RECENSIONI E SEGNALAZIONI

La biblioteca, il cittadino, la città: atti del XLII Congresso nazionale dell'Associazione italiana biblioteche, Trieste, 27-28-29 novembre 1996, a cura di Romano Vecchiet.  Roma: AIB, 1998.  217 p.  ISBN 88-7812-04-8.  L. 35.000.

Gli atti del XLII Congresso nazionale dell'AIB presentano come filo conduttore il tema del rapporto tra la biblioteca e il contesto cittadino in cui essa è inserita. Ad accomunare gli interventi raccolti nella pubblicazione è la concezione della biblioteca come servizio offerto dalla città ai propri cittadini: emerge la necessità di interazione tra i servizi bibliotecari e il territorio, al fine di garantire il diritto all'informazione e all'educazione permanente.

Nella prima parte del volume, il discorso è inquadrato in una logica di mercato, in relazione alla quale l'offerta deve adeguarsi alla domanda in modo da evitare sprechi inutili. Al fine di razionalizzare i costi e sfruttare al meglio le risorse, Paolo Peresson propone, in un interessante intervento, di analizzare i bisogni informativi degli utenti reali e di quelli potenziali per organizzare in modo adeguato il servizio bibliotecario.

La seconda parte illustra la situazione attuale dei sistemi informativi, individuando i vantaggi ma anche le difficoltà che si frappongono alla loro diffusione capillare. Riccardo Ridi sostiene che, sebbene la circolazione delle informazioni abbia assunto con l'avvio di Internet una dimensione mondiale, la globalizzazione delle risorse informative passa preliminarmente attraverso una localizzazione delle stesse. Le informazioni devono essere disponibili a livello locale e calarsi nel nostro vissuto quotidiano, prima di viaggiare su autostrade planetarie. La fruibilità di massa di Internet incontra però un forte ostacolo nell'alto tasso di analfabetismo informatico. La scarsa familiarità con gli strumenti telematici, preoccupante soprattutto se interessa gli strati culturalmente più elevati, limita le potenzialità informative offerte da tali strumenti.

La terza e la quarta parte del volume contestualizzano il rapporto fra la biblioteca e la città, portando esempi di esperienze dirette. Nella sezione Le biblioteche per la città i diversi interventi mirano a dimostrare come ciascuna biblioteca debba organizzare servizi e risorse in relazione a quella categoria di utenti la cui domanda informativa è più pressante. Che siano i bambini e gli adolescenti che frequentano la Biblioteca comunale di Spinea (Venezia) o i detenuti delle carceri della provincia di Ravenna o i piccoli e medi imprenditori della zona industriale di Schio (Vicenza), sono comunque gli utenti al centro delle scelte operative attuate dalle biblioteche dei comuni sopra citati.

La quarta parte, Le bibioteche nella città, dimostra come alcune grosse biblioteche cittadine e alcuni sistemi bibliotecari di area metropolitana e provinciale siano riusciti a radicarsi nell'ambiente sociale. A Roma l'istituzione di una rete di biblioteche che interessa un'area più vasta di quella cittadina permette di coinvolgere nei progetti di attività culturali anche le zone di periferia, degradate e solitamente staccate dal centro cittadino. A Reggio Emilia le scelte adottate dalla Biblioteca Panizzi sono state indirizzate al raggiungimento di una piena visibilità sociale, attraverso una serie di iniziative volte a diffondere l'idea di una presenza viva della biblioteca nel territorio. Infine la cooperazione, a livello di acquisizione, catalogazione e prestito di materiale bibliografico, tra biblioteche medio-piccole della Provincia di Bergamo ha consentito ai cittadini che vivono in piccoli centri di usufruire di servizi di informazione e di lettura, difficilmente fruibili senza la condivisione delle risorse.

Caratterizzato da una certa frammentarietà strutturale, dovuta peraltro al fatto di essere una raccolta di atti congressuali, il volume ha il pregio di offrire spunti di riflessione su alcune delle problematiche più dibattute dalla letteratura professionale di questi ultimi anni. Il problema del riversamento in rete di documenti a testo completo, oltre che di registrazioni bibliografiche, come sostiene Maurizio Messina, solleva questioni relative all'opportunità di selezionare le molteplici e incontrollate informazioni che pervengono agli utenti, di regolarizzare il diritto di copyright anche per le pubblicazioni elettroniche e di adeguare la normativa sul deposito legale dei documenti alle pubblicazioni in linea.

Da segnalare infine due brevi relazioni, che si pongono al di fuori di ogni tecnicismo e si distinguono per la letterarietà dei toni. Mi riferisco agli interventi di Giuseppe Petronio e di Fulvio Tomizza: il primo, affascinante per la fluidità narrativa con cui il noto studioso di letteratura italiana manifesta il proprio culto per la biblioteca, intesa non come tempio inaccessibile della cultura ma come luogo familiare in cui sentirsi a proprio agio; il secondo, interessante come testimonianza del rapporto che lo scrittore ha allacciato con le biblioteche e gli archivi di una città di confine come Trieste.

Bettina Mariotti, Centro interdipartimentale di servizi bibliotecari di storia, Udine