La catalogazione verso il futuro
di Isa De Pinedo
L'Istituto centrale per il catalogo unico ha inteso offrire ai catalogatori italiani, con il seminario "La catalogazione verso il futuro: normative, accessi, costi", tenuto a Roma il 13 marzo scorso, un'occasione di incontro e alcuni spunti per un confronto sul presente e sul futuro della catalogazione. Si è pensato, pertanto, che sarebbe stato utile un sia pur rapido sguardo al panorama bibliotecario anglo-americano, in relazione ad analoghi momenti di riflessione sulle normative catalografiche correnti in tale contesto. È ovvio, tuttavia, che situazioni e tradizioni catalografiche diverse potranno portare a risultati diversificati.
Tenuto conto degli scopi che si volevano raggiungere, nonché di contingenze legate a tempi e luoghi disponibili, è stato purtroppo necessario contenere il numero dei partecipanti. Infatti, pur avendo cura a ché la partecipazione fosse allargata, al di là del mondo SBN, anche ad altre realtà catalografiche, le presenze non hanno potuto superare il numero di sessanta. Questo ha consentito, peraltro, che il dibattito potesse svolgersi in modo vivace e stimolante.
Le norme previste per la catalogazione per autori dalle RICA, vale appena la pena ricordarlo, sono obbligatorie per le biblioteche pubbliche statali, ma sono di fatto largamente diffuse nella maggioranza delle grandi biblioteche del paese. Possiamo quindi ben dire che l'autorevolezza del codice del 1978, basato sui principi internazionali di catalogazione formulati nella Conferenza di Parigi dell'ottobre 1961, ha operato in modo che esso divenisse nella pratica il codice nazionale di riferimento.
È al lavoro da più di un anno la Commissione permanente per l'aggiornamento e le eventuali semplificazioni delle RICA, che ha più volte ribadito come i principi suddetti siano tuttora validi. È opportuno precisare che tale Commissione è nata allo scopo di verificare, al di là delle correzioni minori da tempo note, se l'attuale codice necessitasse o meno di una revisione e di modifiche rispetto a sviluppi e bisogni nazionali. Il tutto con un'attenzione alle scelte operate in altri paesi, purché riconducibili all'ambito delle nostre tradizioni catalografiche. In Europa e negli Stati Uniti, infatti, sono in corso attualmente processi di revisione di vari codici catalografici nazionali.
Tutte le biblioteche operanti in SBN, indipendentemente dalla loro appartenenza amministrativa, applicano le normative previste per la catalogazione per autori dalle RICA. La responsabilità di gestire il più grosso catalogo collettivo nazionale, con ben 697 biblioteche operative in linea, la necessità di descrivere e catalogare nuovi materiali, la grande diffusione dell'automazione nel settore delle biblioteche e le possibilità offerte da questo strumento, rispetto ai cataloghi tradizionali, hanno rappresentato per l'Istituto buoni motivi per organizzare un seminario che servisse da verifica, allargata a esigenze non necessariamente e non unicamente legate a contesti specifici, su scelte da operare nel futuro che fossero altrettanto valide e applicabili a livello nazionale.
Considerati gli autorevoli apporti offerti dai relatori nonché gli interventi qualificati dei partecipanti, possiamo dire che risultati, utili per la riflessione futura, si siano ottenuti.
La prima considerazione cui si è giunti è che non solo i principi non sono mutati, ma che le normative stesse sono state concepite in quanto applicabili a tutti i tipi di materiali, come risulta da ben due delle relazioni presentate. È altresì palese, come è emerso sia in una delle relazioni sia in diversi interventi dei partecipanti, che le normative richiedono in molti casi una maggiore esplicitazione rispetto al dettato del codice, una chiarezza interpretativa che non necessiti di molte mediazioni e un completamento di esemplificazioni, allargato a un più vasto raggio di tipologie di materiale, senza peraltro scadere nel manuale.
Inoltre, ciò di cui non si può fare a meno di tenere conto sono, da un lato, le mutate condizioni, rispetto a venti o trenta anni fa, della formazione culturale con cui si completano gli studi superiori e universitari nel nostro paese (e non solo), che ovviamente si riflettono nella formazione professionale. D'altro canto, l'automazione e la cosiddetta società dell'informazione spingono, a livello internazionale e quindi nazionale, a operazioni che realizzino grossi recuperi retrospettivi del materiale documentario posseduto. Tali attività verranno realizzate in grandi progetti, anche con l'utilizzo di personale assunto a termine. È perciò indispensabile, nel curare la qualità del prodotto e nell'assicurare uniformità di descrizione e catalogazione a livelli che garantiscano il reperimento puntuale delle informazioni, anche facilitare il lavoro degli addetti, temporanei o stabili, attraverso una più semplice comprensione e applicazione del codice di catalogazione nazionale.
Se i principi internazionali, da cui i vari codici nazionali sono derivati, non sono mutati, dobbiamo continuare ad assicurarne e favorirne l'applicazione su tutto il territorio nazionale. Se quei principi, al momento in cui furono concepiti, lo furono con speciale riguardo a cataloghi che dovevano descrivere i fondi di grandi biblioteche generali, oggi un codice nazionale, in quanto tale, dovrebbe tendere a essere quanto più strutturato in modo da soddisfare l'intera e variegata realtà bibliotecaria del paese, con il minor numero di mediazioni possibile, al fine di garantire omogeneità e uniformità all'utente finale.
È quindi attraverso il riconoscimento di innegabili realtà, quali
A conclusione del seminario l'Istituto, nel manifestare la sua gratitudine ai relatori e ai partecipanti per il valido contributo fornito, si augura che gli indirizzi e gli stimoli, nati dal confronto, siano valido spunto per risultati di reciproca soddisfazione per tutti e di efficace applicazione e utilizzazione per l'utente finale.