Come ben illustrato nella prefazione di Gastone Tassinari, membro del Comitato scientifico della sperimentazione, Francesco Saverio Tucci, sul quale non è stato possibile reperire alcuna informazione, ci presenta «un progetto di sperimentazione che ha avuto per oggetto le biblioteche scolastiche del Distretto scolastico n. 18 della Toscana (zona del Mugello e Val di Sieve)», partito nel 1992; il fine era di valutare finalità, organizzazione, funzionamento e attività di un complesso di biblioteche scolastiche, di un'area territoriale piuttosto estesa, ma partecipanti a un comune progetto, allargato alla partecipazione anche di altri enti territoriali (comuni, distretti scolastici, comunità montane).
Le basi teoriche della sperimentazione prendono il via dal modello virtuale di biblioteca delle Linee guida per le biblioteche scolastiche dell'IFLA: una biblioteca superattrezzata, protagonista della didattica.
Dal punto di vista teorico e politico, già dall'inizio degli anni Ottanta si era aperto un vivace dibattito, sfociato in una proposta di legge «sull'organizzazione delle biblioteche nella scuola dell'obbligo e negli istituti di istruzione secondaria», che resta una pietra miliare sull'argomento, ma a tutt'oggi le biblioteche scolastiche continuano a esercitare un ruolo del tutto marginale nella pratica educativa, nonostante i nuovi segnali lanciati dall'amministrazione centrale, col Protocollo d'intesa tra Ministero della pubblica istruzione e Ministero per i beni culturali per la valorizzazione delle biblioteche scolastiche e la circolare n. 105/1995 sul nuovo rapporto scuola/lettura. L'inadeguatezza dei fondi e degli spazi disponibili, ma soprattutto il vuoto normativo esistente attorno alla evidentemente indispensabile figura professionale del "bibliotecario scolastico", ostacolano lo sviluppo di questa nuova idea di struttura bibliotecaria.
Il progetto toscano rappresenta proprio un primo concreto esperimento che punta a un recupero della funzione educativa propria delle biblioteche scolastiche, inserendole in un contesto di rete con le altre biblioteche del territorio e con le attività formative dell'ente locale per realizzare l'ormai mitico Sistema formativo integrato.
Il volume offre un quadro globale della sperimentazione, illustrandone le motivazioni, analizzandone l'articolazione organizzativa e operativa, documentandone le procedure e i risultati, in modo molto chiaro e puntuale. È organizzato su cinque capitoli, ciascuno integrato da una serie di schede (statistiche, documenti vari, testimonianze di esperti), nei quali vengono scanditi i momenti essenziali del percorso innovativo sperimentato: 1) la costruzione del lettore; 2) la biblioteca officina dei saperi; 3-4) il docente bibliotecario. Precede un capitolo introduttivo dedicato alle tematiche del progetto. In conclusione una serie di suggerimenti bibliografici sulla lettura a scuola e fuori dalla scuola, in biblioteche pubbliche e scolastiche, nonché la segnalazione delle riviste italiane specializzate sulla letteratura per ragazzi.
L'inconsueta impostazione metodologica di questa ricerca ha probabilmente determinato anche scelte editoriali inusuali: dal formato insolitamente quadrato a una particolare cura nell'apparato iconografico, ricco di fotografie, disegni di bambini, grafici e schemi, nonché l'impostazione tipografica: uso abbondante di un colore (azzurro), per i titoli, ma anche per alcuni sfondi, caratteri tipografici di varie dimensioni, a volte macroscopiche, con alternanza di corsivo, grassetto, ecc. Tutto ciò per rendere il prodotto finale molto gradevole e funzionale, evidenziando una pratica e definita scansione degli argomenti.
Ne risulta così un utile manuale che offre basi teoriche ed esemplificazioni concrete di attività sperimentate e nuovamente realizzabili. Utile essenzialmente per il mondo della scuola, ritengo che sfogliarlo possa riservare piacevoli sorprese anche a quei bibliotecari (non scolastici) che si accingono a iniziare un'attività strutturata con i bambini delle scuole, che vada oltre la consueta visita della biblioteca da concludersi con il prestito; mentre ai bibliotecari più esperti può comunque offrire alcune idee nuove, considerato soprattutto l'alto numero di esperienze presentate.