parlava dei conflitti e dei problemi con le case editrici: la Scott riassume il lavoro svolto dalla European Copyright User Platform per cercare di ottenere questi diritti, come quello di poter trasformare la propria collezione in formato digitale se quest'ultima non è già disponibile sul mercato commerciale in questa forma. Questa presa di posizione aggressiva andrebbe portata avanti con un'azione concertata da parte di tutte le biblioteche e i centri d'informazione, soprattutto alla luce del continuo aumento dei costi delle riviste STM sia in formato cartaceo che in linea.
Janet Clench, Istituto di ricerche di biologia molecolare "P. Angeletti", Pomezia