Reti della memoria: censimento di fonti per la storia delle donne in Italia, a cura di Oriana Cartaregia e Paola De Ferrari; interventi di Linda Giuva, Roberta Fossati, Maria Michetti, Simonetta De Fazi, M. Laura Capitta, Mariangela Cittadini, Lucia Motti, Lucia Munalli, Marina Pivetta, Fiorenza Taricone. Genova: Coordinamento donne lavoro cultura, 1966. 195 p. (Lilith: rete informativa di genere femminile. Quaderno n. 1, Gruppo Archivi).
Esiste una specificità degli archivi femminili? Da un punto di vista teorico metodologico certamente no, ma forse una peculiarità può essere rilevata nella scarsa attitudine espressa dalle donne a documentare il proprio presente perché diventi memoria storica. Talvolta, come ci ricorda Linda Giuva nel saggio che apre il volume, Archivi neutri e archivi di genere: problemi di metodo e di ricerca negli universi documentari, nei fondi archivistici le assenze parlano come le presenze e sono ugualmente significative per un'interpretazione storica. Gli archivi raccolti da donne infatti non soltanto sono scarsi di numero, al loro interno il pił delle volte viene rimosso il privato, quasi per una sorta di remota difficoltà ad accettarsi quali soggetti produttori di storia, come risulta dall'esame dei documenti conservati nell'Archivio delle donne Camilla Ravera, presso la Fondazione Istituto Gramsci. Dalla consapevolezza di un'assenza nasce dunque la scelta di operare all'interno dell'universo documentario una distinzione di genere. La pressoché totale mancanza del punto di vista femminile nell'elaborazione della memoria storica fino a qualche decennio fa ha contrastato con la presenza delle donne in tutti gli avvenimenti storici rilevanti. Oggi, accanto alla costituzione di archivi storici come quello dell'Istituto Gramsci, assistiamo ad iniziative che operano sulla raccolta e conservazione sistematica di documenti anche recenti, nella consapevolezza che anche un passato appena trascorso può essere esposto al rischio di cancellazione e occultamento. La Rete Lilith, attraverso i Centri delle donne (biblioteche, librerie e centri di documentazione per la storia delle donne) che ne fanno parte, costituisce un archivio documentario interattivo relativo agli ultimi decenni della storia delle donne. Attualmente la Rete può vantare una base dati di circa 10.000 registrazioni di cui fanno parte monografie, spogli di periodici e materiali documentari, un catalogo di 484 titoli di riviste femminili italiane ed estere (l'applicativo Lilith e l'interfaccia Eurisko sono sviluppati in ambiente CDS/ISIS).
Con questo primo quaderno, a cura di Oriana Cartaregia e Paola De Ferrari, si forniscono e si analizzano i dati relativi al censimento di fonti documentarie, avvenuto divulgando attraverso i centri della Rete Lilith una scheda tipo destinata a istituti o persone che conservino fondi interessanti per la storia delle donne. Si tratta di un work in progress dichiarato, suscettibile di aggiornamento e specificazioni nei successivi quaderni, aperto a tutti coloro (enti o individui) che vorranno intervenire. Nella prima parte, invece, il volume presenta una serie di interventi di carattere metodologico: oltre al saggio di Linda Giuva, il contributo di Roberta Fossati dal titolo Forme espressive del movimento delle donne e tipologie di fonti: tra oralità, scrittura e audiovisione, e la parziale trascrizione della tavola rotonda (9 settembre 1994) su "Fondi documentari delle donne a Roma".
Chi fosse interessato si può rivolgere al Coordinamento donne lavoro cultura (Oriana Cartaregia e Paola De Ferrari), via S. Lorenzo 12/11, 16123 Genova, e-mail cdlc@mbox.ulisse.it, http://www.ulisse.it/~cdlc.
Giuliana Zagra, Biblioteca nazionale di Roma