Il futuro è arrivato troppo presto? Internet, biblioteche ed accesso alle risorse informative: convegno di studi, Cagliari, 14-15 novembre 1996, a cura di Pasquale Mascia e Beniamino Orrù. Roma: Associazione italiana biblioteche, 1997. 115 p. ISBN 88-7812-054-5. L. 30.000.
La stimolante metafora contenuta nel titolo dell'intervento di Silvano Tagliagambe Il mondo come biblioteca dà il senso dell'animato confronto che è stato alla base del convegno, organizzato dalla Sezione Sardegna dell'AIB, di cui questo volume raccoglie gli atti. Ciņ che sembra predominare in tutti gli interventi non è solo la volontà di misurarsi con il significato che Internet puņ assumere per una biblioteca e, in generale, nel lavoro di un bibliotecario, quanto la cognizione di una reticolarità del mondo, veicolata a immagine e somiglianza di Internet, che, in epoca di globalizzazione, inquieta e al tempo stesso affascina, suggerendo nuove possibilità di sviluppo per quanto sembrava ormai fisso e determinato. Basti pensare al mondo dell'editoria: se già i CD-ROM erano stati sfruttati per diventarne nuovo e originale supporto, Corrado Pettenati suggerisce alle biblioteche di diventare esse stesse editori, asserendo che «le biblioteche delle organizzazioni più attivamente impegnate nella ricerca devono farsi promotrici di nuove pubblicazioni elettroniche per garantire nel tempo il loro potere d'acquisto». Igino Poggiali accentra la sua attenzione sulla learning society e propone nuovi orizzonti d'azione per chi opera nel settore culturale, scegliendo la sfida di un nuovo modello di relazioni, in nome sì dell'Europa ma al tempo stesso anche della necessità dei singoli di rivendicare il diritto alla conoscenza.
Se, sulla scia di quanto sostiene Tagliagambe, l'intelligenza va vista come un «sistema reticolare ed altamente cooperativo», anche l'essenza del catalogo (o, meglio, dei cataloghi) puņ subire dei mutamenti fino a ieri inattesi, come dimostra Eugenio Gatto tanto da suggerirci la metafora pirandelliana di "uno, nessuno e centomila", per darci l'idea di quali possano ormai essere al tempo stesso l'integrazione e la possibile disintegrazione di un catalogo da parte del lettore.
Il tutto visto sullo sfondo di un'Europa, presente negli interventi di Rossella Caffo e Massimo Garribba, che invita a vario livello a misurarsi con queste problematiche, con programmi e piani d'azione che stimolano le diverse realtà bibliotecarie europee a confrontarsi sul terreno della cooperazione. Giustamente Susanna Giaccai suggerisce alle biblioteche di pubblica lettura di attrezzarsi per affrontare il fenomeno Internet, cercando di sfruttarlo come una nuova potenzialità per migliorare il servizio offerto ai lettori. Concetti ribaditi da Alberto Petrucciani che nel suo intervento, intitolato Dallo scaffale aperto alla biblioteca elettronica, sottolinea la necessità che la biblioteca pubblica metta a disposizione dei suoi utenti le risorse informative di Intenet e vede nella rete da un lato la possibilità per biblioteche "meno ricche" di offrire una serie di strumenti prima impensabili e dall'altro l'opportunità per tutte di «uscire dalla loro storica separatezza (l'"insularità", verrebbe da dire), non intaccata in profondità dalle esperienze di cooperazione, spesso troppo poco rivolte all'esterno».
Il futuro è arrivato troppo presto? No, se leggiamo l'intervento di Riccardo Ridi, in cui si rivendica alla nostra professione la capacità peculiare di poter "dominare" il fluido magma di Internet con le armi per noi familiari, tanto da affermare che «solo il bibliotecario assomma tutte le caratteristiche indispensabili per candidarsi autorevolmente come figura centrale di riferimento» per organizzare l'informazione elettronica reticolare e la biblioteca «puņ essere il luogo privilegiato in cui si saldano piccola e grande distribuzione informativa, microcosmo e macrocosmo bibliografico, localizzazione e globalizzazione documentaria, rete civica e Internet». La risposta è, invece, sì se pensiamo alle difficoltà del nostro sistema bibliotecario, alla strada ancora ardua e difficile verso riforme strutturali, alle carenze culturali che il nostro paese tristemente vanta in questo settore.
Internet, forse, è arrivata prima di quanto qualcuno si sarebbe aspettato: dobbiamo cercare di sfruttare a nostro favore il vantaggio della sorpresa, facendo tesoro di molte delle indicazioni che si possono ricavare dalla lettura di questo volume.
Gabriele Mazzitelli, Biblioteca Area biomedica, Università di Roma "Tor Vergata"