Daniel Confland. Économie de l'information spécialisée: valeur, usages professionnels, marchés. Paris: ADBS, 1997. 347 p. (Collection Sciences de l'information. Série Études et techniques). ISBN 2-901046-99-1. FF 300.
Il libro di Confland è una guida nel labirinto delle relazioni tra l'economia e l'informazione specializzata: le imprese si servono di informazioni per risolvere problemi specifici, dal lancio di un nuovo prodotto a una difficoltà giuridica, le producono per un circuito ristretto di utilizzatori, le cercano costantemente per orientare decisioni e modificare progetti. L'informazione specializzata (IS) è infatti una delle risorse intangibili delle imprese, insieme alle conoscenze dello staff, alla cultura d'impresa, alla reputazione all'interno dell'ambiente in cui si esercita la loro attività. Con queste altre categorie di risorse condivide e per alcuni aspetti esaspera la difficoltà di una valutazione economica.
L'informazione specializzata infatti è estremamente eterogenea. La prima parte del libro è dedicata proprio alla definizione della sua natura, dell'ambito in cui si costruisce, dei suoi produttori e dei suoi destinatari.
L'autore propone sei modi possibili di rappresentazione dell'IS, da cui si evidenzia immediatamente la complessità delle sue funzioni. L'IS può essere dunque considerata innanzitutto una risorsa per l'azienda, poiché contribuisce allo svolgimento delle sue attività, ne costituisce la premessa e anche il risultato. Ma l'IS può anche essere rappresentata come uno stock, un insieme di conoscenze e di informazioni organizzate e immagazzinate per essere utilizzate in un secondo momento oppure, secondo una concezione più nuova, un patrimonio di informazioni in evoluzione, incrementato e riorganizzato a seconda dell'orientamento strategico dell'impresa. L'IS può essere inoltre pensata come un flusso di informazioni da controllare e distribuire, oppure ancora come prodotto di un'attività di ricerca dotato di una propria autonomia o, infine, come un servizio, dalla traduzione dei testi al recupero dei documenti. Se, invece, si considera l'informazione specializzata nella sua dimensione formalizzata, essa può essere definita come un bene di consumo.
Ma Daniel Confland interpreta queste sei forme di rappresentazione dell'IS alla luce di una significativa trasformazione delle imprese. Le informazioni che oggi un'impresa richiede non sono più soltanto legate a un problema contingente. Per esempio, l'informazione sui concorrenti o sull'evoluzione della legislazione è un elementi strategico, determinante per il vantaggio competitivo dell'azienda. Per questo gli specialisti dell'informazione non cercano solo notizie e dati per uno specifico problema in una determinata occasione, ma esercitano una sorta di sorveglianza continua sull'ambiente in cui l'impresa opera. È quello che in francese significativamente si dice veille technologique. In questa prospettiva le persone che all'interno di un'azienda si occupano della gestione e dell'organizzazione delle informazioni non sono necessariamente specialisti dell'informazione in senso stretto, sono osservatori dell'ambiente con specifiche competenze e funzioni. Le informazioni raccolte sono di conseguenza eterogenee, non vengono filtrate preventivamente: la veille technologique diventa veille globale, in sintonia con la complessità del sistema socioeconomico attuale.
La natura dell'IS si rivela così estremamente fluida, difficilmente classificabile. L'autore alterna numerosi tentativi di classificazione, ripresi dalla letteratura economica, al riconoscimento della tendenza dell'IS alla metamorfosi, sulla scia delle trasformazioni delle tecnologie di trasmissione e di conservazione dei dati e dei cambiamenti organizzativi delle imprese.
Particolarmente interessante a questo proposito è la relazione tra circolazione dell'IS e struttura organizzativa dell'azienda: l'autore analizza questo tema nella seconda parte del saggio, interamente dedicata alla riflessione economica sull'informazione.
L'IS è un elemento della struttura aziendale e ne riproduce le caratteristiche. A una struttura verticistica corrisponde per esempio una circolazione limitata dell'informazione, mentre una struttura più aperta, ispirata a criteri diversi di direzione, consente e richiede una circolazione più articolata dell'informazione.
Confland riporta l'interpretazione di A. Mayère (Pour une économie de l'information, Paris: CNRS, 1990) , secondo cui l'IS costituisce l'ossatura dell'impresa da diversi punti di vista: infatti, come info-structure, sostiene la struttura informativa dell'impresa, come info-méthode ne rappresenta invece la struttura normativa, come info-ressource costituisce infine il patrimonio di informazioni legate al processo produttivo.
Lo studio dell'IS dunque si trova al crocevia tra scienze dell'informazione e discipline gestionali. Se per alcuni aspetti è possibile definirne il contesto e le funzioni e riconoscerne la portata strategica, resta comunque difficile assegnarle un valore economico. Il dibattito sulla valutazione delle risorse e dei beni immateriali sembra ancora aperto e le trasformazioni della tecnologia, la diffusione delle reti, per esempio, o l'avvento delle basi di dati multimediali continuano a incrinare le teorie appena consolidate. Oltretutto, parte dell'informazione specializzata si sviluppa in un ambito non soggetto al mercato: l'assegnazione del valore risulta doppiamente complessa.
L'informazione specializzata, d'altra parte, non è solo una risorsa intangibile. Con l'avvento e la diffusione delle banche dati, su CR-ROM e online, l'IS si è materializzata, è diventata un prodotto con uno specifico mercato. A questo particolare aspetto del problema l'autore dedica un'altra sezione del libro, passando in rassegna anche alcune caratteristiche delle tecnologie, le loro applicazioni, le istanze di normalizzazione, l'esigenza di coordinare e governare il cambiamento della natura dell'IS da parte degli specialisti. Il suo discorso si sposta dall'editoria elettronica alle reti, dalle traduzioni automatiche a Internet: Confland esprime soprattutto in questo capitolo, l'ultimo del suo saggio, una delle due anime del suo lavoro, quella enciclopedica.
L'autore sembra infatti convinto che, per orientarsi nel groviglio dell'informazione, sia necessario associare a una griglia interpretativa aperta e problematica una scorta di notizie e di competenze tecniche: il suo libro è proprio un tentativo di rispondere a entrambe queste istanze.
Ma il libro può essere letto dai bibliotecari anche da un'altra angolazione, al di là della sua funzione di guida e introduzione al problema dell'informazione specializzata. La biblioteca, infatti, se da un lato "ospita" e rende disponibile l'IS (sotto forma di brevetti, di letteratura grigia in generale) come una sezione speciale o una caratteristica delle sue raccolte, dall'altro se ne serve e la produce allo stesso modo di un'azienda.
In questa prospettiva le biblioteche potrebbero per esempio adottare una strategia di veille, per seguire lo sviluppo di alcune tematiche: l'evoluzione della legislazione sul copyright, per esempio, oppure lo sviluppo di servizi al pubblico. Oppure potrebbero prendere in considerazione anche il ricorso a una veille globale, che le metta in condizione di decifrare e costruire, attraverso indizi e segnali provenienti dall'esterno, il proprio futuro, al di là delle mitologie tecnologiche o delle nostalgie di un mondo dove i libri erano l'unica fonte di informazione e di conoscenza.
Anna Vaglio, Biblioteca del servizio interbibliotecario, Università Bocconi, Milano