Marilena Maniaci. Terminologia del libro manoscritto. Préface di Denis Muzerelle. Roma: Istituto centrale per la patologia del libro; Milano: Editrice Bibliografica, 1996. XX, 484 p. (Addenda; 3). ISBN 88-7075-467-7. L. 80.000.
«Mentre qualsiasi progetto di normalizzazione, oltre a rilevarsi illusorio, costituirebbe di fatto una "sclerotizzazione" prematura e improduttiva, mi sembra utile e legittimo preparare la strada a una semplificazione e unificazione del lessico»: così conclude Marilena Maniaci la prefazione al suo prezioso volume, quasi con velata sprezzatura volta a dissimulare il validissimo impegno dell'impresa, ben più che un'apertura di strada ma già l'indicazione chiara di un sentiero da percorrere. Non deve esser stato affatto facile muoversi tra fonti disparate, lontane nel tempo e nello spazio, al fine di definire un «panorama della terminologia più attestata», e a ben poco credo sia servito avere di fronte un modello già formato, quel Vocabulaire codicologique di Denis Muzerelle che ha avviato una proficua riflessione internazionale intorno alla chiarezza di definizioni e concetti. Dissodare il terreno italico ha di sicuro comportato un'oscillazione tra radicata tradizione, ai limiti della chiusa conservazione, e cauta "creatività" terminologica: quel che si è cercato di fare, e bene, è registrare in modo puntuale il processo di stratificazione progressiva, diacronico e sincronico, che costituisce il nostro patrimonio lessicologico interno al manoscritto. Ma ogni lessicografia ragionata non può che porsi in chiave critica, ovvero fornire un chiarimento dei concetti espressi dai lemmi: in tal senso la semplice lettura delle singole voci, anche ad apertura di libro, rappresenta un meditato percorso all'interno della materia, in re oltre che in verbum. L'atteggiamento pragmatico che la Maniaci dichiara aver adottato, «disposto a tollerare un certo grado di contaminazione fra antico e moderno, ovunque essa si traducesse in un proficuo arricchimento della terminologia corrente», sembra davvero la soluzione più confacente al trattamento di tali dati. Il volume si presenta ordinato in modo funzionale in sette sezioni, ciascuna delle quali contenenti un numero variabile di sottosezioni, mentre un indice alfabetico finale dei termini definiti agevola una consultazione mirata. Buono e di sicura utilità, nonostante i limiti oggettivi imposti dalle dimensioni del volume, l'apparato iconografico. Il sistema di rimandi costruito sul principio della «circolarità della definizione» garantisce autonomia semantica ai vari vocaboli, pur conservando l'idea di un vasto sistema di riferimento reticolare. L'opera si raccomanda per la sua indubbia utilità a tutti coloro i quali, a vario termine, ruotano attorno al libro manoscritto, ma non solo: quell'esigenza cautamente espressa nell'Introduzione circa l'opportunità di prevedere «una terminologia del libro tout court, superando la cesura che separa [...] lo studio di oggetti - libri manoscritti e a stampa - tecnicamente lontani» sembra qui già, per molti versi, superata in direzione di un lessico "unificato" già esistente nei fatti come nelle fonti. Si vedano a tal proposito i punti di contatto tra questo lavoro e il recentissimo volume curato da Conor Fahy (Zeffiro Campanini, Istruzioni pratiche ad un novello capostampa o sia regolamento per la direzione di una tipografica officina, Firenze: Olschki, 1998) per rendersi conto di come i tempi siano maturi per procedere a una convergenza di sforzi verso una terminologia poliglotta dell'universo libro.
Fabio M. Bertolo, Università di Cassino