È uno strumento di lavoro pensato per i bibliotecari, redatto da due studiosi che associano competenza didattica ed esperienza acquisita sul campo, dato che entrambi insegnano presso l'Università di Parigi-X Nanterre (Dipartimento di informazione e comunicazione), lavorano anche in biblioteche parigine e provengono dalla grande scuola di Marcelle Beaudiquez. Proprio come la fortunata Guide de bibliographie générale della Beaudiquez, questo manuale è caratterizzato da chiarezza, semplicità di esposizione e capacità di contemperare istanze teoriche e suggerimenti pratici. Il materiale è disposto in dieci capitoli: La recherche documentaire; L'organisation de l'information; Les ouvrages de référence immédiate: dictionnaires et encyclopédies; Les ouvrages de référence immédiate: les dictionnaires spécialisés; Les annuaires, annuaires statistiques et dictionnaires de sigles; Les acquisitions; L'identification; Les systèmes fournisseurs de notices bibliographiques; La localisation; Les bibliographies d'ouvrages de référence et les revues professionnelles. Seguono una bibliografia selettiva, un indice per autori e titoli e un indice terminologico. Ogni capitolo si apre con brevi premesse di carattere teorico e con la definizione dei termini bibliografici che sono via via introdotti; vengono poi indicati i vari repertori (in formato ISBD abbreviato) e di questi si segnalano puntualmente le caratteristiche specifiche (copertura cronologica e/o geografica, ordinamento interno, punti di accesso all'informazione, ecc.), aggiungendo, se necessario, espliciti giudizi di valore. Nel caso di strumenti complessi o che potrebbero comunque presentare qualche problema di leggibilità, si allegano facsimili di pagine (per i materiali su supporto cartaceo) o di schermate (per i materiali su supporto magnetico ed ottico), con inserzione di didascalie e notabilia che contribuiscono ad orientare l'utente. Il manuale dedica infatti lo spazio opportuno ai nuovi supporti dell'informazione e in alcuni paragrafi fornisce indicazioni essenziali su banche dati e servers e sulla rete Internet.
Alcuni capitoli e paragrafi sono corredati anche di introduzioni storiche che, sunteggiate e compresse in spazi ristretti per ovvie ragioni di economia, finiscono in qualche caso per diventare banali o poco pertinenti, come ad esempio le due pagine riservate ad illustrare l'esprit dell'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert o quelle dedicate alla storia della lessicografia francese, dal Seicento ai nostri giorni. Convincono invece pienamente i due capitoli iniziali che definiscono metodologia e lessico della ricerca bibliografica, "classificano" gli utenti potenziali del servizio di reference all'interno della biblioteca e suggeriscono al bibliotecario addetto quali strategie mettere in atto per una ricerca "la plus logique, la plus exhaustive, la plus rapide". Tutto questo è detto in linguaggio chiaro e conciso, senza banalizzare, mettendo da parte le solite riflessioni teoriche che spesso affliggono manuali di questo genere; valga un esempio minimo: parlando di "bibliografia" e "documentazione", i due autori spiegano, distinguono, ricordano il diffondersi del secondo lessema a partire dagli anni Settanta e poi concludono, con innegabile buon senso "que l'on emploie cette expression nouvelle de recherche documentaire ou que l'on demeure attaché au mot bibliographie, sous ces termes professionnels existe une même réalité, una même démarche, plus ou moins maitrisée, plus ou moins consciente...".
Ovviamente il manuale segnala e descrive in gran parte strumenti che riguardano soprattutto la Francia, con qualche apertura a quanto prodotto negli USA e in altri paesi europei. Così, ad esempio, i capitoli VII-IX che presentano importanti basi dati come BN-OPALE e BN-OPALINE, Pancatalogue e il Catalogue collectif de France (CCF, in corso di allestimento), senza tralasciare quelle accessibili attraverso le reti OCLC, RLIN, WLN, vanno ben al di là dell'ambito nazionale e possono essere un punto di riferimento anche per chi opera al di fuori delle biblioteche francesi. I titoli italiani sono soltanto due: il Catalogo dei libri in commercio, che si dice prodotto dall'"Associazione italiana dei editori" (sic) e la BNI; la scheda relativa a quest'ultima deve essere stata redatta ante 1995, perché non tiene conto delle nuove serie dedicate ai periodici, ai libri per ragazzi e alle tesi di dottorato; mancato aggiornamento a parte, la scheda contiene qualche errore grafico-grammaticale nella citazione del "Bolletino delle publicazioni italiani" ed omette il nome dell'editore (l'ICCU), rimpiazzandolo con quello del distributore (Editrice Bibliografica). Piccole imprecisioni di questo genere ricorrono nel manuale con fastidiosa frequenza, anche là dove vengono descritti notissimi "monumenti" della bibliografia mondiale, come ad esempio a p. 252-253: la 4a ed. della World bibliography del Besterman si dice uscita nel 1966 (ma 1965-1966), a Ginevra invece che a Losanna (forse perché nel frontespizio si legge "Societas Bibliographica, 7, rue de Genève, Lausanne"); la Library of Congress viene indicata come responsabile del supplemento decennale alla medesima World bibliography, ma l'unica responsabile è A.F. Toomey e la Library of Congress ha soltanto messo a disposizione le proprie schede catalografiche. Anche in questo caso l'equivoco sembra nascere da una lettura affrettata del complemento del titolo, A list of works represented by Library of Congress printed cards. A p. 190 si dice che Books in print "offre trois classements: un classement alphabétique des auteurs, un second des titres et un troisième alphabetique des sujets", mentre in realtà quest'ultima sezione è oggetto di una pubblicazione autonoma, la Subject guide to books in print.
Anche lo stile di citazione non è sempre accurato come dovrebbe: di norma i luoghi di pubblicazione non vengono indicati, ma poi compaiono almeno in una ventina di schede in modo del tutto casuale; a proposito del Catalogue général de la librairie française (p. 257), opera complessa, pubblicata da editori diversi dal 1867 al 1945, uno degli editori (Champion) viene intruppato tra gli autori, mentre tutti gli altri sono ignorati; avviene poi che il Manuel di Brunet sia citato in modo ineccepibile a p. 254, ma con la data di pubblicazione sbagliata a p. 227, mentre quello della Malclès è citato a p. 347, con data ed edizione errate, a p. 330 con data errata ed edizione corretta.
Anche l'indice finale non è del tutto adeguato a rendere conto della ricchezza e complessità di questo strumento di lavoro, dato che omette alcuni titoli e almeno il 30% dei nomi dei responsabili. Due soli esempi: l'indice segnala il Catalogo dei libri in commercio, ma non il corrispondente CD ALICE, che pure è descritto a p. 192; a proposito del Nouveau petit Robert, pubblicato sotto la direzione di Josette Rey-Debove e Alain Rey, segnala il nome di quest'ultimo ma omette quello dell'altra responsabile.
Si tratta, tutto sommato, di sviste e di inesattezze che passerebbero inosservate in opere di altro argomento e di altro tipo, ma in un manuale bibliografico suscitano qualche perplessità e in questo caso contrastano inevitabilmente con l'ottima impostazione generale del Manuel.
Lida M. Gonelli, Scuola normale superiore di Pisa