Jeffrey T. Huber. HIV/AIDS community information services: experiences in serving both at-risk and HIV-infected populations. Binghamton: The Haworth Press, 1996. 144 p. ISBN 1-56024-940-4. $ 22.95.
Offrendo una vasta panoramica dell'impatto sociale dell'epidemia da HIV, corredata di una dettagliata descrizione delle sue complicazioni di carattere biomedico, l'autore fornisce un'eccellente guida all'acquisizione, nella realtà statunitense, dell'informazione ad essa correlata, unica arma disponibile per arginare la diffusione del contagio, almeno finché non ne verrà scoperta la cura o addirittura il vaccino.
Dall'analisi dell'anomalo processo di creazione, distribuzione e consumo di questa informazione, i cui fruitori spesso finiscono col diventarne produttori a loro volta, scaturisce l'assunto fondamentale del volume. Il patrimonio informativo sulle malattie da HIV/AIDS, per quanto ricco in forme e contenuti, non è di facile accesso, data la complessità della sua stessa natura, esacerbata da fattori di ordine socio-culturale, politico e religioso che ne limitano fortemente la divulgazione.
Quello che si ha di fronte non è un vuoto informativo quanto, piuttosto, una carenza di conoscenza, dato il passaggio di gran parte dei dati attraverso canali di comunicazione non tradizionali (sotto forma di newsletters, usenet news groups e pubblicazioni di organizzazioni locali, con circolazione limitata al loro interno), sottratti alle pratiche standardizzate di catalogazione e indicizzazione che li renderebbero disponibili a un'utenza vasta e composita, qual è quella coinvolta, in maniera più o meno diretta, dal dramma dell'AIDS.
L'autore passa quindi in rassegna i centri e servizi che forniscono supporti informativi e documentari specializzati, spaziando da organismi governativi, quale la National AIDS Clearinghouse, a organizzazioni e biblioteche operanti a livello locale che hanno adottato svariate iniziative per rispondere alle crescenti esigenze conoscitive dell'utenza.
Tra tutte spicca la Norman Public Library (Oklahoma) per la messa a punto di un programma computerizzato che agisce interattivamente con l'utente e, sottoponendolo a una vera e propria intervista sul suo stile di vita, segnala la necessità di sottoporsi al test per la ricerca di anticorpi anti-HIV in presenza di comportamenti a rischio.
Immancabile è il riferimento alle fonti informative disponibili in formato elettronico, che vanno dalle basi di dati bibliografici e fattuali, come Aidsline, Aidsdrugs e Aidstrials, prodotte dalla National Library of Medicine, alla moltitudine di risorse accessibili via Internet (bulletin boards, liste di discussione e documenti a testo completo reperibili mediante FTP o WWW), cui è dedicata un'apposita sezione, in appendice, particolarmente preziosa per il lettore che abbia scarsa familiarità con i sistemi di documentazione avanzata.
Interessanti e degne di nota sono, infine, le proposte formulate dall'autore per la condivisione delle risorse in un ambito collaborativo e cooperativo, in vista della costituzione di un sistema di trasferimento della conoscenza su scala mondiale che, superando barriere spaziali e confini statuali, garantisca la disponibilità universale dei dati informativi, data la portata pandemica attuale di quella che è considerata la nuova pestilenza dell'era post-moderna.
Scilla Pizzarelli, Servizio documentazione, Istituto superiore di sanità