[AIB] Associazione italiana biblioteche. Bollettino AIB 1997 n. 3 p. 363-365
RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Nouvelles Alexandries: les grands chantiers de bibliothèques dans le monde, sous la direction de Michel Melot. Paris: Cercle de la librairie, 1996. 398 p. (Collection Bibliothèques). ISBN 2-7654-0619-7. FF 750.


Questo bel volume presenta un panorama a livello mondiale delle costruzioni intraprese durante l'ultimo ventennio per rinnovare alcune grandi biblioteche. Vengono esaminate, in ordine alfabetico, quindici strutture situate in quattordici diversi paesi. Sono state comprese sia biblioteche nazionali che universitarie e qualche "municipale"; è stata anche inserita una biblioteca progettata su iniziativa privata, ma destinata comunque alla fruizione pubblica (a Dubai, ancora peraltro in fase di definizione). I cantieri riguardano per lo più nuove sedi di biblioteche già esistenti, talvolta da secoli; in un paio di casi si tratta, invece, di una realtà istituzionale nuova.

Le analisi e i commenti sull'attuazione dei singoli progetti (alcuni ancora non realizzati) sono ricchi di informazioni, anche sotto il profilo storico, e assai puntuali, soprattutto circa le caratteristiche degli immobili, degli arredi, degli impianti tecnici; oltre, naturalmente, che sulle coordinate dei servizi destinati a essere allestiti in ciascuna delle nuove realtà architettoniche.

Le fasi progettuali, i siti delle strutture, i cantieri in allestimento e gli edifici effettivamente realizzati vengono documentati da un appariscente corredo iconografico: con schizzi, disegni, plastici dei progetti - talvolta anche di quelli scartati - e con fotografie delle aree da edificare e degli immobili all'esterno e all'interno.

Le descrizioni dei progetti sono precedute da una ricca introduzione di Michel Melot (è stato conservatore alla Nationale di Parigi e direttore della Bibliothèque publique d'information), che esamina il ruolo storico, culturale e sociale delle istituzioni bibliotecarie e discute delle implicazioni fisico-architettoniche che dalle differenti concezioni discendono. In particolare, si interessa delle diverse componenti strutturali e funzionali che costituiscono il sistema biblioteca. Innanzitutto valuta l'edificio, guscio e raccolta del sapere, che proietta all'esterno l'immagine del poliedrico contenuto intellettuale e della sua compatta tassonomia. Quindi esamina le collezioni, i cui vertiginosi problemi di accrescimento e diversificazione (nuovi materiali, nuove modalità di fruizione, ma consuete conoscenze da trasmettere) costringono senza tregua a modificare le strutture architettoniche e i modi di approccio da parte degli utenti. Infine prende in considerazione il pubblico, il cui difficile ma mai interrotto rapporto con l'istituzione è contemporaneamente causa e oggetto del continuo lavoro di adattamento di funzioni e servizi.

Melot parla, inoltre, dei differenti modelli di biblioteca nazionale, e, sebbene affermi che "la crise de croissance des bibliothèques nationales, qui se traduit aujourd'hui par de véritables mutations, correspond à une crise des nations elles-mêmes", trova nella fisicità dell'edificio, simbolo di una territorialità franca, l'attrazione indiscutibile che le biblioteche esercitano sulla comunità. Le amministrazioni pubbliche, infatti, continuano a costruirle, sobbarcandosi costi non indifferenti, sebbene lo sviluppo delle connessioni telematiche possa far pensare che quei palazzi, come contenitori di materiale cartaceo, siano destinati a divenire superflui. Anche gli autori Arnoult e Meissner nel primo saggio, che descrive il nuovo cantiere di Alessandria, mettono l'accento sulla forte valenza simbolica che si è voluta dare, soprattutto a livello internazionale, alla costruzione di una biblioteca il cui archetipo storico risale indietro nel tempo di qualche millennio. Viene messa giustamente in risalto, infatti, la partecipazione al progetto di un organismo sovranazionale come l'Unesco, oltre a un gruppo di differenti nazioni che ha fatto valere il suo contributo organizzativo e finanziario accanto al governo egiziano, che naturalmente ha conservato la leadership politica dell'impresa. Uno staff di sostenitori di tale livello, decisamente inusuale per la realizzazione di una biblioteca, dimostra come la pregnante emblematicità del progetto culturale abbia esercitato un fascino profondo sui gruppi intellettuali di vari paesi. Anche nella proposta architettonica vincitrice (dello studio norvegese Snohetta) sono rese esplicite precise simbologie, soprattutto per la scelta della forma circolare dell'edificio (il cerchio è la perfezione e l'immagine della solarità; la volumetria del cilindro troncato e inclinato indica invece la rotazione terrestre nell'interazione col sole), e, più palesemente, per la decorazione grafica dell'imponente muro esterno, che raccoglie tutti gli alfabeti del mondo.

Gli altri saggi descrittivi, di differenti autori, spaziano per quattro diversi continenti, offrendo un panorama sufficientemente variato delle diverse impostazioni culturali e politiche. Sono descritte in prevalenza biblioteche europee (Copenaghen, Gottinga, L'Aja, Londra, Parigi, Tallinn); quattro asiatiche (Dubai, Pechino, Taipei, Tokio), tre africane (oltre ad Alessandria, Algeri e Dakar), due statunitensi (New York, San Francisco). Da questa ricca rassegna internazionale delle diverse attività di costruzione e ricostruzione si evincono alcune caratteristiche comuni: innanzitutto che polemiche e difficoltà inerenti operazioni tanto complesse si incontrano ovunque, di qualunque tipo sia la tradizione biblioteconomica e amministrativa (e le disponibilità finanziarie) del paese in questione; in secondo luogo, che raramente i progetti possono essere completati prima di un consistente numero di anni, spesso per le resistenze delle autorità politiche o per l'indifferenza di chi comunque detiene il potere decisionale. In terzo luogo, dal confronto tra le diverse realizzazioni risalta con chiarezza che là dove c'è stata una fattiva collaborazione col personale bibliotecario gli architetti sono stati sollecitati a prendere in considerazione elementi tecnici di carattere "biblioteconomico" e gli edifici hanno così potuto assumere una fisionomia più spiccatamente funzionale, grazie alla cura di alcuni dettagli: per esempio, la sistemazione dei posti nelle sale di lettura, il posizionamento strategico dei cablaggi, la scelta di arredi o attrezzature in base a specifici requisiti. Si potrà dire forse che siano stati interventi di scarsa rilevanza strutturale, soprattutto se raffrontati alla complessità dei progetti, ma si è trattato in ogni caso di particolari organizzativi la cui precisazione era necessaria all'immediato buon andamento dei meccanismi di lavoro e di servizio.

Flavia Cancedda, Biblioteca giuridica, Università di Roma "Tor Vergata"


N.B. Sorry, no English abstract is available.
Copyright AIB 1997-10-27, ultimo aggiornamento 2000-01-20, a cura di Alberto Petrucciani
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