Danielle Taesch-Wahlen. Concevoir, réaliser et organiser une bibliothèque: mémento pratique à l'usage des élus, des responsables administratifs et des bibliothécaires. Paris: Cercle de la librairie, 1997. 162 p. (Collection Bibliothèques). ISBN 2-7654-0656-1. FF 200.
Gli ultimi quindici anni sono stati per la società francese un periodo segnato da profondi processi di trasformazione ed evoluzione delle politiche urbane, un periodo durante il quale gli amministratori locali sono stati chiamati, anche in seguito all'attuazione del decentramento, a ripensare i servizi e la qualità della vita nelle città.
Tra il 1980 e il 1990 il numero delle biblioteche è raddoppiato e nel 1991 la Charte des bibliothèques, elaborata dal Conseil supérieur des bibliothèques, ha sottolineato la missione di un servizio pubblico necessario all'esercizio della democrazia, alla crescita intellettuale individuale e al progresso sociale.
Come ridefinire il ruolo di questo particolare servizio, tenendo conto di tutti i fattori materiali e istituzionali e del clima culturale e sociale presenti nelle realtà urbane? Politici, amministratori, bibliotecari, tutti coloro che a vari livelli sono coinvolti nella creazione o nell'organizzazione di biblioteche municipales, possono trovare nel "promemoria" di Danielle Taesch-Wahlen uno strumento pratico che tiene conto del quadro legislativo, delle finalità, della gestione tecnica e, infine, dei progetti architettonici.
Integrare le biblioteche nelle città, definirne gli obiettivi e tracciare un quadro delle attività da promuovere è la posta in gioco politica, economica, culturale e sociale del servizio pubblico comunale. È infatti necessaria una delibera dell'amministrazione perché una biblioteca esista giuridicamente; solo da allora in poi vengono fissate le regole di funzionamento, viene attribuito un budget, viene reclutato il personale. Finanziamenti, risorse umane, raccolte librarie dipendono dall'interesse che la cittadinanza esprime nei riguardi della sua biblioteca che, al pari degli altri servizi municipali, deve soddisfare i bisogni di tutta la popolazione. Tuttavia è ormai irrinunciabile il passaggio dall'idea di una biblioteca genericamente aperta a tutti a quella di una struttura adeguata alle esigenze individuali degli utenti. Se da un lato si afferma la necessità di un accesso libero ai documenti, dall'altro si deve riconoscere l'importanza di spazi organizzati per accogliere in modo mirato tipologie specifiche di pubblico: angoli per la prima infanzia, sale riservate a studenti, settori attrezzati per l'ascolto della musica o per gli appassionati di arti figurative.
Gli esempi e le attività di animazione possono essere molteplici: ciascuna biblioteca dovrà innanzi tutto analizzare l'ambito socio-economico e culturale entro il quale si trova a operare e in seguito fare delle scelte, privilegiando alcuni settori di intervento piuttosto che altri.
Il libro offre, oltre a un'analisi dello scenario e delle problematiche, suggerimenti concreti: regolamenti-tipo sulle modalità di prestito, linee guida per attività di formazione del personale, stime dei bisogni di base delle biblioteche pubbliche in rapporto al numero di abitanti, elenchi dei finanziamenti da attivare.
Sono riportati integralmente i testi della Charte del 1991 e del Manifesto Unesco sulle biblioteche pubbliche, documenti ufficiali che gli addetti ai lavori devono tenere costantemente presenti per non dimenticare le responsabilità della loro delicatissima missione.
Potrebbe stupire, in un'epoca in cui si parla quotidianamente, e spesso con un eccesso di approssimazione, di biblioteche virtuali, l'importanza assegnata alla biblioteca in quanto progetto architettonico. In effetti l'edificio diventa parte integrante della città, è il luogo attraverso il quale si realizza, non solo simbolicamente, ma anche concretamente, la vita sociale e culturale locale; deve essere quindi ben visibile, accogliente, ubicato in punti strategici per attirare i cittadini, utenti attuali o futuri del servizio. Le foto che ci accompagnano nella lettura sono lì a mostrare come, in molte città francesi, questi intenti funzionali ed estetici siano già stati realizzati.
L'autrice non dimentica di sottolineare che la vocazione territoriale delle biblioteche municipali, per quanto caratterizzante e fondamentale, non può bastare da sola in una logica di accesso partecipato all'informazione e alla sua disponibilità. Sempre più sarà necessario impegnare le risorse in progetti di cooperazione intercomunali, regionali, nazionali, in uno sforzo di complementarità dei servizi. Del resto la biblioteca municipale non è sola a svolgere il suo compito tra le mura urbane: può contare su biblioteche di quartiere e sull'aiuto di bibliobus; inoltre non è da sottovalutare l'interazione possibile con altri organismi presenti sul territorio: scuole, musei, aziende, carceri, associazioni. Il partenariat sarà tanto più necessario quanto più la biblioteca metterà in gioco quelle attività specifiche rivolte a particolari utenti, attività che possono andare ben oltre il tradizionale servizio di pubblica lettura.
Barbara Pistoia, Biblioteca centrale, Facoltà di economia, Università di Pisa