Information sources in official publications, edited by Valerie J. Nurcombe. London: Bowker-Saur, 1997. XXVII, 564 p. (Guides to information sources). ISBN 1-85739-151-9. £ 55.
Il volume appartiene alla fortunata serie di guide alle fonti di informazione edite in precedenza da Butterworths e ora da Bowker-Saur. Oltre al curatore vi hanno collaborato 22 esperti, per lo più bibliotecari residenti in Nord America o in Gran Bretagna. Il libro è suddiviso in capitoli corrispondenti ad altrettante aree geografiche in una successione che parte dal continente americano e prosegue verso occidente (North America, Central America and the Hispanic Caribbean; The Commonwealth Caribbean; South America; Australasia; Asia; Africa; Former Soviet Union; Eastern Europe; Western Europe; Middle East), oltre a un primo capitolo dedicato alle pubblicazioni dell'ONU e delle altre organizzazioni internazionali. All'interno di ogni capitolo la suddivisione è per paese senza un'introduzione generale (con l'eccezione dell'Asia che presenta un'introduzione e dell'Africa che non è suddivisa per paese). Le schede relative a ogni Stato tendono a seguire uno schema tradizionale basato sulla ripartizione delle pubblicazioni prodotte dagli organi legislativi, dall'apparato amministrativo, ecc.
Come si vede, l'impianto di questa bibliografia è molto ambizioso e ha precedenti – solo parzialmente – nel libro di Jack Cherns, Official publishing: an overview: an international survey and review of the role, organisation and principles of official publishing, Oxford: Pergamon, 1979, e soprattutto nel volume curato nel 1990 dall'American Library Association's Government Documents Round Table: Guide to official publications of foreign countries, Washington: CIS, 1990. Quest'ultimo, tuttavia, ha un taglio più strettamente bibliografico poiché per ogni paese sono presentate brevi schede delle principali pubblicazioni ufficiali secondo un certo numero di categorie (bibliografie, atti parlamentari, annuari statistici, ecc.) con indicazione del contenuto e delle informazioni necessarie per l'acquisto o il recupero del documento. Una nuova edizione aggiornata è in corso di pubblicazione.
Nonostante la ricchezza delle informazioni disponibili non si può fare a meno di notare i limiti evidenti di questo lavoro. La disomogeneità tra i diversi capitoli supera, a nostro parere, quella soglia che è sempre tollerabile in imprese collettive di questo tipo e riguarda vari aspetti, dallo spazio dedicato alle diverse aree geografiche alla sequenza dei temi, alla presenza o meno di informazioni relative alle risorse disponibili in Internet. Per quanto riguarda l'estensione dei diversi capitoli non si afferrano i criteri che hanno guidato i curatori nel concepire, ad esempio, un capitolo sulla Germania che è di 5 pagine, tante quante le pagine dedicate a Singapore, a Taiwan, al Cile o alla Polonia, mentre alla Malaysia sono dedicate 28 pagine. Un capitolo impeccabile per completezza e chiarezza di esposizione – sia pure in un numero limitato di pagine – è quello relativo agli Stati Uniti; per il resto si hanno le situazioni più diverse. La stessa curatrice è costretta a confessare le proprie difficoltà nell'introduzione, nel momento in cui dichiara di essere ancora in attesa di un capitolo e di non sapere se nell'opera vi sarà una lacuna («At the time of writing the Middle East chapter is still awaited – it is to be hoped that there will not be gaps there», p. XXV). È probabile che abbia influito anche la necessità dell'editore di anticipare l'uscita, prevista per agosto 1997, della nuova edizione della Guide to official publications of foreign countries del Congressional Information Service.
Più in generale, sembra discutibile la scelta di dedicare un volume di questo tipo al tema delle pubblicazioni ufficiali. Le guide alle fonti di informazione si caratterizzano per avere un oggetto specifico (talvolta una disciplina, sempre più spesso un tema particolare) intorno al quale vengono descritte e confrontate le più diverse fonti informative con un approccio pluridisciplinare e senza escludere alcuna tipologia di fonte. Questo metodo è inutilizzabile nel caso delle pubblicazioni ufficiali, il cui oggetto è assolutamente indeterminato (correttamente Nurcombe utilizza la definizione IFLA per la quale «An official publication is defined by the status of the issuing source regardless of the subject-matter, content or physical form»). Ne deriva un andamento enumerativo legato alle istituzioni dei singoli paesi secondo – grosso modo – la tradizionale tripartizione tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Tuttavia, l'approccio planetario impedisce in molti casi i necessari approfondimenti sia sul versante delle strutture pubbliche sia sui versanti della descrizione e del contenuto dei singoli strumenti bibliografici. Il risultato è che, per molti paesi, gran parte delle informazioni presentate si ritrova in una qualunque edizione dello Statesman's yearbook o in altri annuari di questo tipo.
Detto questo, il libro mette in evidenza l'emergere di molti fenomeni interessanti, come il fatto che i processi di privatizzazione, di decentramento e di deregulation abbiano influenzato la tipologia di pubblicazioni edite dalle istituzioni pubbliche e le stesse modalità di diffusione. Ne risulta una crisi evidente delle strutture editoriali centrali (come l'HMSO in Gran Bretagna e il GPO negli Stati Uniti) che non riescono più a svolgere il proprio ruolo in una realtà amministrativa sempre più pluralistica, dove la privatizzazione, il decentramento e le potenzialità delle nuove tecnologie disperdono e rendono autonomi i produttori di informazione pubblica. Il caso dell'HMSO e della sua privatizzazione nel settembre del 1996 confermano la crisi di un modello che risale al secolo scorso. Non vi è da meravigliarsi, quindi, che siano carenti tutte le tradizionali bibliografie di pubblicazioni ufficiali, sia in termini di tempestività che di completezza, e che, d'altra parte, sia forte l'esigenza di organismi di coordinamento e di elaborazione di politiche pubbliche in questo settore.
La diffusione dell'informazione pubblica in Internet pone poi il problema del rapporto con le fonti a stampa, del costo di accesso all'informazione, dei nuovi compiti di bibliotecari e documentalisti. In contesti istituzionali più deboli, dove l'organizzazione editoriale pubblica è più recente, fenomeni simili assumono aspetti diversi. Nell'America Latina e nel Sudest asiatico è crescente la tendenza a utilizzare Internet per diffondere testi e informazioni pubbliche senza prevedere altre forme di pubblicazione. Il curatore sottolinea non solo le difficoltà legate al più generale problema di "archiviazione" dell'informazione disponibile sulla rete, ma anche i rischi in termini di manipolazione e volatilità dell'informazione pubblica se il controllo democratico è molto debole. In questo caso, sembra compito dei bibliotecari il monitoraggio dell'informazione pubblica diffusa in Internet anche al fine di conservare traccia delle fratture derivanti da crisi politiche, colpi di Stato, ecc. (un esperimento in tal senso è il Latin American Documents Project all'indirizzo http://lib1.library.cornell.edu/colldev/ladocshome.html).
Fernando Venturini, Biblioteca della Camera dei deputati